Omicidio di Andrea Tiepido: chiesto il processo per il pirata della strada
Dovrà rispondere non solo del già pesante reato di omicidio stradale ma anche di una sfilza di aggravanti che comportano un inasprimento della pena: la velocità tenuta di oltre il doppio del limite – procedeva a più di 130 km/h -, la mancanza della patente di guida, mai conseguita, i reati di fuga e omissione di soccorso. Ed era pure recidivo. Unica attenuante, il tragico incidente non è stato soltanto causa sua.
Nulla potrà mai restituire ai suoi cari il sorriso, la voglia di vivere, la passione per il canto e la musica hip hop dell’appena diciottenne e incolpevole Andrea Tiepido, vittima del terribile sinistro successo a Selargius, la sua e loro città, il 23 luglio 2019, alle 10: tragedia che ha scosso l’intera comunità dove il giovane, che aveva frequentato il liceo scientifico Pitagora e giocato nella Futura Calcio Sales, era conosciuto e ben voluto da tutti.
Ma i suoi familiari stanno quanto meno per ottenere un po’ di giustizia: a conclusione delle indagini preliminari, il Pubblico Ministero della Procura di Cagliari titolare del relativo procedimento, la dott.ssa Maria Virginia Boi, ha chiesto il processo per i due automobilisti, anch’essi del posto, iscritti da subito nel registro degli indagati: il conducente della Smart dove il ragazzo era trasportato, Damiano Dalpadulo, 41 anni, e Franco Serrelli, 54 anni, che guidava l’altra auto coinvolta nello schianto, una Fiat Panda, cui si contesta solo l’omicidio stradale, sempre con l’attenuante del concorso di responsabilità altrui.
L’udienza preliminare
Il Gup del Tribunale, dott.ssa Maria Cristina Ornano, riscontrando l’istanza, ha fissato per il 28 giugno 2021, alle 9, l’udienza preliminare. Il papà, la mamma, il fratello e i nonni del ragazzo, per essere assistiti, tramite il responsabile della sede di Cagliari dott. Michele Baldinu, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A, società socializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini, grazie alla quale hanno già ottenuto risposta sul piano risarcitorio: ora, però, se l’aspettano anche dalla giustizia penale.
Per fare piena luce su dinamica, cause e responsabilità di un incidente per certi versi inspiegabile, avvenuto in pieno giorno, con tempo sereno, fondo stradale asciutto, ottima visibilità e scarso traffico, le condizioni ideali per guidare, il Pm ha disposto una perizia cinematica incaricando quale proprio consulente tecnico l’ing. Francesco Marongiu: alle operazioni peritali ha partecipato anche l’ing. Paolo Marcialis come consulente tecnico di parte per i congiunti della vittima messo a disposizione da Studio3A.
Sulla base dei risultati della perizia e dei vari atti d’inchiesta, a cui hanno contribuito gli agenti della polizia locale di Selargius, che hanno svolto i primi rilievi, a Dalpadulo, per citare la richiesta di rinvio a giudizio, si imputa “colpa consistita in imprudenza, imperizia, negligenza e violazione di svariate norme della disciplina stradale”: l’indagato, sprovvisto della patente di guida, “perché mai conseguita”, percorrendo con la sua utilitaria via Pietro Nenni, in direzione SS 554-Selargius, “viaggiando a una velocità di almeno 133 km/h e non tenendo strettamente la destra della propria carreggiata”, giunto nei pressi dell’intersezione con via delle Azalee, è andato a collidere con la parte frontale sinistra del suo mezzo contro la medesima parte della Panda guidata da Serreli, che proveniva dal senso opposto di via Nenni e che aveva intrapreso la manovra di svolta a sinistra per immettersi appunto in via delle Azalee, a una velocità di circa 21 km/h.
Uno scontro terribile: la Smart ha iniziato a ruotare in senso antiorario con successivo ribaltamento laterale a destra, urtando più volte contro il manto stradale e finendo la sua folle corsa a oltre 40 metri dal punto di impatto, capottata. Una serie di carambole terrificanti che non hanno lasciato scampo ad Andrea, seduto sul sedile del passeggero anteriore, deceduto per i gravissimi politraumi riportati. Non bastasse la sciagurata colpa di procedere su una strada extraurbana “a una velocità superiore di oltre 50 km/h rispetto a quella consentita”, in quel tratto 50 km/h, e di essersi messo al volante senza avere la patente, la condotta di Dalpadulo è ulteriormente aggravata dal fatto di aver lasciato il ragazzo al suo destino: dopo essere riuscito a uscire dalla vettura, “si è dato alla fuga a piedi”, “non ottemperando all’obbligo di prestare assistenza occorrente al ferito”. Si è costituito al comando della polizia locale cittadina solo nel pomeriggio. Il tutto con “la recidiva reiterata” essendo già stato sanzionato per violazioni stradali.
Anche l’altro indagato tuttavia dovrà rispondere, pur con le attenuanti legate alle pesanti responsabilità della controparte, di aver svoltato a sinistra “senza arrestarsi per dare la precedenza alla Smart”. Una fatale concatenazione di gravi reati e omissioni che è costata un prezzo altissimo, la vita di Andrea Tiepido nel fiore degli anni, e di cui i responsabili dovranno rendere conto, ciascuno per la propria parte. Nella speranza, espressa dalla sua famiglia e da Studio3A, che confidano nella magistratura e nei giudici, che la condanna non sia solo “simbolica”, come purtroppo troppo spesso accade in questi tragici casi.