A trascinare la caduta è stata soprattutto la domanda interna, mentre la domanda estera e la variazione delle scorte hanno fornito un contributo negativo limitato. Dal lato dell’offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato cadute marcate, particolarmente nelle attività manifatturiere e in alcuni comparti del terziario. La contrazione dell’attività produttiva si è accompagnata a una decisa riduzione dell’input di lavoro e dei redditi.
L’indebitamento netto in rapporto al Pil è stato pari a -9,5% (-1,6% l’anno precedente). In valore assoluto l’indebitamento è di -156.338 milioni, in peggioramento di circa 128,4 miliardi rispetto a quello dell’anno precedente.
Il saldo primario è negativo e pari a -99.029 milioni, con un’incidenza sul Pil del -6,0% (+1,8% nel 2019). Il saldo di parte corrente è negativo e pari a -70.699 milioni (+29.790 milioni nel 2019). Le entrate correnti hanno registrato un calo del 6,4%, attestandosi al 47,5% del Pil. In particolare, le imposte dirette sono diminuite del 2,1%, principalmente per la forte contrazione dell’Irpef.
Le imposte indirette hanno registrato una caduta più marcata (-11,2%), con diminuzioni significative del gettito Iva, delle accise, dell’imposta sul Lotto e lotterie e dell’Irap. La pressione fiscale complessiva è risultata pari al 43,1%, in aumento rispetto all’anno precedente.
(ITALPRESS).