Bonus sportivi nel decreto Sostegni: gli importi della nuova indennità
Il decreto Sostegni è stato approvato in via ufficiale il 19 marzo 2021. Nell’attesa che venga pubblicato il testo definitivo, facciamo il punto delle novità relative ai collaboratori sportivi previste dall’ultima bozza.
Sono tre le fasce del bonus che verrà riconosciuto a titolo di indennità ai collaboratori sportivi. L’importo spettante dovrebbe esser pari ad un minimo di 1.200 euro, per arrivare fino ad un massimo di 3.600 euro.
Secondo l’ultima versione del testo, il pagamento del bonus per gli sportivi sarà automatico per chi ha già presentato domanda di accesso alle precedenti indennità. Potrà fare domanda chi, invece, non ha richiesto i contributi a sostegno del settore nel corso del 2020.
Bonus sportivi nel decreto Sostegni: gli importi della nuova indennità
L’ultima bozza del Decreto Sostegno, discussa in Consiglio dei Ministri del 19 marzo 2021, prevede l’introduzione di un nuovo bonus ad importo variabile per i collaboratori sportivi.
Pur evidenziando che si attende il testo ufficiale per le dovute conferme, facciamo di seguito il punto sulle novità emerse a margine dell’approvazione del primo decreto economico emergenziale del Governo Draghi.
L’importo del bonus sportivi viene così strutturato:
- 1.200 euro per i collaboratori che nel 2019 hanno percepito compensi inferiori a 4.000 euro;
- 2.400 euro per i collaboratori che nel 2019 hanno percepito compensi superiori a 4.000 euro e fino a 10.000 euro;
- 3.600 euro per i collaboratori che nel 2019 hanno percepito compensi superiori a 10.000 euro.
A gestire la misura sarà ancora una volta la società Sport e Salute SPA.
Sono queste le disposizioni per le quali si attende ora conferma dal testo definitivo del decreto Sostegni, atteso la prossima settimana in Gazzetta Ufficiale.
Quel che è certo è che appare inverosimile che questa volta i lavoratori sportivi possano essere esclusi dagli aiuti.
A rispondere alle richieste di chi ha già percepito le somme nei mesi scorsi e che, ancora in pausa e senza ristori da due e mesi e mezzo, attende novità è stato Vito Cozzoli, presidente e amministratore delegato di Sport e Salute.
“A noi vi rivolgete per avere notizie delle indennità. Due mesi e mezzo senza reddito “sono una disperazione”, come scrivete nei commenti ai post della Società. Sappiamo anche che la vostra priorità non sono i bonus, ma la riapertura delle palestre, delle piscine, dei circoli. […] L’attenzione verso lo sport di base e i suoi valori imprescindibili è stata testimoniata dal Presidente del Consiglio Mario Draghi nell’intervento alle Camere e dal neo Sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali nelle sue prime dichiarazioni.
Sport e Salute, che nell’ultimo anno si è sentita investita della responsabilità tutta nuova di farsi portavoce dei Collaboratori Sportivi, sta auspicando che l’attenzione si trasformi in atti. E siamo fiduciosi che questa aspettativa sarà soddisfatta al più presto”.
Così si legge nella lettera datata 17 marzo 2021.
Bonus sportivi, in arrivo una nuova indennità con il Decreto Sostegno
L’ultima indennità ricevuta dai lavoratori del settore ammontava a 800 euro ed è stata prevista dal Decreto Ristori quater, ultimo provvedimento emergenziale approvato a cui sarebbe dovuto seguire il quinto della serie, ormai ribattezzato dopo la crisi di governo.
Il nuovo pacchetto di aiuti sarà composto da novità assolute e conferme delle misure già adottate dall’inizio dell’emergenza coronavirus. E il bonus sportivi, con il suo debutto a marzo 2020, è una di queste.
In attesa di ulteriori novità, per l’individuazione dei beneficiari dell’indennità si dovrebbe replicare la formula prevista dal DL numero 157 del 30 novembre 2020.
Il decreto Ristori quater aveva riconosciuto il diritto a percepire il bonus da Sport e Salute SPA in favore di tutti i soggetti che, in seguito alla crisi epidemiologica, avevano cessato, ridotto o sospeso la loro attività relativa a rapporti di collaborazione con:
- Comitato Olimpico Nazionale (CONI);
- Comitato Italiano Paralimpico (CIP);
- le federazioni sportive nazionali;
- le discipline sportive associate e gli enti di promozione sportiva riconosciuti dal Comitato Olimpico Nazionale (CONI) e dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP);
- le società e associazioni sportive dilettantistiche, di cui all’articolo 67, comma 1, lettera m), del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.
