Borutta: una sala del Consiglio alla memoria di Ninetta Bartoli
“Ninetta Bartoli, la nostra prima donna sindaca in Italia, era di Borutta. Una storia che non tutti conoscono ma che merita di essere valorizzata e diffusa, non solo per far comprendere al meglio al nostro popolo storie e gesta che nel tempo l’hanno reso grande, ma anche per spronare e incentivare una sempre maggior presenza delle donne negli organi di governo, ad ogni livello”.
Inizia così la nota stampa del capogruppo Lega Salvini Sardegna in Consiglio Regionale, Dario Giagoni, promotore di un’iniziativa dedicata a Donna Ninetta.
“Ninetta Bartoli venne eletta sindaco del comune di Borutta il 10 marzo 1946, con l’89% dei consensi, 332 voti su 371, e restò in carica per 12 anni, fino al 1958.
Una donna forte e determinata, decisa a rappresentare al meglio le sue concittadine e le sue contemporanee, attraverso la gran voglia di dimostrare che la disparità di genere doveva essere superata! Durante il suo mandato mantenne la promessa fatta in campagna elettorale e avviò un’opera di ammodernamento del piccolo centro del Meilogu dotandolo di servizi essenziali come scuole, fognature, acquedotto, case popolari.
Un impegno, il suo, che proseguiva nel sociale e che ha brillato anche in occasione del restauro di San Pietro di Sorres. Se la basilica e il monastero di San Pietro di Sorres rappresentano oggi un vero e proprio fiore all’occhiello per l’intero Meilogu lo si deve anche all’iniziativa di Ninetta Bartoli.
Nonostante tutte queste note di merito, nonostante la sua figura venga ricordata anche nella “Sala delle Donne” di Palazzo Montecitorio al fianco di personalità quali Nilde Iotti e Tina Anselmi, nonostante esista un premio a lei dedicato che viene annualmente assegnato alle donne sarde che si sono distinte per le loro azioni in campo sociale, politico ed economico, le istituzioni sarde ancora faticano a riconoscere il suo giusto valore.
Chiediamo pertanto un maggior impegno nella diffusione delle sue azioni e l’intitolazione di una sala del Palazzo del Consiglio Regionale della Sardegna. La storia non è fatta di soli uomini, la storia è fatta di tante donne che hanno lottato per rivendicare il posto che spetterebbe loro di diritto!”.