Lo scorso 12 marzo, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari ha depositato otto richieste di rinvio a giudizio nei confronti di altrettanti estremisti di destra.
Si tratta di esponenti, a vario titolo, del gruppo neonazista e antisemita denominato Ordine Ario Romano, attestato sulle piattaforme VKontatke e Whatsapp ed avente tra i suoi scopi l’incitamento alla discriminazione ed alla violenza per motivi razziali aggravati dal negazionismo.Il provvedimento scaturisce dall’attività investigativa avviata dalla D.I.G.O.S. di Sassari, su input della Direzione Centrale Polizia di Prevenzione/UCIGOS – Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno, nei confronti del fondatore della compagine – un quarantenne sassarese già evidenziatosi per condotte d’analogo tenore – che ha consentito di individuare ulteriori soggetti, residenti in diverse località del territorio nazionale, a pieno titolo coinvolti nel sodalizio in argomento.
In particolare, dagli approfondimenti condotti su un account Vkontatke “aperto” in uso al promotore del gruppo è emerso che il predetto fosse impegnato, unitamente ad un sodale residente a Tempio Pausania (SS), in una costante e pervicace opera di diffusione di messaggi apologetici della figura di Adolf Hitler e di stampo marcatamente antisemita contenenti, fra l’altro, aperti incitamenti alla violenza nei confronti degli ebrei nonchè veri e propri elenchi di cognomi di origine ebraica “in modo da poterli facilmente individuare” e l’indicazione di caratteristiche somatiche e antropologiche asseritamente denotanti l’appartenenza alla “razza ebraica”. Non mancano, in tale ambito, approcci negazionisti dell’Olocausto.
Tali evidenze sono state ulteriormente corroborate dall’analisi dei dispositivi sequestrati in occasione delle perquisizioni condotte il 26 novembre 2019 dalla D.I.G.O.S. di Sassari – coadiuvata nell’occasione da personale della DCPP/UCIGOS e del locale Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni – nei confronti di tre degli odierni indagati.
Difatti, è emerso che i predetti, attestati sul gruppo WhatsApp denominato “Judenfreie Liga – Lega antisemita” – formato dai soggetti maggiormente ideologizzati e più ristretto rispetto a quello esistente su Vkontatke – “in concorso tra loro, e con il citato sassarese nel ruolo di organizzatore, si scambiavano idee su come sconfiggere la “minaccia giudea”, con tanto di indicazioni su come reperire delle armi, ovvero su come fabbricarne di nuove”.
L’indagine ha presumibilmente interrotto un pericoloso percorso evolutivo – il cui avvio è pure emerso dal compendio investigativo acquisito – finalizzato a trasformare “Ordine Ario Romano”, nato come comunità virtuale già di per sé pericolosa per la sicurezza in virtù della capacità di diffondere contenuti neonazisti e antisemiti ad una platea indefinita di destinatari, in una realtà più strutturata e funzionale a realizzare non meglio precisate azioni in nome della “difesa della razza”.