Per i vecchi beneficiari era prevista un’erogazione quasi automatica, mentre chi richiedeva il bonus sportivi per la prima volta doveva presentare un’apposita domanda a Sporte e Salute.
Ed è questo il modello che il decreto Sostegni dovrebbe confermare. Si attendono quindi novità, anche in merito alla tempistica di invio delle nuove istanze.
Bonus lavoratori stagionali del turismo: il decreto Sostegni introduce una nuova indennità per il 2021 di 2.400 euro, erogata una tantum ed in un’unica soluzione. A beneficiarne anche intermittenti, lavoratori dello spettacolo e autonomi senza partita IVA.
Bonus lavoratori stagionali, nuova indennità da 2.400 euro nel decreto Sostegni.
Il testo del decreto Sostegni approvato il 19 marzo 2021 in Consiglio dei Ministri conferma che ai lavoratori stagionali e del turismo verrà riconosciuto un bonus una tantum di 2.400 euro.
Il bonus sarà riconosciuto quindi in un’unica soluzione, come forma di compensazione dei tre mesi di lavoro persi nel 2021 a causa delle chiusure legate all’emergenza pandemica.
Non sono quindi più 3.000 euro – 1.000 per ciascuna mensilità – le somme riconosciute agli stagionali, come anticipato dall’ex Ministra del Lavoro Catalfo con riferimento allora Decreto Ristori 5, ora Decreto Sostegno.
Bonus lavoratori stagionali: nel Decreto Sostegni 2.400 euro per tutti e tre i mesi di chiusura
Il Decreto Sostegni, approvato in Consiglio dei Ministri il 19 marzo 2021, contempla nuovi ristori per il comparto turistico.
Si tratta, però, di aiuti economici con importi ridotti rispetto a quanto inizialmente previsto: 2.400 euro in tutto per i tre mesi di sospensione di lavoro, a fronte dei 3.000 annunciati in partenza.
La platea dei beneficiari, secondo quanto previsto dall’ultima versione del testo disponibile, ricalca quella già delineata nei mesi precedenti.
In particolare, potranno beneficiare del nuovo bonus le seguenti categorie di soggetti:
- stagionali o lavoratori in somministrazione dei settori del turismo e degli stabilimenti termali;
- stagionali di settori diversi dal turismo e dagli stabilimenti termali;
- intermittenti;
- autonomi occasionali privi di partita IVA;
- incaricati di vendita a domicilio;
- lavoratori dello spettacolo con almeno sette contributi giornalieri nel 2019 e con un reddito derivante non superiore a 35.000 euro;
- lavoratori dello spettacolo con almeno 30 contributi giornalieri nel 2019 e con un reddito derivante non superiore a 75.000 euro;
- lavoratori a tempo determinato dei settori del turismo e degli stabilimenti termali.
Tali soggetti, al momento dell’entrata in vigore del Decreto, non dovranno essere titolari di pensione, né di un rapporto di lavoro dipendente, né di Indennità NASpI.
Si resta in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del testo del decreto Sostegni per un’analisi più puntuale dei requisiti richiesti.
L’intervento si aggiunge al pacchetto delle misure a sostegno del reddito e del lavoro, tra cui la proroga della cassa integrazione, il rifinanziamento del reddito di cittadinanza, i nuovi requisiti per l’indennità NASpI e la proroga del Reddito di Emergenza.
Bonus lavoratori stagionali: il pacchetto di novità del Decreto Sostegni
Il Decreto Sostegni, già Decreto Ristori 5, è stato approvato a seguito di un lungo periodo, costellato da dichiarazioni e indiscrezioni riferite al suo contenuto anche con riferimento al comparto turistico.
Già si parlava di sostegni al turismo il 21 gennaio 2021, quando l’allora Ministro dell’Economia e delle Finanze aveva inviato alla Commissione Europea la lettera con gli obiettivi programmatici che giustificavano lo scostamento di bilancio.
Gualtieri, in quell’occasione si era espresso in questo senso:
“Grazie allo scostamento di bilancio proseguiremo e completeremo gli interventi di sostegno già approvati e riconosciuti finora ai settori più colpiti dalla pandemia, per il tempo che sarà necessario”.
