Presenti tra gli altri il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti; Daniele Leodori, vicepresidente e Assessore Coordinamento dell’attuazione del programma di governo e dei Fondi Comunitari (FESR, FSE, FEASR), Rapporti Istituzionali, Rapporti con il Consiglio regionale; Cristiana Avenali, Responsabile piccoli Comuni e Contratti di Fiume Regione Lazio e Coordinatrice del gruppo tecnico per la Strategia Regionale di Sviluppo Sostenibile; Pierluigi Stefanini, presidente ASviS; Enrica Onorati, assessore Agricoltura; Paolo Orneli, assessore Sviluppo Economico.
La “Strategia regionale di Sviluppo Sostenibile” è stata realizzata dalla Regione Lazio attraverso un accordo di collaborazione firmato a fine 2018 con il ministero dell’Ambiente, ora ministero della Transizione ecologica. Un lavoro di squadra e interistituzionale che ha visto la collaborazione anche di Lazio Innova, con il contributo dell’AsviS, gli enti locali e le comunità del territorio, le imprese, il settore pubblico, le associazioni, il terzo settore, la scuola, le università e i centri di ricerca, fino ai singoli cittadini.
“Il lavoro che presentiamo oggi è molto importante e colloca la nostra regione all’avanguardia rispetto allo sforzo che dobbiamo fare per andare incontro all’Agenda 2030. Guardiamo molto all’oggi aprendo la speranza per il futuro – ha detto Zingaretti -. Gli italiani hanno paura. Paura del futuro, perchè la pandemia è stata sì grave dal punto di vista sanitaria, lasciando ciò che conosciamo in termini di dolore, ma ha anche messo una ipoteca seria dal punto di vista della sostenibilità economica per miliardi di essere umani e milioni di imprenditori che hanno visto tante certezze crollare”.
“Occorre ricostruire una speranza e una prospettiva – ha proseguito Zingaretti – che ha come missione creare benessere e lavoro e sapere che il punto di arrivo non sia il vecchio modello di sviluppo, che distruggeva il pianeta e non creava più benessere e ricchezza. Dobbiamo non attendere la fine della pandemia e riprendere tutto come prima ma usare questo periodo per cominciare a pensare un nuovo modello di sviluppo. Abbiamo fissato degli obiettivi, individuato principi fondamentali come l’economia circolare, quella del mare, la mobilità sostenibile, l’accesso allo studio, il ripensare le città come città intelligenti e vivere in maniera più umana, senza smog e con un livello della qualità migliore. La sostenibilità ambientale e sociale vuol dire che tutte le politiche pubbliche devono avere questo quadro di risorse”.
In totale, al percorso di partecipazione hanno partecipato oltre 500 stakeholder e sono stati coinvolti 76 Enti locali, 149 imprese, 93 Istituti scolastici e 1.686 studenti. Le componenti dello sviluppo sostenibile sono state indagate attraverso 7 focus group tematici su argomenti ritenuti prioritari per il Lazio, coerenti con i 17 goal dell’Agenda 2030: la dimensione ambientale è stata indagata attraverso un focus sull’adattamento ai cambiamenti climatici, mirato soprattutto alla gestione delle risorse idriche e, in misura più indiretta, con focus sulla mobilità sostenibile e sull’economia del mare. La dimensione sociale è stata incentrata sul tema della povertà e dell’accesso allo studio, secondo un approccio che conferma la loro stretta connessione, mentre la dimensione economica è stata approfondita attraverso i temi dell’economia circolare e dell’economia del mare, per le tematiche legate allo sviluppo.
Nel documento della Strategia una parte è dedicata al posizionamento del Lazio su scala Paese rispetto ai goal dell’Agenda 2030 con una prima analisi di trend relativa agli anni 2010-2019, utilizzando gli indicatori compositi di fonte ASviS, e ciò che ne emerge è che dal 2010 al 2019, il territorio della Regione Lazio presenta andamenti molto simili a quelli nazionali nella maggior parte degli ambiti.
Il territorio della regione Lazio presenta ambiti con trend positivi nel consumo e produzione responsabili, nella parità di genere, rispetto alle Imprese, innovazione, infrastrutture, nella salute e benessere e nell’energia pulita. Un territorio che deve impegnarsi invece in maniera più efficace nell’Istruzione, nell’acqua pulita e servizi igienico-sanitari, nel lavoro, nella vita sulla terra, in tema di pace e giustizia, per sconfiggere la povertà e ridurre le diseguaglianze.
L’importanza di questo lavoro, oltre agli obiettivi che si pone, è quello di mettere a sistema per la prima volta questi ragionamenti, di misurarli tramite degli indicatori fornendo l’opportunità di capire se le politiche che si attuano sono efficaci o meno, e allo stesso tempo di monitorare l’andamento dei risultati, oltre che inserirci concretamente in un processo europeo.
Inoltre l’altra grande opportunità sono i fondi disponibili in questo momento: la nuova programmazione europea 2021-2027. Il prossimo passaggio sarà l’approvazione della Giunta Regionale della strategia elaborata, e l’attuazione della Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile. “Siamo stati tutti fisicamente più lontani, ma paradossalmente siamo stati più connessi – ha concluso Zingaretti -, quindi, nella nuova regione vorrà dire connettere l’uomo all’ambiente, riconvertire l’intero sistema verso l’economia circolare, scommettere quanto la valorizzazione dell’ambiente possa creare economia, ricchezza e lavoro.
Vorrà dire connettere la società intesa nel non lasciare solo nessuno e connettere le generazioni. Siamo alla vigilia del più grande investimento economico e sociale e questo ha un’anima che è la green economy, la transizione energetica, e dietro questo devono esserci grandi progetti e la regione Lazio vuole fare la sua parte. Dire che questa grande comunità, che produce un Pil superiore alla Grecia, vuole guidare la transizione del Paese. Per questo uniamoci per realizzarlo”.
(ITALPRESS).