Mater Olbia al palo senza convenzione sanitaria nel 2021? Possibile rischio erariale per i funzionari di ATS Sardegna
Mater Olbia al palo? Sono più di cinque anni che attorno ai meandri societari del Mater Olbia Hospital si fa finta di niente, dove non sono mancati gli avvicendamenti manageriali creati a hoc dopo le firme di atti importanti e vitali per la stessa struttura ospedaliera.E siamo alle solite: tonnellate di documenti. In tutti i modi si è cercato di mettere il bavaglio ad alcune testate giornalistiche che con atti e documenti alla mano hanno ribadito, a chi volesse capire, il grosso pericolo per la particolare delicata gestione manageriale del Mater Olbia Hospital, per certi versi non sempre trasparente. È da un triennio che la struttura sanitaria privata propone offerte di lavoro.
Mater Olbia al palo senza convenzione sanitaria nel 2021?
Possibile rischio erariale per i funzionari di ATS Sardegna
In mezzo al marasma giudiziario che continua ad attanagliare il Mater Olbia Hospital, si sono aggiunti dei creditori, con una sola azienda, per di più sarda, che deve percepire oltre un milione e trecentomila euro. Di questo passo, sinceramente, non si riesce a capire dove voglia arrivare il Management della clinica privata, finanziata e tenuta in vita, a quanto pare, dai finanziamenti della Regione Sardegna per il tramite di ATS.
Come non prendere atto, ad esempio, del fatto che il rogito di acquisto del compendio Mater Olbia, avvenuto tra la Fondazione Monte Tabor in fallimento concordato preventivo e la SHRP S.r.l., risulta nullo, insanabile, non producente effetti giuridici, inefficace e, di fatto e in diritto, inesistente geneticamente a seguito della causa giudiziaria 1298/19 radicata presso il Tribunale Civile di Tempio Pausania da Alessandro Marini, in proprio e nella qualità di legale rappresentante del Consorzio stabile Italia degli I.V.G.I., proprietario a titolo originale per usucapione e, di fatto, quindi, dei 60 ettari circa dei terreni che costeggiano tutto il complesso immobiliare.
La società SHRP S.r.l. con a capo Lucio Rispo, ha chiesto la restituzione degli oltre 57 milioni di euro alla Fondazione del Monte Tabor di Milano. Insomma, un vero pasticcio. Va tenuto conto, in proposito, che il Notaio Lamberto Corda di Cagliari, a suo tempo, ha fatto presente al Deus dell’operazione, Lucio Rispo, che esisteva un pregiudizievole in favore di Alessandro Marini o chi per lui, regolarmente trascritto presso la conservatoria dei registri immobiliari e che l’atto in se stesso poteva essere soggetto a nullità insanabile.
Lucio Rispo, però, forse ritenendosi un soggetto inattaccabile (o intoccabile?), il 28 maggio 2015 ha commesso l’errore di procedere per la sua strada, dando, di fatto, disposizione al notaio di rogitare l’atto di acquisto della struttura (sommarie informazioni rilasciate da Rispo alla Competente Procura della Repubblica di Tempio Pausania il giorno 7 luglio 2015 ore 17:30 ), tanto che, allo stato attuale, rischia di coinvolgere attivamente i funzionari e politici ATS Azienda Sanitaria Regionale, per danno erariale, considerato che solo nel semestre 2020 hanno liquidato circa 17 milioni di euro alla stessa società Mater Olbia Spa, carente, tra l’altro, di legittimazione attiva in seguito della nullità del contratto d’affitto stipulato con la SHRP S.r.l.
Un contratto, è bene ribadirlo, che apparentemente le dava il requisito sostanziale per richiedere l’accreditamento della struttura con contestuale convenzione milionaria.
È evidente, alla luce di tale esborso, che i Manager del Mater Olbia Hospital non vivono giornate serene, soprattutto in seguito del mancato rinnovo della convenzione (per 66.6 milioni) scaduta il 31 dicembre 2020.
Stando a voci che circolano in alcuni ambienti del Palazzo della Regione Autonoma della Sardegna in Cagliari, qualcuno azzarda la previsione che la clinica possa diventare una struttura al servizio esclusivo di fantomatiche ricche famiglie. A quel punto c’è da chiedersi: che fine farà la convezione ?
Nessuno degli interessati vuole parlare. La situazione pare molto grave e la brutta figura è dietro l’angolo, al punto che quel castello di cemento armato costruito al 95% con i soldi di Don Luigi Verzè e rispolverato da Lucio Rispo & Company con qualche pitturata alle pareti, potrebbe sciogliersi come neve al sole grazie alla scellerata gestione della Qatar Foundation Endowment llc, in virtù del possibile quanto apparentemente certo dello stop dei fondi della Regione Autonoma della Sardegna.
In certi ambienti politici e sanitari, qualcuno azzarda l’ipotesi che Il Mater Olbia Hospital potrebbe sparire dai radar dell’aeroporto internazionale Costa Smeralda di Olbia e raggiungere così la società di famiglia Air Italy Spa, sparita, appunto, dalla Sardegna.
Basterà un semplice consulto legale (a spese dei contribuenti Sardi) per rinnovare la convenzione per l’annualità 2021? Il possibile rischio del danno erariale, per i funzionari ATS Sardegna, è dietro l’angolo, un rischio, tutto sommato, piuttosto alto, considerato che la Procura generale della Corte dei Conti sta vagliando gli atti.
La Sardegna, dunque, non è il Qatar e, soprattutto, non è neanche la Campania.
A distanza di circa sei anni, qualcuno non ha ancora percepito il timore piuttosto reale che con il passare del tempo cresce e matura il serio rischio che il Titanic si inabissi in modo concreto. Qualora, un bel giorno, si dovesse assistere alla “catastrofe”, nessuno potrà attribuire responsabilità specifiche ai dirigenti e ai funzionari dell’ATS, incolpevoli spettatori di una situazione maturata per negligenza e incompetenza da parte di una politica poco accorta, che, almeno nel caso del Mater, molto probabilmente non ha approfondito le opportune verifiche sulla spendita dei soldi pubblici.