Agrinsieme: piccole produzioni locali, bene impianto PDL, che valorizza agricoltura “di piccola scala” ed enogastronomia territoriale, ma attenzione a paniere prodotti e a rischio disparità applicative.
“Esprimiamo apprezzamento e condivisione per l’impianto generale della Pdl sulle piccole produzioni locali, ma riteniamo che la proposta si debba coordinare con gli altri schemi legislativi depositati.
La promozione e salvaguardia delle piccole produzioni locali è fondamentale per contrastare lo spopolamento delle aree montane e collinari, ma anche per tutelare la biodiversità, contrastare il consumo di suolo e contribuire alla conservazione delle tipicità enogastronomiche territoriali; senza contare poi la necessità di salvaguardare il reddito dei produttori agricoli, puntando a valorizzare un’agricoltura ‘di piccola scala’ e sostenendo il ‘ritorno alla terra’ e il ricambio generazionale nel primario”.
Lo ha sottolineato il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, intervenendo in audizione informale in Commissione Agricoltura della Camera sulla PdL con “Norme per la valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari di origine locale”.
“Fin dalla sua costituzione, infatti, Agrinsieme si è attivamente impegnato per la valorizzazione e la promozione delle produzioni agricole locali, che rappresentano un volano di sviluppo del Paese nonché un insostituibile elemento di coesione economico-sociale dei nostri territori”, ha aggiunto il Coordinamento, sottolineando però la necessità di continuare a lavorare sul testo, limandone alcune storture che rischierebbero di creare disparità applicative e vanificare la ratio del provvedimento, andando al contempo ad appesantire la mole burocratica sulle spalle degli agricoltori.
“In ogni caso, ribadiamo il nostro apprezzamento per l’impianto generale del testo e per l’intento in esso previsto di dare agli imprenditori agricoli e ittici, ivi compresi gli imprenditori apistici come da noi richiesto, la possibilità di valorizzare alcune produzioni primarie e trasformate delle proprie aziende e di somministrarle o venderle direttamente in piccole quantità allo scopo di contribuire all’integrazione del proprio reddito, secondo un approccio inedito e pienamente condivisibile che valorizza e regolamenta una opportunità legata alla multifunzionalità e alla pluriattività delle imprese”, ha rimarcato Agrinsieme.
“Il tutto secondo un quadro legislativo arricchito di principi e prescrizioni, ivi comprese le relative sanzioni per le inadempienze, che sarà completato da indicazioni previste a livello locale in regime di sussidiarietà”, ha concluso il Coordinamento, invitando a “valutare con attenzione il paniere dei prodotti oggetto della norma e i dettagli quantitativi, scongiurando il rischio che dalle piccole produzioni locali vengano escluse le carni suine trasformate, quelle avicunicole fresche e trasformate, i prodotti lattiero-caseari, il miele e i prodotti dell’alveare, il pane e i prodotti da forno, le conserve e le confetture vegetali, i succhi di frutta, le farine e vegetali essiccate, l’olio d’oliva”.