Una dieta ricca di acido oleico può contrastare la demenza? È il quesito che si è posto un gruppo di ricerca dell’Università di Tokyo. Approfondiamo la questione!
Dieta e invecchiamento: un binomio già noto
Su Sardegna Reporter abbiamo scritto a più riprese di come la dieta possa influenzare il processo di invecchiamento, incluso quello cerebrale, e avere effetti neuroprotettivi.
In questo articolo, ad esempio, abbiamo dato spazio a una ricerca che ha evidenziato gli effetti protettivi degli omega-3 (i grassi del pesce azzurro) verso le polveri sottili, la cui esposizione è associata a un declino cognitivo più marcato negli anziani.
Secondo un recente studio, tuttavia, anche gli omega-9 come l’acido oleico aiuterebbero a proteggere le funzioni cognitive (attenzione, memoria, percezione e ragionamento) e a prevenire lo sviluppo della demenza. Scopriamone di più!
Gli effetti dell’acido oleico sulle funzioni cognitive: lo studio
Per valutare gli effetti dell’acido oleico sulle funzioni cognitive, Sakurai e colleghi hanno reclutato 154 partecipanti di 60-84 anni che risiedevano in abitazioni comunitarie, i quali – sottoposti ad appositi test – non mostravano segni di demenza precoce.
Quindi sono stati intervistati in merito alle loro abitudini alimentari, in modo che gli studiosi potessero stimare quali e quanti nutrienti assumessero al giorno.
Ma cosa è emerso dalla ricerca?
Gli anziani che assumevano maggiori quantità di acido oleico al dì avevano punteggi più alti nei test cognitivi: il MoCa, usato per evidenziare lievi deficit, e il WSM-DR, che valuta la memoria episodica.
In parole povere, gli anziani con una dieta più ricca di acido oleico ricordavano meglio gli eventi raccontati loro dagli studiosi.
Secondo gli autori, questi effetti sarebbero dovuti alla capacità dell’acido oleico di alleviare i processi infiammatori e di proteggere le arterie, mantenendo un adeguato apporto di sangue al cervello e, dunque, intatte le sue funzioni.
Benché promettenti, tuttavia, questi risultati sono tutt’altro che conclusivi: serviranno studi più rigorosi per sapere se sussiste un rapporto di causa-effetto tra consumo di acido oleico e funzioni cognitive o se si tratti di una semplice associazione.
Staremo a vedere cosa ne verrà fuori!
Le fonti alimentari di acido oleico
Alla luce dei potenziali effetti positivi sul cervello, verrebbe da chiedersi quali siano le fonti alimentari di questo grasso insaturo. Senza girarci troppo attorno, si tratta principalmente di alimenti vegetali che è facile trovare nella Dieta Mediterranea.
Tra le fonti più importanti di acido oleico, infatti, vi sono:
- olio extravergine di oliva (71%);
- nocciole secche (46%);
- semi di girasole (39%);
- mandorle secche (32%);
- arachidi tostate (24%).
Alcuni consigli utili
Nocciole, mandorle, arachidi e semi di girasole si possono consumare in piccole porzioni a colazione, insieme a un vasetto di yogurt al naturale, cereali integrali, caffè o tè non zuccherato.
L’olio extravergine di oliva, invece, è particolarmente consigliato per condire a crudo (così l’acido oleico, la vitamina E e gli altri antiossidanti rimangono inalterati) ma anche per preparare il soffritto, perché facilita l’assimilazione delle sostanze benefiche di aglio, cipolla, carote e pomodori.
È assolutamente inadatto, invece, per la frittura (cliccando qui potrete leggere i motivi). Le quantità consigliate sono di 3-5 cucchiai di olio di oliva al giorno, che apportano 21,3-35,5 grammi di acido oleico.
Jessica Zanza
Fonti: Nutrients, Molecules e valori-alimenti.com.