La Guardia di Finanza di Oristano, infatti, ha individuato una frode fiscale milionaria perpetrata da un soggetto di nazionalità cinese, titolare occulto della nota azienda con sede nella città di Eleonora a insegna “JIN”.
Le complesse e articolate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Oristano, sono andate avanti su più fronti e nei confronti di più soggetti prestanome dell’odierno indagato (che, tra l’altro, risulta irreperibile) per quasi 5 anni.
Le originarie indagini hanno preso avvio a partire da una verifica fiscale eseguita nel 2016 nei confronti della società “IL PARADISO DELLO SHOPPING S.r.l.” al termine della quale la
rappresentante legale della stessa (che è uno dei prestanome cinesi dell’odierno indagato nonché sua nipote) è stata condannata con sentenza definitiva per il reato di frode fiscale (art. 3 D. Lgs. 74/00) per aver evaso le tasse di un importo totale (per gli anni 2013 e 2014) pari a complessivi €2.896.848,65.
Considerati quei primi risultati, sono stati avviati ulteriori e più approfonditi accertamenti ponendo l’attenzione sulla “storia” decennale dell’attività commerciale destinataria delle attività di perquisizione e sequestro.
A partire dall’anno 2009, infatti, si sono avvicendati diversi soggetti (persone fisiche tutte di nazionalità cinese e società aventi natura giuridica di “S.r.l.”) con continui cambi di intestazione utilizzati sistematicamente come “scatole vuote” per celare, in occasione dei controlli delle autorità, la riconducibilità alla mente e al disegno criminale dell’effettivo proprietario dell’azienda commerciale.
Sotto l’egida della Procura della Repubblica di Oristano, pertanto, sono state effettuate ulteriori attività di polizia giudiziaria al fine di confermare gli elementi appresi e comprovare che, al di là del formale intestatario del momento, il dominus nella gestione dell’attività commerciale risultava essere JIN Lirong, soggetto che, a fronte di redditi personali risibili, è titolare di disponibilità finanziare per diverse centinaia di migliaia di euro in Cina (nel 2018 la moglie, al momento dell’imbarco dall’aeroporto di Elmas per la Cina, è stata trovata in possesso di € 30.000,00 in contanti), si permette di sostenere spese per circa € 80.000,00 all’anno per far studiare i 3 figli minori in prestigiose scuole d’oltremanica e afferma (in una chat sequestrata ed esaminata durante le indagini) di aver completato la costruzione di un grande centro commerciale di 10mila mq in Cina.
Per anni il predetto indagato ha frodato il Fisco italiano e il sistema fraudolento posto in essere era tanto semplice quanto efficace: per abbattere il reddito e minimizzare o evitare la tassazione, ha contabilizzato sistematicamente (e inserito nelle dichiarazioni dei redditi) centinaia di fatture false anche “fatte in casa” per attestare acquisti falsi (gonfiando, quindi, i “costi” aziendali), sempre di importi sotto la soglia per la quale scatta il pagamento con metodi tracciabili; detti acquisti non sono mai stati effettuati o comunque non provenivano dai fornitori indicati sulle fatture, soggetti che hanno dichiarato di non aver mai emesso tali documenti contabili (in tutto sono stati interessati quasi 140 fornitori con sede e ramificati in tutta Italia). Inoltre, parte degli incassi, nonostante l’emissione degli scontrini fiscali, non veniva poi registrata in contabilità e per far perdere le tracce di quei ricavi, si facevano “sparire” le chiusure giornaliere di cassa, le schede di memoria dei registratori di cassa e, in qualche occasione, anche gli stessi apparecchi installati.
Periodicamente, poi, le aziende di volta in volta create per gestire l’attività e intestate a prestanome o a parenti del predetto JIN, chiudevano i battenti e i titolari si rendevano irreperibili, come è accaduto proprio per la nipote di JIN (in occasione della condanna subita per la suddetta società “IL PARADISO DELLO SHOPPING S.r.l.”) alla quale è subentrato un nuovo soggetto economico (inizialmente) “pulito”.
Il lungo e complesso lavoro effettuato dai finanzieri oristanesi con la collaborazione di interpreti di lingua cinese nominati dalla Procura della Repubblica, ha consentito di cristallizzare la reale posizione di JIN Lirong, che si è reso irreperibile in quanto indiziato, a vario titolo, dei reati di “Dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti”, “Dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici” “Omessa dichiarazione dei redditi” e “Occultamento e distruzione di scritture contabili”.
Al termine dell’attività di polizia giudiziaria, su richiesta del Pubblico Ministero, il GIP di Oristano ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca “per equivalente” dei beni fino alla concorrenza della somma di € 2.536.987,25 nonché il sequestro preventivo dell’azienda al fine di impedire la reiterazione del reato di evasione fiscale con affidamento a un amministratore giudiziario nominato per proseguire l’attività aziendale, che dovrà così essere ricondotta alla legalità nell’interesse dei lavoratori dipendenti e delle altre aziende sane della zona che operano secondo la legge.
Inoltre a carico di JIN Lirong è stata disposta la misura coercitiva personale del divieto di espatrio prescrivendo allo stesso di non lasciare il territorio nazionale senza l’autorizzazione del giudice.
Tale provvedimento è stato eseguito con l’impiego di oltre 30 militari delle Fiamme Gialle
provinciali attivamente coadiuvati, nell’occasione, da personale del Comando Provinciale
dei Vigili del Fuoco e della Questura di Oristano.