“Questo appello – ribadisce – ha poco a che fare con la valorizzazione delle professioni. Rispettiamo e apprezziamo chi offre il suo tempo libero al volontariato, ma non condividiamo la richiesta inoltrata dall’Asugi agli ordini professionali. Da mesi si sta parlando del piano vaccinale e pensavamo che fosse già stato ampiamente organizzato. È ormai da un anno che gli operatori della sanità vivono ogni giorno con i disagi e le difficoltà operative derivanti dalla pandemia ed è arrivato il momento di valorizzare anche economicamente le loro competenze professionali e le loro responsabilità”. “Per questo – conclude il segretario generale Fials – non troviamo opportuno chiedere ai professionisti sanitari la disponibilità di fornire gratuitamente ulteriori 24 ore al mese da dedicare alla somministrazione dei vaccini”.
Il sindacato esprime la massima solidarietà verso gli ordini che hanno già sollevato e stanno continuando a sollevare gli scudi in tutta Italia contro un’iniziativa dannosa come questa. Invitiamo altresì le aziende sanitarie a rapportarsi in modo corretto con la complessità del mondo dei professionisti sanitari. Comprendendo le difficoltà che il sistema sanitario sta incontrando nell’organizzare il piano vaccinale, la Fials nazionale ha chiesto di togliere il vincolo dell’esclusività per gli infermieri, proprio per consentire a questi professionisti di contribuire alla buona riuscita del piano di vaccinazione, fornendo le loro competenze anche al di fuori dell’orario di lavoro istituzionale, ma allo stesso tempo riconoscendogli una doverosa e adeguata remunerazione.