Agnelli uccisi con metodi brutali, no al processo: gli ambientalisti insorgono.“Ci opporremo all’archiviazione”, commenta l’Avv. Alessandro Ricciuti, legale di Essere Animali, “di fatto non è stata svolta alcuna indagine nei confronti degli indagati, nonostante i chiari indizi di colpevolezza. Si tratta di condotte gravi e abituali, tanto che la stessa Procura ritiene emergano elementi di radicata consuetudine nel territorio”.
Agnelli uccisi con metodi brutali: i fatti
I fatti risalgono a gennaio 2019, quando due allevatori furono filmati con una telecamera nascosta da un investigatore sotto copertura, mentre affermavano di uccidere gli agnelli maschi nei momenti di bassa richiesta di carne.
Ciò avverrebbe lontano dalle festività pasquali, quando il mercato non sarebbe in grado di assorbire l’offerta di carne proveniente da agnelli le cui nascite sono programmate tutto l’anno per garantire la produzione di latte. Le pecore, infatti, come tutti i mammiferi, devono partorire per produrre il latte che costituisce la principale fonte di profitto per l’allevamento ovino, essendo utilizzato per fare il formaggio, un prodotto che non conosce sbalzi di vendita dovuti a tradizioni pasquali.
“Temiamo che sbarazzarsi degli agnelli quando la loro carne non è richiesta sia un fenomeno illegale esteso. Per questo, oltre a sporgere denuncia alla Procura della Repubblica di Cagliari nei confronti dei due allevatori per il reato di ‘uccisione di animali’, art. 544 bis c.p, abbiamo richiesto l’intervento dell’Azienda per la Tutela della Salute – ATS Sardegna e del Ministero della Salute”, continua l’avv. Alessandro Ricciuti.
Dati contrastanti
Secondo l’organizzazione, anche i dati ufficiali disponibili sono fra loro contrastanti. Infatti, secondo la Banca Dati Nazionale, nel 2019 in Sardegna, la regione con il maggior numero di ovini allevati in Italia, vi erano circa 3 milioni di pecore, ma per l’Istat nello stesso anno sono stati macellati 548.000 agnelli. Considerando che una pecora in allevamento partorisce 1 agnello ogni anno e che solo la metà di questi sono femmine che vengono allevate per il latte, gli agnelli macellati per la carne dovrebbero essere come minimo più di un milione, con una stima per difetto.
La richiesta
“Chiediamo agli inquirenti di indagare a fondo, anche i cittadini italiani pretendono maggiori e efficaci controlli sul benessere degli animali negli allevamenti. Nel caso in questione, i filmati contenenti le ammissioni degli allevatori, depositati in Procura, non hanno piena valenza probatoria.
Ma le successive indagini della Polizia Giudiziaria si sono limitate all’identificazione degli indagati, che tra l’altro si sono riconosciuti nelle immagini. Non sono stati fatti ulteriori accertamenti, come ad esempio realizzare un’ispezione negli allevamenti, controllare i registri degli animali oppure raccogliere la testimonianza del nostro investigatore.
La richiesta di archiviazione della Procura di Cagliari è motivata in base alla mancanza di elementi di colpevolezza a carico dei due allevatori, ma a ben vedere questo deficit è dovuto alla assoluta carenza delle indagini svolte”, conclude l’avv. Alessandro Ricciuti.
L’organizzazione si opporrà all’archiviazione con richiesta motivata di prosecuzione delle indagini preliminari.