Con la discussione delle tesi online si è concluso il MaDIS, il primo Master I Livello di Danza e Inclusione Sociale in Sardegna.
Il corso di alta formazione rivolto ad artisti e operatori punta a creare nuove figure professionali con capacità di progettare interventi mirati per favorire l’aggregazione e l’integrazione, al di là delle differenze culturali e sociali, per sconfiggere la malattia e il dolore attraverso la bellezza.
Il MaDIS, promosso dall’Accademia Nazionale di Danza (MIUR) in collaborazione con l’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo e il CeDAC Sardegna e con Tersicorea, Maya INC e ASMED – è realizzato con il patrocinio e il sostegno del Comune di Selargius e della Regione Sardegna e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
La discussione delle tesi si è svolta online sulla piattaforma Zoom, in ottemperanza alla norme anti-Covid.
in un’unica sessione sabato 30 gennaio a conclusione dell’intenso ciclo di studio e ricerca teorica e pratica sui fondamenti della danza classica e contemporanea, sulla composizione di coreografie, sulla musica e sul ritmo, con approfondimenti in discipline come l’antropologia e la danzaterapia, al fine di individuare le strategie più idonee ed efficaci per trasformare l’arte coreutica in uno strumento di conoscenza di sé e dell’altro, capace di favorire l’aggregazione e superare le barriere fisiche ma soprattutto psicologiche, culturali, economiche e sociali.
LE TESI DEL MADIS
Le tesi discusse dai partecipanti al MaDIS, riflettono differenti visioni e possibili declinazioni della danza come chiave per promuovere l’inclusione sociale, affrontando i diversi aspetti, dalla fragilità della vecchiaia alla malattia, dalla cura delle ferite dell’anima alla dimensione ludica e creativa, dalla possibilità di esplorare e superare i propri limiti all’elemento rituale e simbolico del ballo nella vita di una comunità.
Gloria Atzori ha proposto “La Bottega del Movimento. Un laboratorio di danza contemporanea nella scuola”, Giorgia Damasco ha elaborato le “Strategie online per una relazione di movimento: interventi a distanza in favore di soggetti con disturbi dello spettro autistico”, Rita Floris è l’autrice di “Voglio Ballare… la Danzamovimentoterapia nei reparti di Oncologia Pediatrica”, Simonetta Lecca ha presentato “Daimon dance: un laboratorio di danza inclusivo per recuperare la fiducia nel proprio corpo”. E ancora Roberto Manca si è concentrato su “Danza e Parkinson”, mentre Raffaella Mastropierro ha esposto “Il progetto INCORPORA: un percorso di danza ed espressione corporea per donne in fuoriuscita dalla violenza di genere” e Noemi Virdis ha messo a confronto “Il ballo sardo e le danze dei nativi nordamericani. Tradizioni coreutiche per comunità inclusive”.
I DOCENTI
Il MaDIS/ Master di I Livello in Danza e Inclusione Sociale – con il coordinamento della danzatrice e coreografa cagliaritana Francesca La Cava, docente all’Accademia Nazionale di Danza di Roma, mentre il ruolo di tutor è stato affidato a Morena Malaguti (anche lei docente all’Accademia) – si è svolto nel rispetto delle norme anti-Covid, alternando lezioni frontali, seminari, laboratori e esercitazioni teorico-pratiche, per un totale di 1500 ore (60 crediti).
Fondamentale l’apporto dell’Accademia Nazionale di Danza – Scuola di Coreografia (AFAM) diretta da Enrica Palmieri, Istituto di Alta Formazione Coreutica del comparto AFAM del Ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) – tra i promotori del progetto nato «in risposta alle istanze del territorio» come ha sottolineato la dottoressa Palmieri, per liberare la danza dall’immagine di arte raffinata e preziosa, ma riservata ad un élite di esperti e appassionati e per proiettarla nel mondo e farne riscoprire le potenzialità espressive e comunicative, quale linguaggio universale al di là delle barriere linguistiche e culturali, con una rigorosa grammatica dei corpi, capace di suscitare emozioni e raccontare la contemporaneità
Tra i docenti del MaDIS, insegnano all’Accademia di Roma: Francesca La Cava, Teri Weikel, Elisabet Sjostrom, Vincenzo Puxeddu, Sabrina Lucido, Antonella Lazzaretti, Morena Malaguti, Flavio Pescosolido e il docente ospite ERASMUS Timothé Ballo.
Un’artista di fama internazionale come la cantante Elena Ledda e il sociologo e scrittore Nicolò Migheli insieme a Gianni Orrù, Alessandro Deiana e Marco Fresi completano il quadro delle competenze anche in rapporto alle specificità storiche e geografiche, economiche e culturali della Sardegna.
I laboratori sono stati tenuti dai coreografi e danzatori Andrea Gallo Rosso, Guido Tuveri, Sara Angius, Rosa Maria Maino e Giorgia Maddamma.
Tutors dei tirocini: Andrea Gallo Rosso, Luca Massidda, Elisabetta Piras, Maria Concetta Borgese, Mariangela Maci, Vittoria La Costa, Francesca La Cava ed Erica Felici.
I LUOGHI e le sinergie
Fulcro del MaDIS/ primo Master di I Livello in Danza e Inclusione Sociale è il complesso di Si ‘e Boi a Selargius, l’ex distilleria trasformata in centro d’arte e cultura, insieme al territorio comunale con il suo patrimonio archeologico e paesaggistico, denso di suggestioni. Il programma del MaDIS – in parte rimodulato nel rispetto delle norme anti-Covid in ottemperanza ai DPCM – si è svolto in varie località e strutture dell’Isola tra cui: Caritas San Saturnino Fondazione Onlus Cagliari, Ente Procura Generale Missionarie – Borgo tre mani, Centro di accoglienza San Vincenzo, Associazione Diversamente ODC, AISM Ass. Italiana sclerosi multipla Onlus, Associazione Alzheimer Caffè e Abbracci e Associazione ONLUS Lato B e Soc. Coop. Nonno Lello.
Sono stati realizzati tirocini online e in presenza con associazioni che si occupano di inclusione nel territorio nazionale come Parkinzone, ARCI Solidarietà ONLUS, La mia misura ASD, Cag. Corviale, Ass. Cult. PinDoc a Roma.
Il MaDIS/ il primo Master di I Livello in Danza e Inclusione Sociale in Italia, svoltosi in Sardegna, con la partecipazione di allieve e allievi provenienti dall’Isola e da oltre Tirreno, rappresenta un tentativo riuscito di esplorare le nuove frontiere della danza applicata alle questioni sociali, per attivare processi cognitivi e modalità espressive attraverso i linguaggi della scena declinati con sensibilità contemporanea all’interno della irrinunciabile dialettica tra arte e società.
«I risultati registrati hanno interessato maggiormente il tasso di inclusività – si legge nella relazione conclusiva – in quanto lo scambio di esperienze professionali (tra docenti) e personali (tra docenti e partecipanti, partecipanti e partecipanti, docenti e docenti) ha dato vita a un’esperienza totale, coinvolgendo tutti e ciascuno nella definizione di una traiettoria di vita, mirando ad uno sviluppo delle competenze sociali, di inclusione e di interazione».
Il MaDIS – per cui l’Isola rappresenta un laboratorio all’avanguardia che riflette una visione della danza come linguaggio aggregante e inclusivo, tra ricerca e sperimentazione artistica e progettazione culturale – è stato realizzato sotto l’egida del MIUR / Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con il patrocinio e il sostegno del Comune di Selargius e dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e del e con il fondamentale contributo della Fondazione di Sardegna.