L’emergenza ha prodotto anche un mutamento repentino della modalità di erogazione della prestazione lavorativa che è stata resa, laddove possibile, da remoto (lavoro agile, telelavoro, altre modalità)”.
Le ore lavorate in Italia hanno registrato una diminuzione del 7,7% nel primo, del 15,1% nel secondo trimestre e un rimbalzo del 21,0% nel terzo trimestre del 2020.
Coerentemente con l’andamento dell’attività economica e delle ore lavorate, ma con minore intensità, nel secondo trimestre l’occupazione interna (misurata nell’ambito delle stime dei conti nazionali) è diminuita del 2,4% rispetto al trimestre precedente, per poi manifestare una inversione nel terzo trimestre (+0,9%).
In totale, nei soli primi tre trimestri del 2020 rispetto all’analogo periodo del 2019 sono andate perdute 3,9 miliardi di ore lavorate.
Secondo le stime mensili della Rilevazione sulle forze di lavoro, in termini congiunturali l’occupazione diminuisce dal mese di marzo fino a giugno, presenta un’inversione di tendenza nei mesi di luglio e agosto, variazioni contenute a settembre e ottobre, e una risalita a novembre.
Nei dati provvisori di dicembre l’occupazione torna a diminuire (-0,4%), con un calo complessivo di 425 mila occupati rispetto a febbraio 2020.
Nella media dei primi tre trimestri del 2020, secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro, gli occupati diminuiscono di 470 mila unità (-2,0% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente) tornando poco sopra ai livelli del 2016.
Contestualmente si registra un calo di 304 mila disoccupati e un deciso aumento di inattivi tra 15 e 64 anni (+621 mila).
A subire maggiormente la crisi sono state le categorie più vulnerabili nel mercato del lavoro: la caduta del tasso di occupazione è stata quasi il doppio tra le donne rispetto agli uomini (-1,3 contro -0,7 punti percentuali) e più forte per gli under 35 (-1,8 punti contro -0,8 dei 35-49enni e -0,3 punti per gli over50) e per gli stranieri, per i quali il valore dell’indicatore scende al di sotto di quello degli italiani.
(ITALPRESS).