“Il progetto di rilancio di Industria italiana Autobus, reso possibile anche grazie all’ingresso nel capitale di un soggetto pubblico quale Invitalia voluto a suo tempo dal Ministero dello Sviluppo economico, sta procedendo in modo positivo. Ora però serve che si avvi un programma di rinnovo e di potenziamento del trasporto pubblico”. Lo dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, responsabile del settore auto.
“Nel 2020 la maggior parte della produzione di IIA – spiega Ficco – è avvenuta in Italia, portando nel nostro Paese parte di quella prima effettuata in Turchia e arrivando a 287 unità annue prodotte a fronte delle 57 del 2019. Di conseguenza è stato possibile evitare il ricorso alla cassa straordinaria, utilizzata fino a dicembre 2019, ed anzi sono state effettuate perfino oltre 100 assunzioni. Si può quindi dire che il piano di rilancio è a metà della sua realizzazione. Si tratta di uno dei pochi casi positivi di reindustrializzazione, reso possibile anche dall’intervento pubblico diretto nel capitale societario. Tuttavia questa ripresa ora corre il rischio di ricevere una battuta di arresto dinanzi alla penuria di ordini per il 2021, tale da dare lavoro solo fino a aprile-maggio. In ogni caso, gli investimenti materiali e immateriali stanno proseguendo proprio per completare il piano industriale nell’anno in corso”.
“Occorre quindi consolidare il rilancio di Industria italiana Autobus – rivendica Ficco – attraverso il rinnovo e il rafforzamento del parco circolante di trasporto pubblico, evitando bandi che in modo assai miope penalizzino la produzione nazionale. In questo modo rafforzeremmo al contempo sia l’industria italiana sia un servizio pubblico oggi più utile che mai. Infine riteniamo che occorrano interventi pubblici finalizzati a incentivare l’adeguamento della filiera produttiva nazionale al processo di elettrificazione.
È ora che l’Italia ritrovi la via della sinergia fra pubblico e privato, per tutelare i nostri legittimi interessi nazionali, in modo non dissimile a quanto fanno le altre potenze industriali. Sarebbe davvero imperdonabile se si lasciasse a metà un’opera già avviata di ricostruzione del settore industriale del trasporto pubblico”.