Porto Cervo: aggressione all’operatore del 118 davanti al Just Cavalli
I Carabinieri della Stazione di Porto Cervo sono giunti alla conclusione di un’articolata attività investigativa, che ha avuto inizio la scorsa estate, a seguito dell’aggressione al soccorritore del 118 che, la notte di Ferragosto, era intervenuto per prestare primo soccorso a un ragazzo che necessitava di cure all’esterno del noto locale notturno “Just Cavalli”.
Le indagini
Gli accertamenti condotti dai militari, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, Dott. Gregorio Capasso, hanno permesso di ricostruire l’episodio e di identificare l’autore, un imprenditore 28enne, pakistano di seconda generazione ma nato a Roma, in vacanza in Costa Smeralda, noto alle Forze di Polizia e radicato nell’ambiente criminale della Capitale, che si è reso responsabile dei reati di lesioni personali gravi e interruzione di pubblico servizio, poiché in quel momento, a suo avviso, le operazioni di soccorso stavano intralciando il traffico stradale. L’operatore sanitario aveva subito la frattura scomposta del setto nasale, con oltre due mesi di prognosi.
La difficoltà dell’indagine è stata proprio l’identificazione dell’uomo, sconosciuto ai testimoni presenti quella notte, nonché l’individuazione dell’autovettura su cui viaggiava e utilizzata per allontanarsi, la quale è risultata intestata a una società non riconducibile a lui in nessun modo. Essendo cosciente della gravità del fatto, il 28enne ha accuratamente nascosto l’auto coprendola con un telone e ha lasciato l’isola pochi giorni dopo.
L’approfondito controllo dei social network e delle banche dati in uso alle forze di polizia ha permesso di ricondurre con certezza l’episodio al 28enne, permettendo anche ai testimoni di riconoscerlo senza alcun dubbio.
Insieme a lui è stata denunciata anche una donna di 21anni, anche lei romana.
Le indagini, inoltre, hanno permesso di scagionare il turista 32enne, anch’egli romano, che molti testimoni avevano erroneamente indicato come partecipante all’aggressione. All’epoca l’indignazione per il gesto fu molta, e sui social centinaia furono le minacce rivolte al misterioso autista dell’auto gialla, vistasi allontanare dal luogo.