Si è tenuto oggi, 24 febbraio, l’EcoForum Sardegna talk totalmente on line dedicato all’economia circolare organizzato da Legambiente.
La Sardegna con il 73% è la seconda regione in Italia per la raccolta differenziata.
La Città Metropolitana di Cagliari è prima tra le città metropolitane d’Italia, con la percentuale con il 71,4% di raccolta differenziata, +13,6 punti rispetto al 2018.
L’economia circolare deve diventare un prezioso alleato per la ripartenza della Sardegna e deve essere, davvero, uno dei pilastri del Recovery Plan italiano.
Sono 194 i Comuni Rifiuti Free, quelli dove ogni cittadino produce al massimo 75 chili di secco residuo annuo, rappresentano il 51% dei comuni e interessano il 19% della popolazione della Sardegna, 363 Comuni con l’81% della popolazione hanno superato l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata, solo 14 Comuni non raggiungono il 65% di RD ma rappresentano il 19% della popolazione.
Il dossier Comuni Ricicloni Sardegna 2020 è scaricabile dal sito www.comuniricicloni.it e da www.legambientesardegna.com .
Economia circolare
Si chiama così la rivoluzione green in corso in Italia che può svolgere un ruolo importante nel nuovo contesto di crisi sanitaria ed economica che l’Italia sta attraversando, perché può creare nuova occupazione – fino a milione e mezzo di nuovi posti di lavoro-, portare risparmi per le imprese – 600 miliardi ogni anno -, e benefici per la qualità dell’ambiente – tra il 2% e il 4% del taglio delle emissioni di gas serra. Per questo è importante accelerare in questa direzione facendo sì che l’economia circolare diventi davvero uno dei pilastri del Recovery Plan italiano per aiutare il nostro Paese a uscire da un periodo così difficile, facendo decollare una delle più importanti eccellenze del nostro Paese, grazie al quale superare le criticità nella gestione dei rifiuti ancora presenti in diverse regioni. Si devono valorizzare le tante esperienze positive, condividere le conoscenze, promuovere le motivazioni di un settore dalle grandi potenzialità. E per farlo sono indispensabili volontà politica e strumenti adeguati.
È questo il messaggio che Legambiente ha lanciato anche oggi, in occasione della III edizione dell’EcoForum Sardegna dedicato quest’anno al presente e futuro dell’economia circolare e realizzato in collaborazione con Ecocentro Sardegna e ECCO-Economie Circolari di Comunità, promosso da Legambiente e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, e con il patrocinio del Regione Autonoma della Sardegna, della Città Metropolitana di Cagliari e del Comune di Cagliari. Un eventonazionale totalmente on line (streaming sulla pagina fb di Legambiente Sardegna e su nuovaecologia.it), che ha visto confrontarsi esperti del settore, rappresentati istituzionali, aziende innovative e all’avanguardia su un tema caro alla Sardegna, sempre più attenta alla sostenibilità ambientale e all’economia circolare.
Sono intervenuti:
PRIMA SESSIONE
L’accelerazione della Sardegna nella gestione virtuosa dei rifiuti
Annalisa Colombu, Presidente Legambiente Sardegna
Gianni Lampis, Assessore della Difesa dell’Ambiente Regione Autonoma della Sardegna
Simonetta Fanni, per il Direttore ARPAS
Salvatore Pinna, Gestione Rifiuti Regione Autonoma della Sardegna
Alessandro Guarracino – Assessore dell’innovazione tecnologica, ambiente Comune di Cagliari
Sandro Anedda, Amministratore Unico Tecnocasic
Maurizio Salvo, Area Rapporti con il Territorio Conai
Conclusioni: Stefano Ciafani, Presidente Legambiente Onlus
SECONDA SESSIONE
Le esperienze innovative in Sardegna: spazio alle storie
Coordinata da Enrico Fontana Segreteria nazionale Legambiente
Il recupero dei rifiuti provenienti dalla pulizia degli arenili
Ezio Esposito, CEO Ecocentro Sardegna
Il progetto GRRinPORT per una gestione sostenibile dei rifiuti e dei reflui nei porti
Daniela Spiga, DICAAR Università di Cagliari
Il progetto di sensibilizzazione CleanSeaLife per la riduzione dei rifiuti marini
Vittorio Gazale, Direttore Parco Nazionale dell’Asinara
Il riutilizzo dei gusci delle cozze per la costruzione di isolotti per la nidificazione dell’avifauna
Francesca Figus, Responsabile Marketing Nieddittas
Il nuovo COMPOST ARBOREA BIO e la certificazione per le produzioni alla filiera del biologico
Massimiliano Daga, Presidente Consorzio Industriale Provinciale Oristanese
Presentazione del Progetto ECCO
Alessio D’Addezio, Responsabile Economia Civile di Legambiente
Presentazione del Rapporto e Premiazione dei Comuni Ricicloni Sardegna 2020
Condotto da: Laura Brambilla Responsabile nazionale Comuni Ricicloni
Introduzione: Michele Meloni, Responsabile Rifiuti Legambiente Sardegna
Premiazioni: Marta Battaglia, Direttore Legambiente Sardegna
Sono intervenuti:
Giampietro Murru, Sindaco del Comune di Ilbono
Andrea Lutzu, Sindaco del Comune di Oristano
Piero Casula, Sindaco del Comune di Bosa
Antonella Delle Donne, Dirigente Cultura e Spettacolo del Comune di Cagliari
L’analisi dei dati dei Comuni della Sardegna
Sono 194 i Comuni Rifiuti Free, quelli dove ogni cittadino produce al massimo 75 chili di secco residuo all’anno: 73 in più dello scorso anno. E questa è davvero una buona notizia. Corrispondono al 51,5% dei comuni sardi e al 19% della popolazione. La maggior parte infatti sono piccoli comuni dell’interno, riuniti in Associazioni di Comuni (Unione di Comuni, Comunità Montane o altre associazioni). Per questo motivo, pur essendo ma maggioranza dei comuni sardi interessano un quinto della popolazione. La maggior parte è concentrata nelle Provincie di Nuoro, Oristano e Sud Sardegna, meno nella Provincia di Sassari e completamente assenti nella Città Metropolitana di Cagliari. Risultano virtuose le zone collinari e di montagna, anche grazie alla scelta vincente di aggregarsi nella gestione dei servizi di raccolta, ai sensi della Legge Regionale n° 12 del 2005.
