Viaggio nella Roma imperiale
“A Ferentino ci sono ben 26 siti risalenti a epoche diverse di grande valore archeologico. Come Archeoclub d’Italia (sede di Ferentino) stiamo curando una pubblicazione che presenteremo tra circa due mesi. Con il Press Tour, programmato per il 30 maggio, entreremo nell’Acropoli di Ferentino, situata nella zona nord-ovest e in posizione eccentrica rispetto al tessuto urbano delimitato dalla cinta muraria esterna. Si tratta di una vasta area le cui pendici sono fortificate e regolarizzate da una possente opera muraria, costruita secondo due tecniche diverse che illustreremo da vicino.
Dunque entreremo e vedremo un’Acropoli le cui mura risalirebbero a ben due epoche diverse, ossia molto antica (pelasgica, poligonale) la parte inferiore in massi di calcare; di età sillana la parte superiore in blocchi squadrati di travertino; ma c’è chi sostiene che l’epoca costruttiva sia unica, tra il II e il I secolo a.C. Il dibattito è in corso”. Lo ha annunciato oggi, Antonio Ribezzo, Presidente di Archeoclub d’Italia sede di Ferentino.
Il Press Tour nell’Acropoli di Ferentino
Siamo dinanzi a una grande novità con un Press Tour archeologico non distante da Roma. Entreremo negli edifici ed anche nelle parti più sconosciute. Vedremo opere ingegneristiche risalenti al 100 a.C.
“Sul lato sud-ovest dell’Acropoli sporge un avancorpo, un’opera imponente di ingegneria romana. Era luogo di osservazione militare e di difesa. Risale all’età sillana, tra il 100 e l’80 a.C – ha continuato Ribezzo – ed è contemporanea alla costruzione del Mercato Romano coperto.
La realizzazione dell’edificio fu sostenuta dai censori Aulo Irzio e Marco Lollio, come si legge dall’iscrizione incisa sulla facciata sud-ovest. Insieme all’altra, che si trova sul lato sud-est, costituiscono una importante testimonianza epigrafica. Le vedremo!
Si poteva accedere all’interno dell’avancorpo da 2 porte, una posta sul lato nord-ovest, ora chiusa, e l’altra sul lato sud-est.
Tutto il complesso è stato progettato in funzione degli accessi alla spianata, alle fortificazioni e alle strutture dell’Acropoli, nonché dell’Avancorpo. Nei sotterranei, in corrispondenza della spianata, sulla quale in epoca romana sorgeva un edificio monumentale, sono visibili gallerie con volte a tutto sesto”.
I resti della chiesa dedicata a San Pietro
“Sull’Acropoli esisteva originariamente una chiesa dedicata a San Pietro, risalente ai primi secoli del Cristianesimo. La tradizione vuole che l’Apostolo sia passato a Ferentino. Giacomo Bono sostiene che sia stata eretta nel V secolo.
Nel 1850 venne affidato all’architetto Andrea Busiri Vici il progetto per una nuova cattedrale che doveva sostituire quella attuale. Avrebbe dovuto eguagliare la chiesa di Sant’Andrea della Valle a Roma, con tre portali corrispondenti alle tre navate interne, torri laterali e cupola centrale. Le fondamenta dell’edificio, mai portato a termine, sono ben visibili, saldamente piantate su fortificazioni di epoca romana, come è ben leggibile la relativa stratificazione archeologica”.
La Domus romana con pavimenti musivi dell’Acropoli di Ferentino
“Rinvenuta al piano terra del medioevale Palazzo del Comune, la sua struttura è stata rimaneggiate nel corso dei secoli.
Si affaccia oggi sulla Via Consolare, di fronte alla vasta e panoramica Piazza Mazzini. Sin dal 1905 l’architetto Luigi Morosini aveva comunicato che a poca profondità, sotto il piano terra del Palazzo, vi erano pavimenti a mosaico in bianco-nero e lastre calcaree.
Interventi di ristrutturazione effettuati negli ultimi decenni del secolo XX, negli ambienti che da tempo ospitano la sede dell’Associazione Pro Loco di Ferentino – ha proseguito Ribezzo – hanno portato alla luce pavimenti musivi bianco-neri, resti di muri divisori degli ambienti domestici, l’impluvium di un atrio e lacerti di intonaci affrescati, i quali documentano la presenza di una domus di epoca repubblicana abbattuta e ricoperta dalle successive costruzioni. I resti del pavimento a mosaico sono visibili a circa un metro di profondità rispetto al livello del pavimento attuale.
