Zona arancione: l’Agriturismo sardo subisce perdite per oltre 4 milioni
La situazione degli Agriturismo in Sardegna, a seguito della classificazione di zona Arancione a causa del COVID-19, inizia a preoccupare fortemente per la tenuta di numerose aziende agricole, che dall’attività aggiuntiva agrituristica avevano tratto il reddito necessario al sostentamento economico e l’occupazione garantita dei componenti della famiglia e l’assunzione di numerosi ragazzi e ragazze.
Le dichiarazioni
“Copagri Nord Sardegna calcola in 4 milioni di euro il danno al settore agrituristico a causa delle restrizioni per la zona arancione che vieta l’apertura di qualsiasi attività di ristorazione. In questi giorni tutti gli agrituristi avevano ricevuto le prenotazioni per tutti i fine settimana, comprese le giornate di Pasqua e Pasquetta, e si faceva registrare già da ora il tutto esaurito”, afferma Paolo Ninniri, presidente di Copagri Nord Sardegna.
“Il danno che abbiamo calcolato ci porta a quantificare, per i circa 850 Agriturismi presenti in Sardegna, in 4 milioni di euro, calcolando i 15 giorni di chiusura per la mancata somministrazione dei pasti a pranzo e cena e per pernottamenti, inoltre chiediamo lo sgravio da parte dei Comuni della TARI, in quanto non si producono rifiuti perché chiusi. Le provincie più penalizzate risultano quella della Gallura e quella di Sassari, dove il numero degli agriturismi è calcolato in 310 unit,à cioè il 36% dell’intera Regione”, afferma Tore Piana Vicepresidente della Copagri Nord Sardegna.
Interviene anche Daniela Boi, proprietaria di Ariturismo Natura Bio:
“Siamo veramente sconfortati da questa ulteriore mazzata che ci cade sulla testa”, dichiara Daniela Boi, proprietaria dell’Agriturismo Natura Bio con sede a Santa Maria La Palma, agro di Alghero, dirigente e responsabile del comparto Agriturismi di Copagri Nord Sardegna.
“È da Marzo 2020 che non svolgiamo più l’attività sulle fattorie sociali, che rappresentavano il 20% degli introiti nelle nostre aziende. Ora servono aiuti veri e immediati come il ricorso agli ammortizzatori sociali per i lavoratori. Una grossa sconfitta per noi è mandare a casa i nostri dipendenti”, continua Daniela Boi.
“Chiediamo anche la cancellazione della TARI, che grava notevolmente sulle strutture. Ora l’auspicio”, conclude l’esponente di Copagri Nord Sardegna, “è che il settore agrituristico abbia l’attenzione che merita e trovi finalmente riscontro nei prossimi provvedimenti Nazionali e Regionali, come ad esempio mettendo risorse aggiuntive alla sottomisura del PSR Sardegna n. 21.1 dedicata al ristoro e aiuto degli agriturismo”.