I Comuni costieri faticano a raggiungere questi risultati a causa della popolazione fluttuante, concentrata nel periodo estivo. Fanno eccezione pochi comuni come Baunei, Gairo, Magomadas, Orosei, Siniscola, San Giovanni Suergiu, Tresnuraghes.
Sono 363 su 377 i Comuni che hanno raggiunto e superato l’obiettivo previsto dal Decreto legislativo n. 152/2006 (erano 341 nel 2018), corrispondono al 96,3% dei comuni e all’80,9% della popolazione dell’Isola.
Ben 237 comuni hanno superato il 75% di RD (erano 146 nel 2018), corrispondono al 62,9% dei comuni e al 46,7% della popolazione.
Solo 14 comuni non arrivano all’obiettivo di legge del 65% di RD. Corrispondono al 3,7% dei comuni dell’Isola ma interessano il 19%, quasi un quinto, della popolazione. Tra questi comuni troviamo Cagliari, con il 64% di RD e un incremento del 27,6% rispetto al 2018, un risultato notevole, unito a una netta riduzione del l’indifferenziato pro capite a 170, 5 kg, con una diminuzione di ben 195 kg rispetto al 2018. Anche Sassari si ferma al 56,7% di RD (+3,4%) e 207,6 kg di indifferenziato pro capite (-20,5 kg). Solo la Provincia di Oristano ha superato il 65% di RD in tutti i suoi comuni.
Tra i Comuni con più di 10.000 abitanti solo 2 sono Rifiuti Free, Siniscola e Villacidro. Oltre a questi sono 11, contro i 10 del 2018, i comuni che riescono a stare sotto la soglia dei 100 kg, tra questi troviamo Nuoro.
Tra i capoluoghi, Cagliari con il 64% di RD smaltisce 170,5 kg/abitante, Oristano con il 78,4% di RD smaltisce 112,9 kg/abitante, Nuoro con il 74,4% di RD smaltisce 97,6 kg/abitante, Sassari con il 56,7% di RD smaltisce 207,6 kg/abitante.
“L’ottimo risultato raggiunto dalla Sardegna è frutto di un impegno profuso dalla Regione e da tanti comuni con una visione chiara delle priorità nel campo dell’economia circolare. I valori assoluti e i miglioramenti continui che rileviamo vanno sostenuti, condivisi e comunicati per raggiungere l’obiettivo ambizioso della totalità dei comuni sardi Rifiuti free – dichiara Annalisa Colombu, presidente nazionale di Legambiente. Uno sforzo ulteriore va fatto sui comuni costieri, buona parte dei quali già abbondantemente al di sopra del 75% di Raccolta differenziata, nei quali attuare strategie che vedano il turista come prezioso alleato nella buona gestione dei rifiuti prodotti e nella riduzione del secco residuo”.
«La Sardegna ha un’opportunità sul territorio» afferma Ezio Esposito, amministratore delegato di Ecocentro Sardegna «che permette di dare una risposta concreta al trattamento e recupero dei rifiuti spiaggiati, permettendo di separare i rifiuti presenti, inviandoli a smaltimento, e valorizzare la frazione organica, restituendo inoltre una sabbia pulita alle spiagge di origine. Contribuendo a contrastare in questo modo il fenomeno della erosione costiera. Annualmente in Sardegna, con i metodi finora utilizzati, si perdono circa 90.000 tonnellate di sabbia contenuta all’interno della posidonia, che vengono allontanate dall’arenile. Quantitativi importanti di sabbia che con la nostra tecnologia potrebbero tornare sulle spiagge d’origine.