Le ultime segnalazioni provengono dalla Puglia, dalla Sicilia, dalla Campania ma sull’intero territorio nazionale i lavoratori impegnati a combattere il virus sono troppo spesso bersaglio di violenze. Anche i centri vaccinali sono diventati teatro di episodi che hanno visto coinvolti, loro malgrado, gli operatori della sanità.
Le difficoltà di questa lunga battaglia al Covid-19 si ripercuotono anche sugli utenti ma i lavoratori non possono diventare un bersaglio indifeso. Il decreto legge antiviolenza per gli operatori sanitari ha portato a un inasprimento delle pene che però, a oggi, non sta limitando le aggressioni. C’è bisogno che venga applicato con fermezza, ma non può bastare.
Chiediamo che vengano attuate tutte le forme di protezione possibile che possano mettere in sicurezza gli operatori sanitari: dalla creazione di percorsi dedicati al supporto di guardie giurate fino alla riapertura, ove possibile, dei posti fissi di pubblica sicurezza. La protezione di chi è impegnato in prima linea nella lotta al virus deve essere in un momento così delicato una priorità assoluta”.