In Campania itinerari archeologici curati da Archeoclub d’Italia
Santanastasio(Presidente Nazionale ArcheoClub D’Italia): “Stiamo lavorando alla realizzazione di ben tre Press Tour tra Nord – Centro e Sud. Saremo determinanti nella ripartenza dell’Italia, dobbiamo farci trovare pronti! L’Italia è un Paese sicuro, efficiente, quarta potenza mondiale nel settore del turismo”.
Palmiotti (Pres. Sede Bisceglie – Puglia): “Da vedere il Museo Etnografico gestito da Archeoclub, con esposizione di case del ‘700”.
Azzurro (Pres. Sede Torre Annunziata – Campania): “Da vedere il Museo dell’Identità che completa la visita della Villa di Poppea e dà informazioni sulla villa di Crassio non ancora aperta al pubblico”
L’Italia del turismo culturale comunque è in fermento e si prepara al post – Covid che prima o dopo verrà.
Ed oggi alle ore 18 in diretta sulla pagina Archeoclub d’Italia Italia | Facebook nuovo Webinar nell’ambito del Giubileo di Archeoclub per conoscere meglio l’Italia.
“L’Italia è la quarta potenza mondiale nel settore del turismo e sarà pronta a mantenere i livelli prima del Covid con prospettive di crescita, magari non immediate ma saremo la patria del Turismo Sostenibile. Archeoclub d’Italia c’è, racconta, narra, descrive, tutela e dispone di una struttura specialistica “Marenostrum” che si occupa di beni emersi e sommersi costieri sia sotto l’aspetto della conoscenza studio e ricerca, ma anche della valorizzazione, salvaguardia e promozione.
Ben 150 sedi in Italia, 5000 soci. Quando nacque esattamente il 25 Febbraio del 1971, Archeoclub rappresentò il primo passo di avvicinamento della società civile alla tutela del Patrimonio Culturale italiano. Apriremo altre sedi e stiamo lavorando alla realizzazione di ben tre press tour in giro per il Paese tra Nord – Centro e Sud”. Lo ha affermato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia.
In Puglia il Museo Etnografico con esposizione di attrezzature rare legate ai mestieri scomparsi della civiltà contadina e della gente di mare, ma anche la casa d’altri tempi con arredamenti e oggettistica del ‘700 ed ‘800 o elementi legati alla religiosità popolare, con una raccolta di ex voto per grazie ricevute, santini, lucerne votive e una sezione dedicata a pittori biscegliesi noti a livello mondiale.
“Siamo molto attivi a Bisceglie, in Puglia – ha dichiarato Luigi Palmiotti, pluriaccademico che ha pubblicato 50 opere sull’archeologia di Bisceglie e Presidente dell’Archeoclub d’Italia sede di Bisceglie – abbiamo contribuito alla fondazione del Museo Diocesano di Bisceglie (sede Palazzo Vescovile) , al recupero di una possente raccolta di quadri di scuola napoletana (Cesare Fracanzano, Paolo De Matteis, Vito Callo e altri) e al recupero di argenti di fattura napoletana di proprietà delle Confraternite.
Abbiamo contribuito al rientro di 40 casse di reperti preistorici musteriani che erano depositati al Museo Archeologico di Bari. La richiesta fu avanzata dal sottoscritto alla Divisione IV del Ministero Beni Culturali. Contemporaneamente siamo riusciti ad ottenere l’Urna cineraria romana I sec d. C. utilizzata come acquasantiera nella Chiesa di Santa Margherita e oggi depositata nel Museo Archeologico di Bisceglie e, sempre Archeoclub, fece intitolare il Museo a Francesco Majellaro – archeologo.
Nel 1987 viene fondato il Museo Etnografico “”Francesco Prelorenzo”, per convenzione del Comune con l’Archeoclub. Il museo ha la sua sede all’interno della Torre Normanna presso il Castello Svevo. La Torre Normanna è stata affidata dal Comune all’Archeoclub d’Italia Sede di Bisceglie dopo averne riconosciuto l’importanza dell’associazione nella valorizzazione dei Beni Culturali”.
