1° Maggio: giornata internazionale di solidarietà e di lotta dei lavoratori e delle lavoratrici.
In Italia, 1° Maggio 1947, l’eccidio di Portella della Ginestra(Pa). La madre di tutte le stragi dal dopoguerra, in cui la banda ‘Salvatore Giuliano’, al servizio dei latifondisti agrari e della mafia, sparò sul corteo dei 2.000 lavoratori, uccidendone 14 (tra cui 3 bambini) e ferendone una cinquantina.
Il 1° Maggio 2021 vede i lavoratori e i popoli fronteggiare le ondate di pandemia da ‘Covid 19’. In Italia siamo oltre le 120mila vittime, tra cui decine di migliaia nelle Rsa per anziani e disabili, e centinaia sono operatori e operatrici della sanità morti sul lavoro.
La realtà ha mostrato, con sempre maggiore chiarezza, che non tutti sono uguali di fronte al virus, che il virus non colpisce le classi sociali allo stesso modo, ma approfondisce le disuguaglianze sociali, il fossato che separa l’oligarchia dalle masse popolari. Sono in progressivo aumento: disoccupazione, precarietà, cassa integrazione, povertà, ingiustizie … scrivono ‘calo dell’occupazione’ ma si legge: un milione di posti di lavoro persi, nonostante il “blocco” dei licenziamenti.
Il 1° Maggio, nato come il “giorno delle 8 ore”, è un pallido ricordo al pensiero che oggi, nel 2021(!), vi sono operai e operaie costrette a 10-12 ore di lavoro pagate 8, quando va bene. Sempre più limitazioni per i lavoratori, ma nessun limite all’aumento dello sfruttamento.
A distanza di un secolo e mezzo: festeggiare il passato! Lottare per il futuro!
Allo stesso tempo, è emersa con maggior impeto, la crisi del sistema sanitario ‘pubblico’ per mancanza di posti letto, di sale per rianimazione, di attrezzature (mascherine, ventilatori polmonari, ecc.), per carenze di organici e di operatori sanitari, per lo smantellamento di servizi socio-sanitari territoriali.
Medici, infermiere/i, O.S.S., sono stati mandati allo sbaraglio, costretti a lavorare senza soste e privi di mezzi di protezione. La conseguenza di decenni di tagli alla spesa pubblica, di privatizzazioni, di mercificazione di servizi, diventati oggetto di enormi investimenti da parte del grande capitale.
Una pandemia che ha impoverito le classi lavoratrici e limitato ulteriormente le libertà di manifestare e di lotta. Chi ha dato vita a mobilitazioni, scioperi, presìdi e altre iniziative, in difesa delle proprie condizioni di lavoro e di vita, ha subìto repressione, rappresaglie, limitazione di ogni diritto e libertà, a opera del padronato e dell’apparato al suo servizio, lo Stato, attraverso licenziamenti, violenza di piazza, sentenze della magistratura.
Contro Confindustria e governo Draghi: governo del capitale, della finanza, delle banche
Trasformare il malcontento in opposizione nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nei quartieri, nelle piazze, attraverso l’unità d’azione per interessi vitali e urgenti, mobilitando il proletariato contro il capitalismo e il suo governo di “unità nazionale” o, meglio, dell’inqualificabile ammucchiata.
Sviluppare e organizzare la difesa della classe, collocare il proletariato nella posizione indipendente e rivoluzionaria, per la ricostruzione del Partito comunista: strumento capace di liberare sfruttati e oppressi dall’influenza dei partiti borghesi e dirigere la lotta per la democrazia proletaria, PER il potere nelle mani della classe operaia e delle classi lavoratrici; PER la costruzione di una nuova società senza sfruttamento e oppressione.
– PER lavoro e salario, dignità e diritti, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro!
– PER l’unità e lotta nella ricostruzione del Partito comunista!
– PER l’unità di realtà organizzate e lo stretto legame con la classe, passi concreti PER combattere la frantumazione e le divisioni del movimento comunista!
– Viva il 1° Maggio, di solidarietà e di lotta del proletariato di tutti i paesi!
1° Maggio 2021
Unione di lotta per il Partito comunista