CNDDU: segnalazioni in merito alla campagna vaccinale
Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani intende proporre alcune riflessioni circa la campagna vaccinale in corso per il personale scolastico.
Pur consci che l’attuale pandemia non potrà essere sconfitta o arginata se non attraverso un’efficace campagna vaccinale, corre l’obbligo di evidenziare alcune criticità rilevate da alcuni nostri colleghi.
Le criticità evidenziate dai docenti
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Attualmente alcune scuole stanno stilando e pubblicando su canali non proprietari, cioè di terze parti (canali WhatsApp, gruppi Facebook, etc.) elenchi del personale scolastico intenzionato a aderire o meno alla campagna vaccinale senza che i diretti interessati abbiano espresso il proprio consenso alla divulgazione dei dati personali e sensibili. Tale situazione rappresenta una chiara violazione della privacy (Dlgs 196/2003 e succ. modifiche), con il rischio di incorrere in serie sanzioni per l’amministrazione e i soggetti autori dell’iniziativa di divulgazione. Come chiarito dall’autorità Garante della privacy (https://www.garanteprivacy.it/temi/coronavirus/faq#vaccini), “il ruolo della scuola, anche nell’ambito delle proprie funzioni istituzionali, deve essere quello di promozione, supporto, nonché di intermediazione tra struttura sanitaria e famiglie, senza di regola raccolta di dati personali”. Inoltre, l’istituzione scolastica, in qualità di datore di lavoro, “non può chiedere ai propri dipendenti di fornire informazioni sul proprio stato vaccinale”. Orbene, nei casi pervenutici, non solo vi è stata la raccolta di dati, ma è avvenuta anche la successiva diffusione in chiaro con gravissimo nocumento all’intimità di numerosi docenti. Va peraltro precisato che in numerosi casi non sarebbe stato chiesto nemmeno il previo consenso. A tal proposito giova rammentare che il Garante della privacy ha chiarito che “Il datore di lavoro non può considerare lecito il trattamento dei dati relativi alla vaccinazione sulla base del consenso dei dipendenti, non potendo il consenso costituire in tal caso una valida condizione di liceità in ragione dello squilibrio del rapporto tra titolare e interessato nel contesto lavorativo”.
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Preoccupante pare anche la tendenza a scaglionare le vaccinazioni coinvolgendo l’intero corpo docente di ogni singola scuola, con la conseguenza di determinare assenze di massa nei giorni successivi alla somministrazione.
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Quanto all’astensionismo e le defezioni che stanno interessando il personale scolastico ultimamente in merito alle prenotazioni vaccinali, in base ai dati in nostro possesso, esse non paiono dipendere dalla scarsa fiducia nei confronti della scienza e neanche da forme di egoismo incosciente o mancanza di senso di responsabilità, ma dalla molteplicità di informazioni contrastanti, ufficiali e non, circa effetti collaterali, fasce di età preferenziali, farmaci propedeutici (tachipirina, cardiospirina, antistaminico) da assumere prima, dopo o durante la somministrazione del vaccino.
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Impensierisce il fatto che sia prevista, dopo molte settimane, la seconda dose di vaccino in quanto, a ridosso della chiusura delle scuole e in concomitanza con la stagione più calda e una minore incidenza delle malattie respiratorie, l’utilità dell’operazione sembra inficiarsi, soprattutto in considerazione del fatto che sarà molto probabilmente necessaria una nuova inoculazione vaccinale, come succede per la comune influenza, in previsione dei mesi più freddi (25 maggio 2020 casi contagio 300; 7 luglio 133 casi contagio; 18 agosto 401 casi contagio). Nello studio dei ricercatori del La Jolla Institute for Immunology, gli scienziati hanno determinato che la memoria immunologica persiste fino a 8 mesi dall’infezione (https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/da-non-perdere/covid-19-quanto-dura-limmunita).
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Pervengono, infine, diverse segnalazioni circa l’incoerenza della presunta diffusione del vaccino Pfizer/Moderna (efficacia 95%) a soggetti non fragili e inoccupati e quindi a basso rischio di contagio, laddove il vaccino Astrazeneca (efficacia 60%) viene previsto indistintamente per tutti i docenti senza considerare il maggior rischio di contagio che taluni corrono maggiormente di altri. Si pensi ai docenti di sostegno che sono a stretto contatto con allievi e maggiormente esposti al virus e che – sotto tale profilo – possono senz’altro essere equiparati a taluni caregiver per i quali il protocollo vaccinale ha previsto la somministrazione del vaccino Pfizer/Moderna
Per tali motivi, invitiamo:
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tutti i docenti che abbiano subito una violazione della privacy a continuare a segnalarlo al nostro indirizzo di posta elettronica [email protected];
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il Ministro dell’Istruzione a provvedere con urgenza anche a mezzo circolare a fine di limitare non solo la divulgazione di dati sensibili, ma anche un contenzioso che potrebbe generare gravi pregiudizi all’erario;
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le autorità competenti tutte a ridefinire il protocollo di somministrazione del vaccino secondo criteri di maggior rischio di contagio.
Prof. Romano Pesavento, Presidente CNDDU
Prof. Alessio Parente, Segretario Generale CNDDU