Un Museo di grande valore, gestito da Archeoclub d’Italia.
“Il Museo censito da ISTAT e noto anche all’estero, possiede una raccolta etnografica distribuita su tre piani. Al 1° piano si trovano attrezzature rare legate ai mestieri scomparsi della civiltà contadina e della gente di mare.
Al 2° piano vi è la casa d’altri tempi con arredamenti – ha proseguito Palmiotti – e oggettistica del 700-800. Il 3° piano è dedicato invece alla religiosità popolare, con una raccolta di ex voto per grazie ricevute, santini, lucerne votive e una sezione dedicata a pittori biscegliesi noti a livello mondiale come Leonardo De Mango, (Bisceglie, 19 febbraio 1843 – Istanbul, 27 genn 1930) attivo tra la seconda metà del XIX secolo e i primi anni del XX, De Mango esercitò la sua professione di pittore in oriente (Siria, Egitto e Libia) e prevalentemente in Turchia e pittori contemporanei locali. Il Museo ha inoltre una piccola biblioteca contenente testi locali e pugliesi.
Negli anni ’90 abbiamo partecipato a numerose campagne di scavo presso la Grotta di Santa Croce , con l’equipe di Paolo Gambassini, Annmaria Ronchitelli e Paolo Boscato – Università di Siena. L’Archeoclub di Bisceglie svolge attività didattiche con scuole ed Università in particolare con la Facoltà di Architettura e di Storia delle Tradizioni Popolari dell’Università di Bari.
Promuove dall’anno della sua fondazione, visite guidate per studiosi, visitatori e studenti, convegni non solo in Puglia, si sottolinea il decennio per la Rassegna AUTUNNO IN CAPPELLA, nella Real Cappella del Tesoro di San Gennaro nel Duomo di Napoli.
Ha istituito un Premio internazionale nell’ambito di Cultura Arte e Spettacolo, in onore del concittadino, di fama europea Sergio Nigri, flautista dell’ ‘800 oltre a pubblicare numerosi testi sulla salvaguardia del Patrimonio artistico pugliese e italiano. Abbiamo collaborato, in sinergia con il Club per l’UNESCO di Bisceglie alla candidatura del megalite Dolmen “la chianca” a Testimone di una Cultura di Pace per il Decennio UNESCO della Cultura della Pace 2001 – 2010.
Il Dolmen sarà riconosciuto in ottobre 2010. Nel 2019, 20-21 settembre , l’Archeoclub d’Italia di Bisceglie in sinergia con il Club per l’UNESCO di Bisceglie ha partecipato alle GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO istituite dal Consiglio d’Europa, con l’obiettivo di valorizzare a livello europeo, i valori tradizionali cittadini e promuovere nuove iniziative di educazione e conservazione al patrimonio”.
Luigi Palmiotti, pluriaccademico, ha pubblicato n. 50 opere sull’archeologia di Bisceglie, archeologia medievale (casali, masserie e fenomeno della transumanza) in oltre trent’anni di volontariato al servizio dei Beni Culturali ed ha scoperto 180 insediamenti con il prof Francesco Prelorenzo, la cui raccolta del materiale archeologico è esposta nel Museo Archeologico di Bisceglie.
In Campania Archeoclub è attivissima.
In Campania ad Oplonti – Torre Annunziata dove Archeoclub d’Italia ha un ruolo fondamentale nell’ambito dell’organizzazione di itinerari tematici archeologici.
“Noi collaboriamo con il Parco archeologico di Pompei e con l’Assessorato alla cultura del Comune di Torre Annunziata per la valorizzazione del nostro patrimonio storico-archeologico, ma non abbiamo nulla in gestione.
