In tempi di Covid19 dove i viaggi sono interrotti insieme ai contatti ravvicinati, la moda può contare su un grande mezzo di comunicazione attraverso internet per continuare a costruire mondi immaginari, universali, dove bellezza e sogno rappresentano l’antidoto al presente.
Per presentare la nuova collezione 2021 Antonio Marras punta una volta di più sulla territorialità e questa volta non solo attingendo la sua ispirazione dalla tradizione sarda, ma puntando i riflettori su un sito che tutto il mondo dovrebbe conoscere, unico, maestoso, preistorico, affascinante e dal valore incommensurabile: la reggia nuragica di Barumini. Il messaggio è semplice ma potente, quello di una Sardegna unica e irripetibile. Una Sardegna come l’Isola di Pasqua, come il Machu Picchu, Stone Age e Angkor Wat. Una sfilata, uno short-movie, un video con un cast e una crew quasi interamente sardi (fatta eccezione per pochi professionisti e grandi amici che però masticano l’isola da tempo immemore), con l’intento di dimostrare che in Sardegna si è in grado di realizzare eventi con risorse locali degne dei grandi show di Milano, Parigi e New-York, anche grazie alla partnership con la Fondazione Sardegna Film Commission della Regione autonoma della Sardegna e al sostegno di Sardegna Teatro, della Fondazione Barumini Sistema Cultura e del Comune di Barumini che hanno aiutato a trasformare questo sogno in realtà. Il video realizzato, destinato a milioni di visualizzazioni, verrà mandato online durante Milano Fashion Week dove clienti, giornalisti, stylist, influencer e addetti al settore più importanti del mondo della moda potranno vederlo a partire dal 26 febbraio. «Si realizza quello che ho sempre perseguito nel mio lavoro, quello che ho sempre sostenuto: la moda è alchimia – racconta lo stilista Antonio Marras – riunisce e racchiude tutto ciò che amo: cinema, teatro, danza, musica, letteratura, storia e stracci. A Su Nuraxi, la reggia, luogo sacro e magico costruito dai miei avi quattromila anni fa, ho ambientato la mia nuova storia dedicata alla mia terra, generosa e fertile di idee». «La Regione intende promuovere con forza il carattere identitario delle sue produzioni, delle sua cultura millenaria e del suo territorio anche attraverso manifestazioni di riconosciuto prestigio come questa che si appresta a realizzarsi nello scenario unico di Barumini – dichiara il presidente della Regione Autonoma della Sardegna Christian Solinas – Riteniamo che un evento internazionale di questa dimensione possa contribuire a proiettare l’immagine suggestiva della nostra Isola nel mondo. Questa manifestazione, che ha come protagonista la straordinaria testimonianza della civiltà nuragica valorizzata dal talento creativo di uno degli ambasciatori più celebri nel campo della moda rappresenta un segnale di speranza e ottimismo, nonché un positiva impulso al turismo nella nostra Isola». Il complesso nuragico di Barumini è tra i 55 siti italiani inseriti dall’UNESCO nella World Heritage List poiché comprende l’esemplare meglio conservato di tutti i nuraghi sardi, importante testimonianza di come una comunità preistorica abbia saputo realizzare in modo fantasioso e innovativo i materiali e le tecniche costruttive dell’epoca. Il villaggio di Barumini con le sue vestigia racconta all’odierno visitatore la storia della civiltà millenaria che ne ha abitato il territorio per un lunghissimo periodo di tempo databile tra l’età del Bronzo e il III secolo d.C. Per questo Barumini è il simbolo della Sardegna dei grandi monumenti in pietra: un luogo suggestivo e misterioso da visitare, che come la Lecce di Dior o la Palermo di D&G racconta in maniera inedita le radici culturali che ispirano la filosofia del brand. Anche l’assessore regionale della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, Andrea Biancareddu, plaude all’iniziativa: «questo progetto rappresenta un ottimo connubio tra innovazione e alta sperimentazione messe al servizio del patrimonio archeologico e identitario della nostra regione. La Sardegna nuragica