Al via il restauro di Palazzo Accardo, tra le più preziose e antiche testimonianze architettoniche della città di Cagliari.
Uno dei palazzi simbolo del capoluogo sardo sta per tornare a nuova vita.
Dal 12 aprile, chi si troverà a passare per il Largo Carlo Felice all’angolo con via Crispi, noterà fermento, con operai all’opera per un primo intervento di recupero sull’antico e pregevolissimo Palazzo Accardo. Progettato dall’architetto e tra i più importanti intellettuali sardi Dionigi Scano, fu costruito tra il 1889 e il 1891. Sviluppato su quattro piani, con destinazione prevalentemente residenziale, nei sotterranei, il fabbricato ospita la Cripta di Sant’Agostino di proprietà comunale.«Gli uffici stanno lavorando affinché l’intervento parta prima possibile, tra un mesetto circa dovremmo avviare la riqualificazione della Cripta. L’obiettivo è quello di restituire anche questo gioiello alla città che insieme a Palazzo Accardo rappresenta un pezzo importante del cammino fatto dalla nostra comunità» ha spiegato il Sindaco Paolo Truzzu.
L’Arcivescovo, Monsignor Giuseppe Baturi ha sottolineato due aspetti: «Il primo è che per combattere la crisi economica e sociale è importante ampliare gli spazi di bellezza e questo intervento va nella giusta direzione; in secondo luogo è fondamentale per raccontare una storia e preservare la memoria storica della collettività».
Di proprietà comunale fino al 2017, l’edificio è stato acquistato dalla famiglia Fanari, titolare dell’omonimo caseificio dell’oristanese.
L’obiettivo degli imprenditori è quello di realizzare appartamenti di pregio, alcuni destinati all’ospitalità, intercettando così la sempre più crescente vocazione turistica della città. Per farlo la famiglia Fanari si è rivolta alla collaudata coppia di studi di architettura Vairano di Torino e DMC di Cagliari, che in città ha in fase di realizzazione anche il recupero funzionale di un altro importante edificio, l’antico albergo La Scala di Ferro.
A Torino invece lo studio Vairano si è occupato del restauro di alcuni tra gli edifici più prestigiosi come Villa Sassi e Palazzo Luce e nella provincia il Palazzo Capris di Cigliè, sede della Fondazione dell’avvocatura Fulvio Croce.
«Nel corso della mia carriera mi sono confrontato molte volte con edifici storici di grande valore sia architettonico che simbolico, ma il Palazzo Accardo ha suscitato in me uno stupore del tutto nuovo, per l’eleganza e per la qualità alta dell’edificio. L’intervento si pone in maniera discreta e totalmente rispettosa dell’autenticità dell’edificio con il fine di restituire alla città di Cagliari un pezzo importante della sua storia urbana. Opereremo all’interno con un progetto di rifunzionalizzazione senza stravolgere le forme originarie, ma agendo laddove in passato si sono attuati degli interventi poco coerenti con la natura del manufatto. Recupereremo tutto il possibile come i pavimenti o i decori esterni in facciata, il tutto con un’attenzione precisa alle strategie di risparmio energetico e a soluzioni di impatto minimo» ha raccontato Norberto Vairano.
L’impresa alla quale sono stati affidati i lavori è la Pisano Bruno Costruzioni di Selargius, accreditata OG2, requisito considerato essenziale dal Ministero per poter lavorare al restauro e manutenzione dei beni immobili sottoposti a tutela. Vincenzo Aramu è invece il responsabile della sicurezza.
Committenti e progettisti si son trovati immediatamente d’accordo sulla assoluta necessità di rispettare la storia dell’edificio e quel che rappresenta per la città e i suoi abitanti. Nessun stravolgimento dunque, ma un intervento che manterrà identica la struttura architettonica e conserverà laddove possibile tutti gli elementi di pregio originali sia all’esterno che all’interno.
L’intervento di riqualificazione si concentrerà in questa prima fase sulla messa in sicurezza, restauro e risanamento conservativo delle parti esterne e della copertura con l’intento, innanzitutto, di porre fine all’avanzato stato di degrado che, nel caso delle coperture, significa anche porre fine alle gravi infiltrazioni d’acqua che corrono lungo i muri perimetrali. Apposite indagini conoscitive portate avanti da esperti del settore sulle condizioni dell’edificio hanno reso evidente la necessità di un importante intervento di restauro dei materiali e degli elementi costitutivi originari. Solo nelle ipotesi di degrado totale, in cui non sarà possibile recuperare gli elementi originali, di concerto con la Soprintendenza, che ha il compito di monitorare, valutare e autorizzare passo passo ogni singolo intervento, sarà possibile ricorrere a materiali che abbiano però caratteristiche morfologiche, cromatiche e lavorazioni analoghe.
