La crisi del settore delle attività di gioco
Attività di gioco. Lavoratori e imprenditori del gioco pubblico, turismo, spettacolo, sport e palestre denunciano la grave crisi che li sta colpendo.A causa dei due lockdown decisi dal Governo per fronteggiare la pandemia da Covid-19, oltre 15.000 esercizi di gioco pubblico sono stati costretti a chiudere. Da un’analisi condotta da Agimeg sul numero delle attività commerciali dedicate esclusivamente al gioco che sono rimaste chiuse, emerge che 198 sono sale bingo e 10.061 sono sale scommesse e sale giochi.
Per i lavoratori del settore il permanere di una situazione di lockdown potrebbe comportare la definitiva chiusura dell’attività per un cospicuo numero di esercizi, mettendo a rischio i 150mila lavoratori che gravitano attorno al settore del gioco pubblico, e in particolare, i circa 30mila addetti impiegati nella distribuzione fisica (sale giochi, sale scommesse, sale slot, sale bingo). A delineare questo scenario è un dossier redatto dalla Sisal per raccontare la situazione di difficoltà che, come accade anche per altri settori, caratterizzano questo comparto.
A cercare di compensare la situazione ci pensano i siti di gioco online, come Starvegas, che diventano l’unico modo per poter svagarsi o poter piazzare scommesse naturalmente in modo legale. Nei primi 10 mesi del 2020 il mercato per i casinò games, poker a torneo e poker cash, è risultato in crescita.
Con una spesa pari a 103,6 milioni di euro (+57,5%), il mercato dei casinò online ha chiuso il mese di ottobre mostrando un importante crescita rispetto allo stesso periodo del 2019, quando si era registrata una spesa di 65,7 milioni di euro.
E’ andata molto bene anche per il poker a torneo online, che ha chiuso ottobre con una spesa di 7,8 milioni (+34,5%) e poker cash online, che ha registrato ad ottobre un +8,2%, ben 5,3 milioni di euro.
Ma è l’intero periodo, quello da gennaio a ottobre 2020, che ha mostrato l’importante crescita del 39,1% rispetto al 2019. Il segmento dell’online ha fatto segnare una spesa di 938,6 milioni di euro nel 2020 contro i 674,9 milioni dello scorso anno.
Allo stesso tempo lo stato ha aggiornato la black list, ovvero i siti di gioco inibiti. Anche in questo caso si è verificato un aumento dei siti bloccati in quanto non autorizzati da ADM. In Italia la regolamentazione del gioco distingue in maniera univoca i giochi non consentiti da quelli consentiti; per i primi viene fatto divieto assoluto di offerta da parte di chiunque ed in qualsiasi forma, per i secondi l’offerta è subordinata ad apposita concessione, autorizzazione, licenza od altro titolo autorizzatorio.
Da qui il messaggio che viene lanciato: se fino ad oggi non è emersa alcuna indicazione da parte del Governo circa la volontà di consentire il riavvio del settore del gioco, nonostante i Protocolli per riaprire in sicurezza e nel totale rispetto e tutela della salute dei lavoratori, dei consumatori e dei fornitori, è necessario conoscere, compatibilmente con l’andamento della curva epidemiologica, una data certa di riapertura.