La guerra in Siria inizia nel 2011, otto lunghi anni di bombardamenti che distruggono ogni cosa, senza che qualcuno abbia davvero voglia di intervenire. Militari e civili spazzati via come mosche. Vite interrotte, sogni infranti, e sorrisi di bimbi spenti per sempre. Vittime inascoltate e orribili carnefici che si muovono, come automi, in uno scenario raccapricciante, dove i mostri spuntano dappertutto e lacerano l’anima degli innocenti senza alcuna pietà. Sembra il set di un film Horror, ma è ancora adesso, così come allora, la quotidianità di quel bimbo siriano che avrebbe raccontato tutto a Dio. Ma lui era solo un bambino.
I bambini non sanno che i terroristi ignorano la parola di Dio. Non immaginano nemmeno quanto possano essere malvagi “i cattivi”, fino a quando la guerra, non mostra loro la brutale violenza dell’uomo. E’ il nostro mondo a permettere tutto questo, solo nel 2018 sono 1.106 i bambini uccisi nei combattimenti in Siria e 262 gli attacchi a scuole e ospedali.
Spostiamoci per un attimo in Iraq, dove l’Isis riesce a superare perfino la sua stessa spietatezza, dirigendo verso i militari, donne, bambini e anziani che servono da scudi umani. Addestrano ragazzi sempre più giovani che chiamano “leoncini” e li usano come carri armati umani. Ma non è finita qui, perché quei ragazzi non sono figli degli jihadisti, ma dei loro prigionieri. L’Isis costringe il nemico a sparare sui propri figli, gli stessi che hanno tenuto in braccio e accompagnato a scuola.
Ancora oggi le guerre ad elevata intensità nel mondo sono moltissime e non accennano a concludersi. I bambini e le famiglie continuano a sopravvivere persi in un limbo. Dove sono le forze internazionali?
“…Dirò tutto a Dio!”. Quel bambino aveva ragione, davanti a tanta disumanità, solo Dio può qualcosa.
Sabrina Cau