La necessità di supportare lavoratori ed imprese danneggiati dalla crisi è sentita, necessariamente, anche dal nuovo Esecutivo che ha messo in conto ulteriori ristori per queste categorie di lavoratori che non hanno potuto svolgere la propria attività nel 2021 a causa delle misure di di contenimento del contagio da Covid-19.
In favore del settore, il decreto Sostegni stanzia ulteriori 700 milioni di euro, destinati in particolare alla filiera della montagna. Le risorse verranno utilizzate per la concessione di ristori in favore degli esercenti maggiormente colpiti dalla chiusura degli impianti e dal conseguente calo della presenza turistica.
Naspi, requisiti meno stringenti per richiedere l’indennità di disoccupazione. Il decreto Sostegni prevede che fino al 31 dicembre 2021 potrà fare domanda anche chi non perfeziona il requisito delle 30 giornate lavorative. Di seguito un focus sulle novità.
C’è anche la Naspi tra le novità del decreto Sostegni, approvato il 19 marzo 2021.
I requisiti per richiedere l’indennità di disoccupazione diventano meno stringenti fino al 31 dicembre 2021. Fino a tale data non sarà richiesto al lavoratore il perfezionamento del requisito relativo alle 30 giornate di lavoro effettuate nell’anno precedente.
La Naspi, nuova assicurazione sociale per l’impiego, è entrata all’interno dell’ordinamento giuridico italiano in sostituzione della ex ASPI, ed insieme ad altre misure introdotte con il Jobs Act del Governo Renzi.
Essa si tratta fondamentalmente di una misura di sostegno introdotta a favore dei lavoratori disoccupati ed erogata dall’INPS.
L’accesso a tale indennità, seppur semplificato rispetto a quanto era precedentemente previsto per l’ASPI, è comunque legato al rispetto di alcuni requisiti.
Tali requisiti hanno causato notevoli disagi durante la crisi che il COVID-19 ha implementato nel mercato del lavoro, in quanto sono rimasti esclusi da tale contributo moltissimi lavoratori. Le novità del decreto Sostegni puntano dunque ad estendere la platea di beneficiari della Naspi, modificando i requisiti per poter fare domanda.
Naspi: nuovi requisiti nel decreto Sostegni per tutto il 2021
A fronte di una stima compiuta circa il panorama dei disoccupati in Italia, è stato riscontrato un dato preoccupante: circa 139.000 lavoratori con almeno 13 settimane di contribuzione nell’ultimo quadriennio, privi delle 30 giornate di lavoro negli ultimi dodici mesi, sono rimasti esclusi dalla possibilità di accedere alla Naspi.
Il Decreto Sostegni punta dunque ad arginare tale problematica, rendendo meno stringenti i requisiti per poter fare domanda, seppur invia temporanea.
Secondo quanto previsto dall’art. 15, comma 1, della bozza attualmente in circolazione (il testo ufficiale non è ancora stato pubblicato):
“per le NaSpI concesse a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto e fino al 31 dicembre 2021 il requisito di cui all’art. 3 del decreto legislativo 22/2015, comma 1 lettera c) non trova applicazione.”
Il requisito menzionato dal decreto Sostegni è relativo per l’appunto alle 30 giornate di lavoro effettuate negli ultimi 12 mesi.
Sulla base di quanto sopra esposto, quindi, i nuovi requisiti per poter accedere alla Naspi per il 2021 sono i seguenti:
- i lavoratori si devono trovare in stato di disoccupazione involontaria;
- nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione, devono poter far valere almeno tredici settimane di contribuzione.
La rimozione di tale requisito porterà, secondo le stime fatte dal Governo, ad un aumento considerevole dei beneficiari.
Di seguito la stima dell’onere derivante dalla disapplicazione del vincolo delle 30 giornate lavorative, allegata alla bozza del decreto Sostegni, e dell’incremento dei beneficiari:
Il beneficio è tuttavia limitato, e si applicherà per le domande di Naspi accolte dalla data di entrata in vigore del decreto fino al 31 dicembre 2021.
Si tratta in ogni caso di un ottimo accorgimento per poter implementare la platea dei beneficiari e sostenere i lavoratori momentaneamente in stato di disoccupazione involontaria.
Requisiti Naspi: precedente disciplina
La nuova assicurazione sociale per l’impiego, è una misura erogata dall’INPS, in favore dei lavoratori che incorrono ad una situazione di disoccupazione involontaria, e viene finanziata attraverso un prelievo pari all’1,3 per cento da calcolare sull’imponibile di tutti i lavoratori attivi.
