Landini “la sinistra torni a rappresentare il lavoro”.
Perchè la politica non è solo governo, è anche organizzazione della società, degli interessi che convivono al suo interno. La politica è un disegno per il futuro. L’ha detto il presidente Draghi: non usciremo dalla crisi esattamente come siamo entrati, non basterà riaccendere la luce perchè tutto torni come prima. Il Next Generation Ed è questo, è cambiare il Paese con una serie di riforme.
E invece – come ha scritto Zingaretti – c’è un ceto politico che discute di poltrone. Anche per questo chiedo al presidente del Consiglio di coinvolgere davvero le parti sociali per allargare la partecipazione al progetto di riforme e creare nuovo lavoro di qualità”. “Con il governo si possono fare tanti accordi – aggiunge Landini -.
Non va solo riconosciuto il ruolo degli attori sociali, vanno usate le loro competenze per discutere nel merito i progetti del Piano nazionale di ricostruzione e resilienza. Con tre obiettivi: costruire un contesto per ridare una prospettiva di lavoro ai giovani, ripensare il modello di welfare per favorire la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro e chiudere con la stagione degli incentivi, rivedere il modello di sviluppo in chiave digitale ed eco-sostenibile avendo al centro il futuro delle regioni del Mezzogiorno”.
“Sono le regole europee che impongono di allargare il confronto sui piani nazionali – sottolinea -. Dopodichè insisto: la politica sta attraversando una profonda crisi di credibilità. Questo è il terzo governo, con tre formule diverse, in tre anni di legislatura. E’ evidente che la politica ha bisogno di una sorta di rigenerazione per rappresentare quel che accade nella società a partire dalle reali condizioni di chi lavora”.
“Sicuramente – prosegue – c’è una questione che riguarda specificatamente la sinistra. Nei sondaggi sulle intenzioni di voto cresce sempre più la quota di coloro che dichiarano che non andranno a votare. La crisi della rappresentanza politica è sotto gli occhi di tutti. La sinistra europea, non solo quella italiana, ha commesso un grave errore che risale ormai ad almeno vent’anni fa: aver aderito alla logica neoliberista come se il mercato potesse risolvere tutti i problemi. Proprio la grave crisi della pandemia dimostra che senza un intervento attivo dello Stato e la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori non si costruisce coesione sociale e una economia sostenibile”.
(ITALPRESS).