Denuncia in un’interrogazione di Desiré Manca (M5S).
“Nonostante l’accoglimento di una parte del ricorso da parte del Tar del Lazio, ammonta a una cifra esorbitante, 3 milioni e 300 mila euro, la maxi multa comminata dall’Antitrust ad Abbanoa per pratiche commerciali scorrette. A fronte di questo pesante debito che i cittadini sardi e la Regione Sardegna, prima azionista di Abbanoa, saranno costretti a pagare, mi chiedo se anche quest’anno i dirigenti di Abbanoa SpA riceveranno il consueto premio in busta paga, ovvero la retribuzione incentivante come previsto dai termini contrattuali.
Perché se ciò dovesse accadere, sarebbe un fatto scandaloso e gravissimo. Oltre il danno dovremmo subire anche la beffa”.
Così la consigliera pentastellata Desirè Manca ha presentato un’interrogazione per chiedere al Presidente Solinas e all’assessore regionale ai Lavori Pubblici Aldo Salaris, in primo luogo se, alla luce della maxi multa, non ritengano di dover sanzionare i dirigenti anziché attribuire loro le premialità previste da contratto.
“Dal sito internet di Abbanoa SpA – spiega l’esponente dei Cinque stelle – si apprende che la retribuzione incentivante del Direttore Generale dell’Azienda è pari a 30mila euro, di cui 10mila da corrispondere in base a parametri qualitativi e in funzione al raggiungimento degli obiettivi organizzativi, e 20mila da corrispondere in base ai risultati economici effettivamente raggiunti nel singolo esercizio, in riferimento a parametri concordati”.
“Poiché è evidente che oltre a non aver raggiunto alcun obiettivo, il gestore unico del Servizio idrico della Sardegna ha provocato un danno enorme alla casse regionali, chiedo al Presidente Solinas, innanzitutto, se la retribuzione incentivante riferita all’esercizio 2019 sia già stata erogata (anche in assenza di bilancio approvato dai soci), e qualora non sia accaduto, di provvedere a revocare tale premialità e a sanzionare le pesanti responsabilità relative all’imponente danno causato ai cittadini sardi dagli allora massimi dirigenti della società in house che hanno posto in essere le pratiche sanzionate dall’Antitrust”.