Corsa pazza ai vaccini: in Sardegna i più “forti” sorpassano i più fragili.
“Basta favoritismi, la regione adotti regole chiare e trasparenti”Michele Ciusa (M5S)
“Mentre in Sardegna migliaia di anziani over 80 e di persone affette da gravi patologie attendono ancora il vaccino, scopriamo che centinaia di under 50, talvolta anche under 30, sono stati già vaccinati perché appartengono ad associazioni di categorie o gruppi “forti”.
Persone che svolgono lavori non particolarmente rischiosi, arrogandosi non si sa bene quale diritto, stanno scavalcando i diritti dei più fragili.
Quella che si sta verificando è una vera e propria guerra fra poveri per accaparrarsi le dosi, dovuta esclusivamente alla mancanza di una programmazione regionale che ha fatto precipitare la nostra regione all’ultimo posto nella classifica nazionale per dosi somministrate”.
Questo l’attacco del capogruppo del m5s Michele Ciusa, che rinnova il suo appello alla Regione affinché adotti quanto prima una pianificazione delle vaccinazioni rigida, efficace e trasparente, e attivi con urgenza postazioni vaccinali gestite da task force militari per poter accelerare le procedure.
“Il caos nella gestione della campagna vaccinale è evidente: abbiamo avuto amministratori comunali che sono stati inseriti tra le riserve e persone fragili che si stanno presentando agli hub vaccini per poter fare altrettanto. Immaginiamo se ciascuno di noi dovesse adottare questi comportamenti, cosa accadrebbe? Questi episodi dimostrano che si sta procedendo senza alcun criterio definito e che la corsa pazza ai vaccini è legalizzata”.
“Ieri il Presidente Draghi – osserva ancora Ciusa – ha bacchettato le Regioni che trascurano gli anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale. Ecco, questa è esattamente la fotografia di quanto sta accadendo nella nostra regione, dove la corsa al vaccino sta premiando i più forti anziché i più deboli. Un fatto gravissimo che dimostra l’incapacità della macchina dell’emergenza di far rispettare le regole, anche perché in Sardegna regole chiare e definite ancora non ci sono”.
“Sono tre i nodi da sciogliere al più presto sottolinea Ciusa: oltre all’ottenimento immediato dell’aiuto dell’Esercito, riguardano le liste delle riserve, che devono essere messe nero su bianco e non consentire la chiamata degli amici, e le modalità di chiamata delle persone fragili, che ancora non sono affatto chiare e stanno portando ad episodi gravi e spiacevoli”.