Il decreto che ha introdotto tale misura è il n. 22 del 2015, all’interno del quale si rintracciano anche i requisiti per potervi accedere.
Prima delle modifiche introdotte dal decreto Sostegni, i lavoratori che si trovavano in una situazione di disoccupazione involontaria potevano accedere alla NASpI solo se nel rispetto dei seguenti requisiti:
- anzianità contributiva pari ad almeno 13 settimane negli ultimi quattro anni;
- numero minimo di giornate effettive di lavoro pari a 30 nei dodici mesi precedenti alla disoccupazione.
Come sopra analizzato, fino al 31 dicembre 2021 viene meno il requisito delle 30 giornate di lavoro effettivo effettuate nei 12 mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione.
Altro aspetto fondamentale e limitativo della sua erogazione, questa volta in senso quantitativo, risiede nell’importo riconosciuto al lavoratore che dimostra di possedere i requisiti per accedervi.
La somma spettante viene difatti commisurata sulla base delle settimane in cui effettivamente il soggetto ha svolto l’attività lavorativa, e nel particolare l’indennità viene erogata per “un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni”, e l’importo risponde alla percentuale del 75% della retribuzione mensile media del soggetto.
Il decreto legislativo 22/2015 all’art. 3 comma 1 illustra i requisiti necessari al fine di poter accedere alla NASpI, con la seguente elencazione puntuale:
“La NASpI è riconosciuta ai lavoratori che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione e che presentino congiuntamente i seguenti requisiti:
- siano in stato di disoccupazione ai sensi dell’articolo 1, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181, e successive modificazioni (lettera a)
- possano far valere, nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione, almeno tredici settimane di contribuzione (lettera b);
- possano far valere trenta giornate di lavoro effettivo, a prescindere dal minimale contributivo, nei dodici mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione(lettera c).”
Il legislatore con il Decreto Sostegno si è soffermato particolarmente sul punto c dell’articolo sopra citato, aggiornando la norma alla luce dell’attuale scenario economico e occupazionale.
Decreto Sostegni, novità per la scuola. Il provvedimento consente l’assenza del personale scolastico di ogni ordine e grado per la somministrazione del vaccino anti-Covid. 300 milioni di euro saranno destinati alla gestione dell’emergenza sanitaria nelle scuole e per il recupero degli apprendimenti e della socialità anche nel periodo estivo.
Decreto Sostegni, 300 i milioni in arrivo per la scuola, e personale giustificato in caso di assenza dal lavoro per la somministrazione del vaccino contro il Covid-19.
Lo ha annunciato il 19 marzo il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi spiegando che:
“Ci sono risorse per il ritorno in sicurezza, quanto prima, a tutte le attività in presenza. E ci sono risorse per accompagnare la chiusura dell’anno scolastico e la costruzione di un ponte verso il prossimo, per il recupero di competenze e socialità. Siamo al lavoro per integrare ulteriormente gli stanziamenti dedicati al potenziamento dell’offerta formativa”.
In realtà, il Decreto Sostegni prevede anche altri 35 milioni per il settore scolastico, destinati all’acquisto di dispositivi digitali per gli studenti meno abbienti del Mezzogiorno. Ma andiamo a vedere nel dettaglio le aree di investimento delle nuove risorse stanziate.
Decreto Sostegni, 150 milioni di euro per l’emergenza sanitaria a scuola
La metà dei fondi stanziati dal nuovo decreto (150 milioni di euro) saranno destinati sulla base delle esigenze delle singole scuole a fronteggiare i gravi effetti della pandemia da Covid-19 che hanno di fatto portato alla paralisi delle attività didattiche in presenza con il ricorso massiccio alla Didattica digitale integrata.
In vista di un auspicabile ritorno di studenti e docenti in aula, gli stanziamenti serviranno a un potenziamento degli strumenti e delle procedure per la sicurezza sanitaria negli istituti scolastici.
In particolare per:
- servizi medico-sanitari destinati al supporto delle scuole nella gestione dell’emergenza epidemiologica, nella somministrazione facoltativa di test diagnostici alla popolazione scolastica e per l’espletamento delle attività di tracciamento delle eventuali positività, in raccordo con i Dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie locali;
- dispositivi protettivi quali mascherine, gel disinfettante e materiali per l’igiene degli ambienti, ecc.;
- attrezzature e materiali per il potenziamento delle attività di inclusione degli studenti con disabilità, con disturbi specifici di apprendimento e altri bisogni educativi speciali. In questo caso, peraltro, è necessario ricordare che per queste categorie di studenti l’attività didattica in presenza è ancora possibile anche in fascia rossa come prescritto dal Dpcm del 2 marzo 2021;
- infine, servizi per il supporto e l’assistenza psicologica e pedagogica rivolti a studenti e personale scolastico, per la prevenzione e il trattamento di disagi e conseguenze dovuti all’impatto dell’epidemia.
