Di Sarno: “Siamo la città che ospita l’unico sito archeologico in grado di svelarci i costumi, la vita, trascorsa ai pedi del Vesuvio tra il 79 d.C e il 472 d.C., un sito già conosciuto nel mondo e portato alla luce da archeologi dell’Università di Tokyo e archeologi del Suor Orsola Benincasa. Con Procida si potrà lavorare ad un programma culturale, escursionistico di grande valore”.
Perna (assessore ai Beni Culturali) : “Noi ci siamo, pronti a valorizzare la cultura. Somma sorge nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio, a soli 16 Km da Napoli ed è piena di Monumenti con l’unico Centro Storico rimasto intatto. Siamo pronti a dialogare con l’Amministrazione di Procida !”.
“Procida capitale italiana della cultura per il 2022 è un grande risultato per l’intera Campania. Già nei giorni scorsi avevamo appoggiato la candidatura anche mediante l’ANCI, ora è arrivato il risultato. Somma Vesuviana è pronta ad una piena collaborazione. E’ la nostra la città dove archeologi dell’Università di Tokyo con archeologi del Suor Orsola Benincasa stanno portando alla luce l’importante sito della Villa Romana, denominata “Villa Augustea”,
Si tratta di uno scavo archeologico importante sotto la guida dell’Università di Tokyo e la collaborazione del Suor Orsola Benincasa. Senza dimenticare che stiamo puntando alla riqualificazione dell’intera area che comprenderà il Complesso Monumentale francescano con meravigliosi affreschi, le catacombe, le chiese sotterranee, non distante dalla Villa Augustea.
A pochi metri dal sito romano nascerà anche la prima, vera Villa Comunale del paese e creeremo passaggi pedonali con rifacimento delle strade e parcheggi perché il turismo possa davvero rappresentare opportunità di sviluppo per questo territorio. Per il 2022 saremo pronti ad accogliere i turisti che giungeranno in Campania in occasione di Procida capitale della Cultura”. Lo ha annunciato Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana, comune del napoletano.
Le tradizioni popolari, i monumenti davvero unici!
“Il sito romano della “Villa Augustea è il monumento più importante di tutta l’area vesuviana perché dimostra tantissime cose che erano state ignorate e che non si conoscevano fino a circa 15 anni fa – ha proseguito Di Sarno – ad esempio che dopo il 79 d.C. la vita ricomincia in particolare da questo territorio a distanza di 20 – 30 anni dall’eruzione.
Il sito archeologico di Somma Vesuviana “Villa Augustea” è in grado di raccontarci cosa fosse accaduto dopo l’eruzione che ha coperto Pompei. C’è una grande attenzione da parte del mondo archeologico e storico e noi daremo il massimo per valorizzare tale sito.
Ma Somma ha un meraviglioso Borgo Antico con la sua Festa delle Lucerne che si svolge ogni 4 anni, fatta di vedute pittoresche e di giochi prospettici, grazie alla presenza delle lucerne che nel centro storico tratteggiano con tocchi di colore e intensa e calda luminosità, angoli e scorci di vicoli, ponendo in risalto il patrimonio storico/artistico e culturale di Somma Vesuviana”.
E non c’è solo l’epoca romana!
“Secondo alcuni studiosi – ha affermato Rosalinda Perna, Assessore ai Beni Culturali di Somma Vesuviana – quelle rinvenute a Somma Vesuviana potrebbero essere le più belle statue dell’epoca augustea. Il paese sorge nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio, a soli 16 Km da Napoli ed è servito da ben 3 stazioni della Circumvesuviana ed un asse viario di collegamento diretto con la città partenopea.
Ma a Somma non mancano anche attività ricettive ed una grande tradizione popolare legata anche alla cucina. Le nostre origini sono antichissime, attestate in numerosi ritrovamenti archeologici e da una delle più grandi ville romane dove si pensa sia morto l’imperatore Cesare Augusto. C’è poi il Borgo del Casamale, tuttora circondato da mura aragonesi.
Nuovi studi hanno prospettato la tesi che questo quartiere sebbene antico, non fu il primo nucleo abitativo della città, come dimostra la presenza della chiesa fuori dalle Mura Aragonesi.
A Somma Vesuviana ci sono anche il Museo Etnostorico delle Genti Campane, nella zona montuosa del paese ed esattamente ha sede nell’antico convento delle Suore Carmelitane accanto al santuario di Santa Maria a Castello e il Museo della Civiltà Contadina fondato da Carlo Russo e non distante dalla Villa Romana. A pochi metri da questo Museo è possibile visitare anche la chiesa di Santa Maria del Pozzo.
E’ un complesso monumentale francescano di rara bellezza con chiostro, affreschi restaurati e ben due luoghi di culto sotterranei. Il complesso formato dalla chiesa e dal monastero di Santa Maria del Pozzo sorge sulle costruzioni più antiche della chiesa inferiore, costruita da re Roberto d’Angiò nel 1333 per ricordare l’incontro tra Giovanna (erede al trono di Napoli) con Andrea (figlio di Caroberto, re d’Ungheria) nella località denominata “i prati di Nola” e identificata con il territorio ad oriente del palazzo reale della Starza della Regina, cioè di Santa Maria del Pozzo.
La chiesa fu dedicata a “Nostra Donna” e successivamente questo nome fu trasformato in “Madonna dello puzzo”, per il pozzo che si trovava nei pressi della chiesa.
Nel 1488 un’alluvione causò gravi danni alla chiesa che rimase sepolta sotto fango e pietre. Fu la regina Giovanna III d’Aragona, nei primi anni del XVI secolo, a volere la costruzione di una nuova chiesa con annesso convento sopra quella più antica, che non fu però demolita. La regina, nel 1510, affidò il magnifico complesso con l’assenso del Papa Giulio II ai frati di San Francesco”.
Le dominazioni:
“Gli angioini ma anche gli aragonesi, che lasciarono la loro traccia con la riedificazione della cinta muraria, giunta fino a noi quasi intatta, con il castello a ridosso delle mura, eretto da Lucrezia d’Alagno, e con la magnifica chiesa di Santa Maria del Pozzo, fatta costruire dalla regina Giovanna III d’Aragona, che viveva a Somma Vesuviana e che nelle sale del palazzo della Starza della Regina assistette alla celebrazione delle nozze della figlia Giovanna IV con Ferrantino.
Abbiamo la chiesa di San Domenico che è sorta con il consenso del papa Nicolò IV fu fatta costruire dal re Carlo II d’Angiò nel 1294. Venne di seguito affidata ai Padri Predicatori dell’ordine dei Domenicani. L’origine angioina della chiesa è ricordata da una tela, opera del Cacciapuoti e posta alle spalle dell’altare, raffigurante Carlo II d’Angiò genuflesso ai piedi della Vergine e San Domenico che santifica. Ed ancora la Chiesa di San Giorgio Martire nella piazza centrale del paese che con ogni probabilità è una delle più grandi dell’intero territorio.
Somma Vesuviana è però famosa per i suoi prodotti, gli eventi come la tradizionale Festa del Baccalà e le tradizioni religiose e popolari come la Festa della Montagna dal primo Sabato dei Fuochi che culmina nel tradizionale omaggio delle paranze il 3 Maggio a Santa Maria di Castello e le poetiche tradizioni pasquali con una delle processioni più suggestive esistenti in Italia. Più di 2000 confratelli sfilano con il saio bianco, accompagnando la Madonna Addolorata nei vicoli di Somma Vesuviana”.