Ma che testimoniano, sono parole sue, ‘un enorme sacrificio sostenuto con generosità e impegno’ dal personale sanitario. Un riconoscimento importante e doveroso, del quale, come sindacato degli operatori della sanità, le siamo grati. Ora però le chiediamo un cambio di passo affinchè predisponga al più presto un piano Marshall per risollevare il SSN messo a dura prova dalla pandemia”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale nazionale della Fials, dopo le comunicazioni programmatiche del premier al Senato.
Durante il discorso al Parlamento sulla richiesta di fiducia, Draghi ha spiegato anche che l’aspettativa di vita si è abbassata e che ‘un calo simile non si registrava in Italia dai tempi delle due guerre mondiali’. Per questo, noi della Fials confidiamo nella fattività dei suoi propositi e ci aspettiamo che alle parole di stima seguano piani concreti. Per prima cosa il capitale umano.
Se, come ha detto, ‘la pandemia ha messo a dura prova il SSN sottraendo personale e risorse alla prevenzione e alla cura di altre patologie, con conseguenze pesanti sulla salute di tanti italiani’, il nuovo esecutivo provveda immediatamente a dare avvio a nuove assunzioni per far rifiatare medici e infermieri ormai stanchi, e iniettare linfa vitale alle Aziende sanitarie in affanno.
“Siamo sicuri che il nuovo Governo – ribadisce Carbone – farà le riforme ma affronterà anche l’emergenza. Allora il presidente del Consiglio in pectore converrà che i bandi per il reclutamento di personale sanitario pubblicati sinora siano largamente insufficienti a fronteggiare la massiva campagna vaccinale, nonché il recupero di tutte le attività che sono state lasciate indietro a causa della pandemia”.
“Comprendiamo il lapsus sul numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid, ma riteniamo di fondamentale importanza – sottolinea il segretario generale Fials – che un homo economicus come Draghi sia conscio dei limiti del nostro SSN, come anche degli sforzi abnormi compiuti per arginarne le drammatiche conseguenze in termini di vite umane”.
La Fials si dichiara d’accordo con il presidente, quando afferma che il primo pensiero ‘riguarda la nostra responsabilità nazionale’ e che ‘il principale dovere a cui siamo chiamati tutti è di combattere la pandemia’. Ancor di più, quando auspica l’apertura di ‘un confronto a tutto campo sulla riforma della nostra sanità’. La luce alla fine del tunnel, e su questo convergiamo, è rappresentata della sanità territoriale da realizzare attraverso ‘una forte rete di servizi di base’.
“Ma per creare case e ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimità contro la povertà sanitaria – conclude Carbone – occorrerà stanziare ben più dei 19,72 mld previsti da Recovery Plan e React Ue. Altrimenti sull’assistenza domiciliare integrata e sull’affidamento delle acuzie agli ospedali, rischiamo di scrivere un libro dei sogni e di perdere il treno per il futuro”.