In questa Domus privata, datata II sec. d.C., sono state individuate anche fasi edilizie più antiche, di epoca sia repubblicana che arcaica (VI sec. a.C.). Così il Palazzo Consolare si presenta come esempio unitario di continuità insediativa nell’ambito del tessuto storico ed urbanistico della città”.
Il Teatro romano
“Il Teatro romano risale all’epoca imperiale. Segue il declino naturale della collina, raggiungendo i 12 metri di altezza e un diametro di 54 metri.
Le strutture sono in parte a cielo aperto e in parte inglobate nelle abitazioni private che occupano parte della gradinata. Sono state riportate alla luce la cavea e parte della scena.
Dai ruderi – ha dichiarato Ribezzo – sono leggibili tre tipologie murarie: la prima, costituita da laterizi, con grandi mattoni quadrati legati con un sottile ma tenace strato di malta e pozzolana; la seconda, costituita da pietrame, legato con lo stesso tipo di malta; la terza, a costruzione mista, che alterna strati di pietrame e a strati di laterizio. Il paramento a blocchetti di calcare a file orizzontali, legate da fasce di laterizio è tipico dell’età di Traiano-Adriano, con l’eccezione del tufo che qui è sostituito dal calcare, materiale facilmente reperibile nella zona. Materiali e tecnica edilizia sono perfettamente attribuibili al II sec. d.C., epoca di particolare splendore per Ferentino, che proprio nel periodo di Traiano ebbe Aulo Quintilio Prisco come patrono.
È un monumento di eccezionale valore storico: come testimonianza monumentale di epoca imperiale, come unico edificio teatrale nella zona degli Ernici, nonché come prova dell’importanza della città al tempo degli imperatori quale centro di vacanza e residenza, posizionato, non a caso, nelle vicinanze delle Terme di Flavia Domitilla”.
Il Mercato romano dell’Acropoli di Ferentino
“Si tratta di un edificio risalente all’epoca sillana (II-I sec. a.C), costruito in opus incertum nello stesso periodo del rinnovamento dell’Acropoli. Il suo piano è 12 metri più basso della spianata.
Fu parte integrante del piano urbanistico attuato dai censori Marco Lollio ed Aulo Irzio per l’assetto monumentale della città alta. Infatti, è perfettamente inserito nel tessuto murario dell’Acropoli – ha concluso Ribezzo – e sottolinea la volontà dei due censori di esaltare il valore urbanistico di Ferentino.
È uno dei primissimi modelli di aule fiancheggiate da botteghe, in modo da soddisfare esigenze funzionali connesse con le attività commerciali.
La sua pianta è molto semplice: metà dell’area è destinata alla sala e l’altra metà alle botteghe, anch’esse coperte da volte a botte.
Il grande arco di ingresso, che si apre su una parete in opus quadratum, dà luce a tutto l’ambiente, essendo alto oltre 7 metri.
È costruito in conci radiali di calcare disposti in modo da formare una strombatura accentuata verso est, che consente alla luce solare di penetrare fin dalle prime ore del mattino, illuminandolo nella zona più interna. L’aula è lunga 24 m: a destra dell’arco grande si aprono 5 fornici con la stessa copertura della sala ma con dimensioni diverse.
Si può dire che il suo modello sia stato un riferimento per questo genere di costruzioni, fino all’esempio più celebre e complesso dei Mercati Traianei a Roma (II secolo d.C.).
Può anche configurarsi come una via tecta (strada coperta), forse presa a modello per il più tardo mercato di Tivoli, che il Boethius data posteriormente a quello di Ferentino, ossia alla metà del I sec. a.C”.
L’Italia riparte dal turismo all’aria aperta, dal turismo archeologico
“Sì, Archeoclub d’Italia cresce ed è un vero punto di collegamento tra società civile, turismo naturalistico e turismo archeologico.
Il 30 maggio un superpress tour a pochi chilometri da Roma della durata di un giorno perché il bello è a un passo dalle città – ha dichiarato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia; aggiungo che è anche nel cuore dei borghi poco distanti dai grandi centri urbani. Sarà il primo di tre Press Tour che stiamo organizzando con forza e coraggio. Porteremo la stampa al Centro, al Sud e al Nord, perché l’Italia è grande, sa di esserlo e vuole soprattutto ripartire con tutta la potenza della sua storia e della sua Bellezza”.