rivisitata da un artista totale come Antonio Marras, incontra la modernità anche attraverso i volti di giovani talenti sardi del teatro, del cinema, della moda e dello sport, costruendo una narrazione che reinventa la nostra isola tra tradizione e modernità, offrendosi al mondo con la sua maestosità e senza tradire sé stessa». Le riprese – durate tre giorni dal 16 al 18 febbraio – hanno impegnato circa 150 persone su un set protetto dove la Film Commission ha garantito l’applicazione di un rigido protocollo di sicurezza anti Covid-19, che ha previsto la massima tutela di tutti i professionisti impegnati sul progetto. Da segnalare anche l’indotto diretto generato sul territorio, che in un periodo difficile per il turismo sardo ha coinvolto tre strutture alberghiere e numerosi servizi accessori. «Siamo orgogliosi di avere ospitato questo importante appuntamento per una collaborazione che ha rappresentato un ulteriore occasione utile a proiettare nel mondo l’immagine più genuina della cultura e archeologia sarda, rappresentata dal Sito UNESCO di Su Nuraxi di Barumini», dice il Presidente della Fondazione Barumini, sistema cultura, Emanuele Lilliu. «Una partnership resa possibile anche grazie all’impegno della Fondazione che continua a svolgere un ruolo fondamentale per sostenere il lavoro e lo sviluppo nel turismo culturale in Sardegna» dichiara il Segretario Generale manager della Fondazione Barumini, Tonino Chironi.Le riprese nel complesso nuragico Su Nuraxi di Barumini sono state rese possibili grazie alle autorizzazioni concesse dalla Direzione Regionale Musei Sardegna. La produzione del cortometraggio è di Antonio e Patrizia Marras con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission, la regia è di Roberto Ortu, la fotografia di Francesco Piras, il suono di Pier Giuseppe Fancellu. Nel cast, gli attori Lia Careddu, Francesca Ventriglia, Massimo Melis, Noemi Medas, Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Felice Montervino. Il cast dei modelli – multietnico e interamente sardo – include volti emergenti e professionisti affermati già rappresentati da agenzie nazionali e internazionali, nonché giovani talenti dello sport, del teatro e del cinema “Made in Sardegna”. SINOSSI DELLO SHORT FILM “SU NURAXI”
Ci fu un tempo che si decise di ricorrere a forze ultraterrene. C’era bisogno di intercedere in alto, molto in alto, con mezzi suadenti, incisivi e determinanti. Ne andava della sopravvivenza della specie: una malattia incurabile e sconosciuta minacciava l’estinzione della razza umana.
A Barumini, c’era la reggia di Su Nuraxi, che si diceva, avrebbe accolto tutti i pellegrini che avessero avuto il coraggio, l’ardire e la determinazione di chiedere la grazia, con i dovuti modi di riverenza e di ragionamenti, alla divinità, La Nuraxina, regina di Su Nuraxi, ormai diventata un personaggio mitico.
La reggia era da sempre meta di pellegrinaggio per tutti coloro avessero avuto bisogno di aiuto ma questa volta la diffusione della malattia accomunava tutte le genti del mondo. Dal nord ghiacciato e inospitale all’equatore bollente e perturbato per poi andare da est dove il sole sorge prima e sino al lontano ovest, dappertutto, in un territorio dove il sole non tramonta mai, tutti vivevano lo stesso dramma. Si mossero in una moltitudine, poiché il richiamo si sparse nei territori limitrofi fino alle terre più lontane grazie all’intervento delle fate Tanittas che si erano prese a cuore la salvezza del mondo conosciuto: le fate sfrecciarono in volo raggiungendo i confini dell’Impero portando la speranza dove tutti l’avevano abbandonata.
Tutti portavano doni. Bronzetti per onorare i propri antenati, cesti carichi di ogni bendidio, tappeti, arazzi, campanacci ognuno con il suo suono unico e irripetibile, nidi intrecciati di tessuto come simbolo di casa: il bene più prezioso insieme ai libri. E ancora libri vecchi, libri storici e libri per bambini. E tutti, proprio tutti, credevano in Su Nuraxi e la sua Regina. Il pellegrinaggio sarebbe stato salvifico, era sicuro!