Sanità Nursing Up, De Palma: «Il patto per l’innovazione della P.A. del Ministro Brunetta sia occasione per dare reale impulso alla valorizzazione degli infermieri e delle altre professioni sanitarie».
«E’ ora di realizzare “seri” avanzamenti di carriera e una struttura contrattuale che assicuri alla nostra categoria le medesime garanzie riservate ai dirigenti».
«Siamo di fronte al momento della verità: quello in cui occorre intraprendere scelte cruciali per il futuro degli infermieri italiani e delle professioni sanitarie.
Tutte le parti in causa, Governo, Regioni, Sindacati, non possono astenersi dallo svolgere al meglio il loro ruolo, dialogando in modo concreto e costruendo un patto sinergico degno di un Paese civile, dove l’efficienza della sanità e la cura dei malati siano al primo posto.
Tutti, nessuno escluso, devono essere coinvolti a pieno titolo in questa “missione”, e scendere in campo per contribuire alla valorizzazione della nostra categoria, in un frangente delicatissimo dove, nel pieno di una emergenza sanitaria ancora in corso, che oltre tutto ci affligge da un anno, i “protagonisti” delle sfide di ogni giorno, gli infermieri, e insieme a loro gli altri professionisti della sanità, vanno messi nella condizione di offrire ai cittadini un servizio sanitario efficiente, puntuale, completamente diverso da quello in cui siamo trovati ingabbiati, tra disorganizzazione, precariato e stipendi assolutamente non equiparati alla media europea.
E’ necessario quindi prepararsi ad affrontare la tornata contrattuale 2019-2021, visto che tutti i Ccnl dei dipendenti pubblici sono scaduti da più di due anni, per dare subito un volto nuovo al contratto di chi combatte al fronte, contro la morte, ogni giorno, per salvare la vita degli italiani. Perché mai come in questo momento il riconoscimento del mondo sanitario e di chi ne sorregge il peso è ripetiamo la priorità assoluta.
Soprattutto, nell’accogliere con doveroso ottimismo gli intenti del Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, che ieri ha presentato alle Confederazioni sindacali il suo “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” , chiediamo a gran voce che tutto questo, finalmente, non si riveli solo fumo negli occhi, perchè per affrontare nel migliore dei modi le battaglie che ancora ci attendono, occorre un’inversione di tendenza, occorre ripartire dagli uomini e dalle donne che fin ora, nelle corsie degli ospedali, hanno fatto la differenza e sono pronti ancora a farla».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Nursing Up, si rivolge pubblicamente al Ministro Brunetta, impegnato in queste ore, con il suo progetto, a “ridisegnare i connotati” di una Pubblica Amministrazione che va svecchiata, snellita, anche reimpostata da zero se necessario, e dove in particolare Nursing Up chiede che si dia finalmente dignità al ruolo degli infermieri e degli altri operatori sanitari, coloro che nella sanità pubblica servono alacremente il paese in uno dei momenti più difficili della nostra storia recente.
«Chiediamo a gran voce, dice De Palma, e lo stiamo facendo da tempo, una valorizzazione contrattuale per gli infermieri italiani e gli altri professionisti sanitari degna di tal nome. E mai occasione si rivela più propizia per porre di nuovo all’attenzione del Governo i nostri intenti.
I tempi sono maturi per riconoscerci la medesima struttura contrattuale dei dirigenti medici. Ci sono tutte le condizioni. Il Presidente del Comitato di settore Caparini, il Coordinatore della Commissione Salute delle regioni Icardi, mantengano fede alla propria disponibilità palesata in occasione degli incontri intercorsi con la delegazione del Nursing Up ed abbiano il coraggio di inserire nei futuri atti di indirizzo per il rinnovo del CCNL sanità la previsione di norme di omogeneizzazione tra la struttura contrattuale degli infermieri e quella dei dirigenti medici.
Un infermiere soddisfatto, un infermiere adeguatamente retribuito, un infermiere inquadrato in un contratto degno del suo percorso di studi, delle sue competenze e delle responsabilità che si assume ogni giorno, sarà sempre di più una leva di eccellenza per realizzare un servizio sanitario efficiente, di qualità e che agli occhi del cittadino ispiri fiducia e serenità.
Per ottenere tutto questo occorre investire adeguatamente in risorse che finalmente conferiscano agli infermieri italiani, ed alle altre professioni sanitarie, il ruolo che meritano nella sanità pubblica.
Non ci bastano i premi una tantum, ma occorrono solide integrazioni alle indennità specifiche che abbiamo già ottenuto e che però di certo non ci bastano.
Al Ministro chiediamo il riconoscimento di “tutti i colleghi che operano sul campo”, vogliamo che ad ogni infermiere venga garantita l’attribuzione di un incarico di funzione dopo un certo numero di anni di servizio, la possibilità di scatti di carriera, continuativi ed omogeneizzati, appunto, alla struttura contrattuale dei dirigenti.
Siamo scesi nelle piazze, abbiamo scioperato, e siamo pronti a continuare a farlo se necessario, per chiedere prima di tutto un contratto fuori dal comparto che ci distingua, finalmente, da tutte le altre categorie, perchè possediamo competenze e professionalità che ci differenziano da altri.
Vogliamo l’aumento della nostra indennità di specificità sanitaria, che dovrà essere portata almeno a € 500 mensili. Stiamo parlando di quello che consideriamo uno strumento attraverso il quale si dà atto e si valorizzano le specifiche differenze ed apporto professionale rispetto agli altri dipendenti della Pubblica Amministrazione.
Ci auguriamo che il Ministro Brunetta sia consapevole che occorre intervenire con profonde modifiche normative, solidi cambiamenti organizzativi, adeguati investimenti, anche di carattere politico, culturale e sociale in grado di valorizzare il ruolo che i professionisti sanitari svolgono nell’adempimento delle proprie funzioni e competenze al servizio del Paese, recuperando il rispetto dei cittadini utenti e la loro fiducia nei confronti del lavoro pubblico.
Al Ministro Brunetta ricordiamo che non intendiamo arretrare di un millimetro rispetto alle nostre posizioni: lotteremo e continueremo a farlo per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati, come sindacato, al fianco degli infermieri italiani e degli altri colleghi professionisti sanitari.
In tutto questo le nostre proposte sono già da tempo sul tavolo di ARAN e del Comitato di Settore. Confermiamo di essere pronti a valutare serenamente qualsiasi ipotesi di nuova struttura contrattuale come base di confronto, che si tratti di categorie o altri eventuali archetipi di riferimento, questo è relativo, purchè l’impianto ci valorizzi seriamente partendo da un alveo autonomo di contrattazione, da una una reale omogeneizzazione dei vari istituti con quelli della dirigenza medica, da una revisione radicale degli inquadramenti e da congrue risorse economiche a disposizione.
In tutto questo non accetteremo mai ipotesi contrattuali che escludano un serio e definitivo avanzamento di carriera, diritto al quale aspiriamo da tempo e che mai come in questo momento meritiamo», conclude De Palma.