Sedici complessivamente gli indagati a cui sono contestati i reati di concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, favoreggiamento reale ed estorsione. Sette gli arresti, uno in carcere e sei ai domiciliari. Notificato, inoltre, il divieto temporaneo ad esercitare la professione di ragioniere/consulente/commercialista per la durata di 1 anno nei confronti di tre persone.
“Siamo davanti alla nuova frontiera dell’economia e dell’impresa, una costellazione di aziende che nel corso degli anni ha cercato di sfuggire alle forze dell’ordine, mutando continuamente assetti sociali”, ha commentato il procuratore Gratteri nel corso della conferenza stampa tenutasi a Catanzaro.
“Si tratta di gruppi nel campo delle costruzioni che partecipavano ad appalti pubblici e che avevano bisogno del rapporto con la ‘ndrangheta come con la PA, usando vocabolari diversi a seconda delle esigenze”.
Il procuratore aggiunto Capomolla ha parlato di uno “spaccato chiaro di un mondo imprenditoriale che ha scelto, negli ultimi quindici anni, la collusione con la criminalità organizzata come strategia principale della propria attività. Protezione e reciproco sostegno venivano garantiti dai rapporti paritari con vertici apicali dei clan.
Tra le iniziative portate avanti anche le grandi opere come i macrolotti della Ss 106 e diversi lavori pubblici in provincia di Catanzaro e Crotone con evidenti distorsioni per il mercato sul territorio”.
(ITALPRESS).