Fu l’ONU a stabilire nel 1977 con la risoluzione 32/142 che l’8 marzo sarebbe diventato ufficialmente la Giornata delle Nazioni Unite per i Diritti delle Donne e per la Pace internazionale.
In Italia, la ricorrenza si diffuse negli Anni ’20 solo tra le operaie delle grandi fabbriche eclissandosi tristemente durante gli anni bui del Fascismo. L’8 marzo iniziò ad essere celebrato ufficialmente solo nel 1946.
Il vero cambiamento culturale si ebbe però negli anni ’70. Le nuove donne assetate di diritti, arrabbiate, deluse, ma ormai forti, iniziarono a riempire le piazze, a urlare i loro diritti e a pretendere quelle riforme che permisero alla società di fare un passo avanti verso il progresso civile.
E iniziarono così le conquiste, una dopo l’altra: depenalizzazione dell’adulterio, legge sul divorzio, diritto di famiglia, fino ad arrivare all’abrogazione dell’infamia del delitto d’onore, residuo del Codice Rocco degli anni Venti. Era terminata la caccia alle streghe. O almeno così sembrava.
Oggi una nuova questione femminile, ma non solo femminile, è tornata a essere centrale nel dibattito pubblico, e la Giornata Internazionale delle Donne è l’occasione per ricordare che se tante battaglie si sono combattute e vinte, tante altre battaglie sono ancora in corso. Negli ultimi anni il giallo della mimosa, simbolo di questa giornata, viene sempre più eclissato dalle scarpette rosso porpora.
C’è una battaglia sanguinaria, infatti, che ancora si consuma, e da cui le donne sembrano impossibilitate a difendersi perché in campo scendono improvvisamente la Follia, il Degrado e, soprattutto, il Male. Stiamo parlando del Femminicidio, un triste neologismo che è entrato prepotentemente nella nostra società per indicare quella forma estrema di violenza di genere contro le donne per le quali è nata la Legge Codice Rosso.
Essere donne non è mai stato facile ed è per questo che l’8 marzo deve essere solo quel giorno in più ricordare le lotte sociali e politiche che le donne hanno dovuto affrontare affinché la loro voce venisse ascoltata.
Se la donna oggi può affermare sé stessa pienamente è solo grazie alle ribellioni edificanti che altre donne del passato hanno portato avanti per frantumare modelli sociali e culturali in cui queste ultime non si riconoscevano e dei quali erano vittime.
Il tema della Giornata internazionale della donna 2021 è Le donne in un mondo del lavoro in evoluzione: verso un pianeta 50-50 nel 2030. Lo scopo è promuovere il raggiungimento dei traguardi fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.
In questo anno di emergenza sanitaria le donne sono state le principali vittime della crisi sociale ed economica legata alla pandemia. I dati dell’Istat sono allarmanti, infatti su 101 mila lavoratori che hanno perso il lavoro a dicembre, 99mila sono donne.
L’8 marzo, quindi, deve essere la giornata giusta anche per sensibilizzare le persone e creare consapevolezza in merito alle situazioni affrontate dalle donne durante la crisi.
Non a caso il Parlamento europeo celebrerà il ruolo cruciale delle donne durante la crisi di Covid 19. L’emergenza sanitaria ha visto le donne costantemente impegnate in prima linea nella lotta contro la pandemia, anche perché la loro presenza è predominante nel settore sanitario.
Tante altre donne hanno sperato, invece, di ritornare al lavoro che avevano dovuto interrompere a causa del lockdown, ma questo giorno non è mai arrivato, perché i lavori poco sicuri e precari che facevano sono scomparsi a causa della crisi economica.
La Commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere il 4 marzo ha messo in luce proprio la centralità del ruolo della donna durante l’emergenza sanitaria, e ha celebrato la Giornata internazionale della donna 2021 in anticipo con un incontro interparlamentare dal titolo Siamo forti: le donne alla guida della lotta contro la pandemia da Covid 19.
L’8 marzo può rappresentare l’occasione per riflettere sui progressi compiuti dalle donne e lottare ancora, tutti insieme, per raggiungere la vera uguaglianza di genere in tutto il mondo, perché nonostante i grandi passi avanti l’uguaglianza è ancora, purtroppo, fortemente ostacolata da macigni legislativi e culturali.
Il CNDDU invita tutti i colleghi della scuola secondaria di I e II grado a dedicare qualche giorno di lavoro alla memoria delle donne del ‘900, alle straordinarie donne che hanno cambiato la storia dei loro Paesi e del mondo. E a tutte le straordinarie donne che ogni giorno, nel loro piccolo, ancora la cambiano.
L’Hashtag della giornata è #LaforzadelleDonne