E’ partita dall’Associazione “Sardegna verso l’Unesco” la petizione per il riconoscimento dei nuraghi quale patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco. A seguire, si sono uniti 307 Comuni isolani, su un totale di 377. E con tutta probabilità altri ancora si affiancheranno compatti per richiedere l’accoglimento dell’istanza. Intanto, si unisce al coro dei Comuni l’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo, della quale è presidente Graziano Milia. (https://www.assoentilocali.it/).
L’associazione è nata nel 1988 su iniziativa della provincia di Cagliari e di alcune Amministrazioni Comunali, oggi è una realtà presente per 94 Enti locali associati e diffusi su tutto il territorio regionale, per i quali s’impegna nella promozione di tutte le attività oggetto della sua natura sociale, e iniziative volte a promuovere le condizioni per lo sviluppo di iniziative culturali, di spettacolo e sportive.
L’Assoentilocali per sua stessa natura dunque ha sentito la necessità di unirsi alla battaglia per il riconoscimento e l’inclusione – da parte dell’Unesco – del vastissimo patrimonio archeologico sardo. Si stimano infatti 3500 domus de janas, interi campi e isolati menhir, necropoli scavate nella roccia e 10mila torri nuragiche e ancora tombe dei giganti, rete di pozzi, fonti e opere idrauliche, e molto altro ancora. C’è da sottolineare che attualmente, di tutto questo sconfinato patrimonio, l’unico bene culturale isolano incluso nella lista Unesco è il complesso archeologico di Su Nuraxi a Barumini.
Il presidente Graziano Milia. “Una occasione importantissima per la Sardegna e un appuntamento con la storia imperdibile, per tornare ad essere isola al centro del Mediterraneo, con la sua storia ben definita e con la sua unicità. Sicuramente il titolo Unesco a così largo spettro per i nostri beni archeologici sarebbe un riconoscimento non da poco a livello internazionale, con positive ricadute a livello economico e turistico“.