Draghi e la conversione democratica e spirituale di Matteo Salvini
È ben evidente la conversione politica di Matteo Salvini, il quale, da europeista efferato, nonché populista ammiratore di Trump, è diventato europeista, affascinato addirittura dai contenuti di natura democratica propri dell’Unione Europea, di cui sottolinea il valore economico-sociale.
Non solo, Matteo Salvini è diventato consapevole del male che reca con sé l’odio razziale verso coloro che cercano rifugio nei territori italiani ed europei, sia in quanto profughi, sia in quanto alla ricerca di territori che li accolgano e li pongano al riparo dalla povertà assoluta.
“Come si cambia per non morire”, afferma una nota canzone.
Ed ecco farsi avanti un uomo “nuovo”, quasi umanizzato e umanizzante. Ci chiediamo stupiti: “Ma è proprio Salvini o un suo sosia?”.
L’uomo nuovo, per caso, di cui parlava San Francesco? La conversione, in ambito politico, non vi è dubbio, che stupisca ancor più di ogni altra conversione.
Certo, se Hitler avesse avuto una conversione della stessa natura di quella di Salvini, l’umanità non avrebbe assistito alla creazione dei forni crematori.
Attualmente, grazie alla conversione di Salvini, noi italiani possiamo essere sicuri che le forme di razzismo, che egli ha manifestato senza alcun pudore, in Italia non trovino più espressione alcuna.
Per noi che siamo fautori di un mondo non violento, ma accogliente e fraterno, ciò rappresenta una grande conquista, certo per quanto attiene la nazione italiana, tuttavia essa può costituire un esempio da seguire per gli amici di Salvini che vivono in Europa e nel resto del mondo.
È entusiasmante prendere atto del fatto che Matteo Salvini possa diventare esempio di fratellanza e di lotta contro il razzismo.
Si aggiunge, inoltre, il fatto che Matteo Salvini è diventato, per quanto attiene il piano politico, un democratico doc.
Noi, forse maliziosamente, riteniamo che, in tale frangente, per rimanere al potere bisogna essere democratici: questo lo ratifica la vittoria del democratico Joe Biden negli Usa che ha spodestato il sovranista Trump e lo ratifica anche la necessità di debellare la pandemia, che urge di essere combattuta attraverso le necessarie misure e non facendosi fautore di posizioni negazioniste.
Osserviamo, con soddisfazione, che la nuova filosofia democratica della vita e della politica viene, man mano, accolta da tutti, anche dal leader della Padania, sempre meno Padania e sempre più Italia, anzi sempre più Europa.
E allora tutti al centro, seguendo Mario Draghi, il quale pone al servizio dell’Italia il suo talento economico e la sua brillante intelligenza, connotata da umiltà e capacità di ascolto, caratteristiche, sovente, tipiche delle persone saggie.
Constatiamo, d’altra parte, anche che il M5S, definitosi, sin dal suo nascere, contrario ai poteri forti e alle banche, ora è ben lieto di sedersi accanto all’ex Presidente della Bce, anzi di sedersi al tavolo del comando.
Si afferma che nel mezzo c’è la verità o forse anche l’amore per il potere. Qualcuno potrebbe affermare: “Altro che conversione!”.
Quel che conta alla fine è che l’illustre Mario Draghi abbia raccolto tutte le più disparate anime politiche, facendo loro comprendere che l’Italia muore se lasciata nelle mani dell’incompetenza e del potere fine a se stesso.
Non si può negare che Mario Draghi componga, sapientemente, le fila, molto ingarbugliate, dando loro ordine, di un mondo politico che aveva disperso i valori della vita politica e sociale della nostra amata Italia. Il percorso è arduo, lo sappiamo.
Per tale motivo, è indubbio che occorra non solo unità, ma infinito amore e quel coraggio che sicuramente sgorga dall’amore autentico.