Organizziamo itinerari tematici nella villa di Poppea – ha dichiarato Mirella Azzurro, Presidente Archeoclub d’Italia sede di Torre Annunziata “Mario Prosperi” – e lo facciamo soprattutto nelle giornate di apertura straordinaria, con visite, eventi, mostre, incontri di archeologia nel Museo dell’Identità, sito in palazzo Criscuolo, dove sono esposti i reperti più significativi delle ville di Oplontis.
Ad Oplontis, l’odierna Torre Annunziata, sono state portate alla luce due ville romane. La Villa di Poppea , è una villa d’otium , che risale nel suo primo impianto alla metà del I secolo a.C., ed è stata in seguito oggetto di ampliamenti nell’età giulio-claudia. L’appartenenza alla seconda moglie dell’imperatore Nerone è ipotizzata sulla base di un’iscrizione sul collo di un’anfora dove si legge “Secundo Poppaeae”( a Secondo, liberto di Poppea).
La villa, nella quale entriamo dall’ingresso posteriore, prospiciente il giardino settentrionale, sorgeva su un promontorio a 14 metri sul livello del mare e poteva essere raggiunta sia da terra sia da mare, grazie a un porticciolo privato.
L’atrio costituisce l’asse centrale intorno al quale sono collocati gli ambienti ad ovest e ad est, e si prolunga, dopo un corridoio e un viridarium, fino al giardino settentrionale con un monumentale salone ai cui lati sono disposti due porticati. Quello occidentale continua sotto via Sepolcri, dove si sta progettando di scavare.
La villa, uno degli edifici più lussuosi e scenografici del golfo di Napoli, si impone all’attenzione di studiosi e visitatori, oltre che per le strutture architettoniche, per gli affreschi di II, III e IV stile che decorano in modo suggestivo tutti gli ambienti, dall’atrio ai due triclini, dalla sala dei pavoni agli ambienti termali , dal cubiculum ai saloni di fronte alla piscina. Notevoli anche le pitture da giardino presenti nei numerosi viridaria.
Il Museo dell’Identità!
Il Museo dell’Identità, situato in palazzo Criscuolo ( XIX sec.), espone i reperti più significativi delle ville oplontine. La prima sala è dedicata alla seconda villa , azienda commerciale appartenuta a L. Crassius Tertius, che si sviluppa intorno ad un doppio peristilio del II sec.a.C., circondato al piano inferiore da ambienti destinati alla lavorazione e al commercio dei prodotti agricoli, e al piano superiore da quelli in cui abitava il proprietario.
Di questa villa sono esposte tre anfore con base a punta, utilizzate per il trasporto di vino, olio e cereali, balsamari per unguenti e profumi, e alcuni degli Ori ritrovati accanto agli scheletri delle vittime dell’eruzione del 79 d.C. Si tratta di gioielli di eccellente fattura risalenti al I sec.d.C., per lo più realizzati in oro : bracciali e anelli con gemme preziose incastonate, spesso a forma di serpente, collane corte , in oro o in oro e smeraldi, o lunghe, del tipo a bandoliera, orecchini a spicchio di sfera o in oro e madreperla.
Le tre sale successive consentono di ammirare le sculture in marmo provenienti dalla villa di Poppea, per lo più copie romane di originali greci del periodo classico o ellenistico : l’Efebo nudo con mantello, la Vittoria alata, rappresentata nell’atto di scendere in volo, il cratere neoattico, sul cui corpo è raffigurata una danza di guerrieri nudi, il gruppo del Satiro ed Ermafrodito, il Fanciullo che strozza l’oca, due dei quattro centauri rinvenuti, un maschio, con cratere in mano, e una femmina, con cerbiatto catturato sulla spalla.
La quinta sala espone oggetti relativi all’instrumentum domesticum e lucerne bilicni e monolicni.
L’impegno di Archeoclub a tutela ma soprattutto nella promozione di questo immane patrimonio archeologico è davvero costante. Noi ci siamo!”.