Orsi Trentini. L’Oipa invia una lettera aperta ai parlamentari europei e aspetta un riscontro dalla procura per la denuncia di maltrattamento e istanza di sequestro del casteller.
Comparotto: «Il centro di detenzione del Casteller è inidoneo e non garantisce il benessere degli animali reclusi per la cui libertà stiamo lottando da mesi nelle aule giudiziarie. Il loro mantenimento lì costa anche molto più delle azioni di prevenzione»
Lo abbiamo sempre detto che gli orsi reclusi nel Casteller vivono in cubicoli di cemento. Il video diffuso oggi da alcuni attivisti trentini ne è la riprova.
Vista la gravità delle condizioni in cui versano i tre orsi detenuti al Casteller e date le inadeguate condizioni di cattività che sono costretti a subire, così come attesta la relazione sul sopralluogo svolto il 14 settembre scorso dalla delegazione di esperti inviata dal Ministero dell’Ambiente, l’Organizzazione internazionale protezione animale (Oipa) ha presentato lo scorso ottobre alla Procura della Repubblica di Trento istanza di sequestro preventivo del Centro faunistico della Provincia Autonoma di Trento “Casteller” per inidoneità della struttura a ospitare gli orsi attualmente detenuti, e gli altri che si prevede di catturare. L’istanza di sequestro si aggiunge alle altre nostre azioni legali a tutela dei tre orsi reclusi M49, M57 e DJ3, quest’ultima al Casteller da oltre 9 anni.
«Aspettiamo ancora dalla Procura di Trento un riscontro alla denuncia-querela depositata con l’istanza di sequestro preventivo della struttura», spiega il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Il centro di detenzione del Casteller è inidoneo e non garantisce il benessere degli animali reclusi per la cui libertà stiamo lottando da mesi nelle aule giudiziarie».
L’Oipa chiede aiuto in questa battaglia anche al Parlamento Europeo. «Stiamo inviando in questi giorni una lettera aperta agli europarlamentari chiedendo un loro intervento a tutela degli orsi rinchiusi, specie protetta, che la Provincia autonoma di Trento sta gestendo a colpi di ordinanze di cattura e addirittura di abbattimento», prosegue Comparotto.
«Si è affidato alla Provincia di Trento la gestione del progetto europeo Life Ursus per il ripopolamento. Con questi risultati: la persecuzione e l’inflizione di sofferenze per gli orsi che fanno gli orsi. La prevenzione delle incursioni dei plantigradi, oltre a evitare problemi agli umani, agli animali e alle cose, costa molto meno del loro stesso mantenimento in cattività e dei risarcimenti danni».
Leggi e scarica la lettera aperta dell’Oipa agli europarlamentari
Leggi e scarica la relazione della delegazione di esperti inviata dal Ministero dell’Ambiente