Decreto Sostegni, giustificazione per il vaccino e fondi per il recupero degli apprendimenti
In tal senso, bisogna rammentare che a livello mondiale i ragazzi e i bambini hanno perso in media circa un terzo delle giornate di lezione dell’anno scolastico con un evidente danno sia sul versante degli apprendimenti, sia su quello della socialità.
È così che il nuovo decreto destina i restanti 150 milioni di euro al supporto della gestione della situazione emergenziale e al potenziamento dell’offerta formativa extracurricolare, al recupero delle competenze di base, al consolidamento delle discipline, alla promozione di attività per il recupero della socialità degli studenti anche utilizzando le scuole nel periodo estivo.
A questi fondi si aggiungo i già citati 35 milioni di euro per le scuole del Mezzogiorno finalizzati all’acquisto di dispositivi digitali che verranno dati in comodato d’uso agli studenti meno abbienti per attività di didattica digitale. I fondi potranno anche essere usati per lo sviluppo di ambienti digitali.
Inoltre, come già detto, il Decreto sostegni consente che l’assenza dal lavoro del personale scolastico per la somministrazione del vaccino anti-Covid venga giustificata: non ci saranno quindi decurtazioni del trattamento economico, nemmeno di quello accessorio al contrario di quanto previsto finora dal Dipartimento della funzione pubblica.
Contributi a fondo perduto decreto Sostegni, il testo approvato il 19 marzo 2021 delinea il profilo dei beneficiari. A chi spettano? Determinante la riduzione di fatturato, ma anche determinati limiti.
Decreto Sostegni, chi sono i beneficiari dei contributi a fondo perduto?
Le nuove risorse stanziate dal decreto approvato il 19 marzo 2021 sono destinate alle partite IVA che hanno registrato un calo del fatturato confrontando il 2020 con il 2019.
Il calcolo dovrà essere effettuato sulla riduzione media mensile. Dovrà ammontare almeno al 30 per cento il calo registrato nel 2020 rispetto al 2019.
Sono questi i requisiti che individuano la platea di beneficiari dei contributi a fondo perduto del decreto Sostegni.
Gli importi riconosciuti vanno da un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e 2.000 euro per le società a un massimo di 150.000 euro e saranno determinati in base a cinque scaglioni di ricavi e compensi. Il limite che esclude dalla platea di beneficiari è 10 milioni di euro raggiunti nel 2019.
Per i soggetti con un volume più piccolo sarà pari al 60 per cento della perdita mentre per i più grandi sarà pari al 20.
A chi andranno gli 11 miliardi di contributi a fondo perduto? Lo scorso 18 febbraio il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato i dati sulle fatture elettroniche registrati tra gennaio e novembre dello scorso anno.
Il report si concentra sul flusso informativo, messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, che contiene solo le fatture relative al commercio intraziendale ma permette di guardare all’andamento dei settori e dei territori. E di individuare i principali indiziati a ricevere gli aiuti in arrivo con il nuovo provvedimento emergenziale.
In linea generale, il calo dell’imponibile IVA rilevato nei primi 11 mesi dello scorso anno è pari all’11,2 per cento con picchi del 25,2 per cento in Sardegna e del 20, 3 per cento in Friuli Venezia Giulia.
Contributi a fondo perduto del DL Sostegno con calo del fatturato nel 2020, a chi spettano?
Attesto con il nome di Decreto Ristori 5 a fine gennaio 2021, il nuovo pacchetto di aiuti finanziato dai 32 miliardi di scostamento di bilancio è stato approvato ufficialmente il 19 marzo 2021.
Il testo del decreto Sostegni introduce un nuovo meccanismo di accesso ai contributi a fondo perduto.
Si confermano in parte le misure già annunciate dal Governo Conte II.
Nella sua relazione sullo scostamento di bilancio, infatti, l’ex ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri aveva confermato l’intenzione di concedere nuovi aiuti alle partite iva secondo alcune regole già consolidate, ma anche aprendo nuove strade per coloro che sono stati “sacrificati” dai criteri stabiliti in precedenza.
