Charter nautico, gli operatori dialogano con Parchi, Aree Marine ed Enti Locali
Charter nautico. Secondo webinar curato da Confindustria Centro Nord Sardegna nell’ambito del progetto “GEB – Green & Blue Route Plan”, finanziato dal Programma di Cooperazione Interreg Italia Francia MarittimoCharter nautico. Definire un’analisi accurata dei servizi da predisporre per il mercato del charter e dell’albergo nautico diffuso, individuando azioni sostenibili da proporre alle autorità competenti. Per la Sardegna le prospettive del settore sono infatti molto incoraggianti.
Un’opportunità importante quindi per l’economia dell’Isola, in vista anche del superamento – si spera quanto mai vicino – dell’emergenza pandemica. Un dato significativo: la protezione delle Aree Marine produce un ritorno concreto, ogni euro investito ne genera almeno tre.
Sono stati questi i temi del secondo incontro tecnico che si è svolto interamente in streaming nei giorni scorsi a cura di Confindustria Centro Nord Sardegna, partner del progetto “GEB”, ovvero “Green & Blue Route Plan”, insieme alla capofila NAVIGO, alla Camera di Commercio di Nizza Costa Azzurra, all’Azienda Speciale della Camera di Commercio “Riviere di Liguria” e a Velando Srl. Finanziato nell’ambito del Programma di Cooperazione transfrontaliera Interreg Italia Francia Marittimo, il progetto GEB ha l’obiettivo di affrontare la sfida rappresentata dalla fruizione sostenibile del mare attraverso specifici servizi di consulenza, per dare la possibilità alle imprese del charter di offrire prodotti, pacchetti e itinerari che siano ecocompatibili, garanti dell’ambiente, a bassissimo impatto, tali da essere privilegiati nell’accesso ai Parchi nazionali e alla navigazione nelle acque delle Aree Marine Protette.
«Il nostro primo incontro è stato tra operatori privati, questo secondo è invece tra privati ed enti pubblici, ovvero Parchi, Aree Marine Protette e autorità competenti», ha spiegato Giovanni Conoci, vicepresidente di Confindustria Centro Nord Sardegna e imprenditore del settore. «Occorre fare in modo che le imbarcazioni accedano alle Aree Marine Protette con una fruizione da una parte conservativa ma che dall’altra permetta di vivere il mare, il tutto in un’ottica pienamente ecosostenibile».
Tra i punti di criticità emersi durante il webinar vi sono innanzitutto le carenze che riguardano la comunicazione sia verso le imprese sia nei confronti dell’utente finale: ogni Area Marina Protetta disciplina l’accesso di natanti, barche o navi, come ogni Regione ha le sue prerogative e i suoi regolamenti. A questo è legato il tema della formazione degli operatori e anche del cliente, per un efficace comportamento ecosostenibile. Infine, va stimolata una migliore conoscenza delle tecnologie che portano azioni green sulle barche, anche attraverso certificazioni ambientali. Una delle sfide in corso è infatti quella di incentivare l’utilizzo di un tipo di propulsione maggiormente ecocompatibile, ibrida o full elettrica.
Al secondo tavolo tecnico sono intervenuti Thierry Voisin, presidente di ECPY (Comitè Européenne pour le Yachting Professionnel) e rappresentante della Camera di Commercio di Nizza-Costa Azzurra, Vittorio Gazale, direttore del Parco Nazionale dell’Asinara, Claudio Valerani, Parco Nazionale 5 Terre, Roberto Saba, esperto di procedimenti amministrativi, legislativi e consulente, Simone Tempesti, in rappresentanza del Porto di Pisa e Marine della Toscana, Alberto Ortolani, ricercatore del Cnr-Lamma, Luca Erba, Valdettaro Group – Cantiere nautico e charter Marina del Fezzano, e Francesco Della Torre, imprenditore (Yachting in Sardinia).
Particolarmente interessante la situazione del Parco Nazionale dell’Asinara. «Il Ministero dell’Ambiente, anche a causa del passato di isola-carcere – ha precisato Vittorio Gazale –, considera l’Area Marina Protetta una sorta di laboratorio. Attualmente sui suoi 11 mila ettari non è consentito l’ancoraggio: siamo precursori e all’avanguardia nella tutela della posidonia. Stiamo ora lavorando a un percorso legato all’elettrico del quale nei prossimi anni avremo un aumento rilevante nei trasporti interni».
«L’obiettivo del progetto “GEB” è arrivare a un piano che faccia da guida, un business plan con inserimento delle analisi scaturite dai tavoli che discutono le tematiche principali. Chiusa questa attività, verrà pubblicato un bando e saranno definiti dei voucher e delle consulenze per le imprese che ne faranno richiesta per migliorare i propri servizi», ha ricordato Michele Bertolacci, responsabile progettazione europea e cluster Navigo.
Adesso occorre mettere a punto strategie di sviluppo condivise, con la consapevolezza che Aree Marine Protette, Parchi e imprese condividono uno stesso linguaggio, aspetto già messo in evidenza in occasione del primo incontro dello scorso dicembre.