Si parlava già a fine gennaio, con il governo Conte ancora in carica, di due grandi novità:
- erogazione delle risorse a prescindere dal codice ATECO e quindi dal settore economico di appartenenza: si tratta di una modifica importante che porta all’inclusione di autonomi e professionisti;
- valutazione delle perdite avute in tutto il 2020.
Lo schema, con Daniele Franco alla direzione del ministero dell’Economia e delle Finanze e con il nuovo governo Draghi, è confermato, seppur con diverse regole per calcolare la somma spettante.
Contributi a fondo perduto DL Sostegno: si diventa beneficiari con il calo di fatturato
Il meccanismo che determina l’ingresso di imprese e professionisti nella platea di beneficiari segue le seguenti caratteristiche:
- determinante resta il calo di fatturato, che deve esser pari almeno al 30 per cento (in precedenza era 33 per cento);
- la valutazione sarà effettuata confrontando il 2020 e il 2019, in particolare si prenderà in considerazione il calo medio mensile;
- i codici ATECO non rappresentano più un elemento rilevante per l’accesso, in questo modo si concede un via libera anche ai professionisti che hanno atteso a lungo di poter essere inclusi in questo meccanismo di aiuti;
- cresce il limite di ricavi e compensi entro il quale è possibile richiedere l’aiuto: passa da 5 a 10 milioni di euro;
- si definisce una nuova modalità di calcolo dell’importo che, pure, per quanto riguarda il valore minimo e massimo rimane lo stesso (da un minimo di 1.000 o 2.000 euro in base alla tipologia di soggetti fino a 150.000 euro). Le novità riguardano sia gli scaglioni di riferimento per determinare, in base alla perdita, la somma a cui si ha diritto;
- cambia anche la modalità di utilizzo degli importi: accanto al pagamento diretto si aggiunge la possibilità di utilizzare le somma in compensazione tramite modello F24.
Di seguito le percentuali per il calcolo del contributo a fondo perduto in base ai ricavi e compensi.
Percentuale di calcolo dell’importo del contributo a fondo perduto | Ricavi e compensi di imprese e professionisti |
---|---|
60 per cento della perdita | fino a 100 mila euro |
50 per cento della perdita | tra 100 mila e 400 mila euro |
40 per cento della perdita | tra 400 mila euro e 1 milione di euro |
30 per cento della perdita | tra un milione e 5 milioni di euro |
20 per cento della perdita | tra 5 e 10 milioni di euro |
Contributi a fondo perduto del DL Sostegno: nei dati MEF i potenziali beneficiari
Il requisito chiave per accedere al fondo perduto resta il calo del fatturato, pari ad almeno il 30 per cento nel confronto tra 2020 e 2019.
Come di consueto il 18 febbraio 2021, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato i dati sulle fatture elettroniche registrati tra gennaio e novembre: sono cifre significative, per la maggior parte di segno meno. E rappresentano una fotografia dell’andamento di settori e territori che permette di individuare quali saranno i principali destinatari dei nuovi contributi a fondo perduto.
Nel periodo analizzato i settori che hanno registrato un calo maggiore sono i seguenti:
- per le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione, la perdita è pari al 40,3 per cento;
- per le attività di famiglie e convivenze, la riduzione arriva al 38,9 per cento;
- per le attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento, si registra una diminuzione del fatturato del 27,1 per cento.
Mentre i territori più colpiti sono la Sardegna, il Friuli Venezia Giulia e la Valle d’Aosta. I risultati meno negativi sono in Basilicata e in Calabria.
Ovviamente i dati sono solo degli indizi per individuare in quali settori e territori potrebbe concentrarsi il maggior numero di soggetti beneficiari dei contributi a fondo perduto del Decreto Sostegno.
Bisogna, infatti, sottolineare che il report si concentra sul flusso informativo delle fatture relative al commercio intraziendale relativo ai primi 11 mesi del 2020. E inoltre fornisce una visione d’insieme del settore o della regione, mentre il nuovo meccanismo delineato permette di valutare caso per caso il diritto a beneficiare degli aiuti.
In altre parole, il decreto Sostegni delinea un sistema che, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta e dal territorio in cui si opera, possa supportare le singole imprese che hanno subito danni più importanti nell’anno della pandemia. Ma è fuori da ogni dubbio che alcuni settori e alcuni territori, nel loro insieme, hanno subito perdite più importanti di altri.