Per ottenere un risultato d’eccellenza i progettisti si sono fatti affiancare da una serie di esperti del settore.
A partire da Teravista, società specializzata nel settore delle riprese aeree, video e fotografiche a bassa quota, che ha realizzato un preliminare e approfondito reportage di rilievi fotografici utile ai progettisti per entrare nel dettaglio dei singoli elementi della copertura, altrimenti difficilmente individuabili.
Di fondamentale importanza era anche coinvolgere esperti restauratori. La scelta è ricaduta sulla Furnari Restauri, azienda piemontese specializzata nel recupero di opere d’arte ed edifici storici, che vanta numerosi interventi su fabbricati di grande pregio come Villa Sassi e Palazzo della Luce a Torino.
Se l’imperativo categorico è quello di salvaguardare la storia e il valore architettonico e simbolico del Palazzo, certamente le moderne tecnologie permetteranno di realizzare impianti di ultima generazione per un comfort di alto livello che metta d’accordo tradizione e innovazione.
A questo proposito il giovane architetto cagliaritano Marco Fois sta conducendo su Palazzo Accardo, all’interno del Master BIM dell’Università di Pisa, un project work che ha come tema l’HBIM (Heritage Building Information) cioè il recupero degli edifici esistenti, in particolare quelli di alto valore storico, con la metodologia di lavoro BIM.
Al termine di questo primo intervento, la cui durata è stimata in circa sei mesi, torneranno agli antichi splendori le imponenti serie di arcate che formano le aperture del piano terra, le ricche decorazioni e i caratteristici balconi, in parte sporgenti e in parte a filo, della facciata. Riemergeranno i pilastri verticali a fasce con capitello ionico e la fascia decorativa posizionata al di sotto del cornicione sporgente, che costituisce il tratto distintivo più originale dell’edificio, caratterizzato dall’uso di mattoni rossi e arricchita da una molteplicità di fregi di derivazione liberty, anch’essi in laterizi rossi. Il rivestimento del piano terra è in granito e calcare, mentre le fasce di demarcazione dei piani e le cornici delle aperture sono realizzate in pietra cantone.
Consapevoli dell’importanza anche simbolica di Palazzo Accardo per i cittadini cagliaritani, committenti e progettisti hanno deciso di utilizzare i canali social Facebook e Instagram per offrire un costante aggiornamento sullo stato dei lavori, ma anche per incuriosire i cittadini, soprattutto i più giovani, sulla storia di questo Palazzo, tra fantasiosi aneddoti e appunti storici. Inquadrando il Qr Code presente sulle impalcature che già contengono alcune narrazioni riguardanti la nascita del Palazzo, note biografiche su Dionigi Scano e il contesto socio economico in cui è stato eretto, il visitatore sarà rimandato alle pagine “Palazzo Accardo”.
CENNI STORICI
Il Palazzo Accardo sorge negli anni tra il 1899 e il 1901. La sua edificazione precede quindi di qualche anno la costruzione del nuovo Palazzo Comunale e di una ventina d’anni quella del Palazzo della Rinascente.
Con il valore e la bellezza della sua architettura, questo edificio contribuisce largamente alla configurazione di uno dei crocevia più suggestivi della città, l’incrocio del Largo Carlo Felice con la Via Roma.
Progettato da Dionigi Scano, il palazzo sorge sulle rovine dell’antico convento degli Agostiniani, della cui memoria resta, incastonata nelle fondamenta del nuovo edificio, la cripta che ha ospitato per qualche secolo le spoglie di Sant’Agostino.
Il palazzo, come molti altri realizzati in quel periodo a Cagliari, è in stile architettonico eclettico, con forti richiami al liberty.
Presenta però alcune particolarità che portano a considerarlo un unicum.
La più evidente è il riuscitissimo accostamento, in facciata, di materiali assai diversi per caratteristiche e colore, quali il mattone rosso e la pietra o il cemento.
Il piano terreno è scandito da ampie arcate a tutto sesto, e sempre ad arco sono disegnate le aperture al primo e secondo piano, mentre il terzo è caratterizzato da aperture ad architrave e da balconi a filo facciata. Il rivestimento del piano terra è in granito e calcare, mentre le fasce di demarcazione dei piani e le cornici delle aperture sono realizzate in pietra cantone.
La fascia di coronamento, che costituisce certamente il tratto distintivo più originale, è caratterizzata dall’uso di mattoni rossi e arricchita da una molteplicità di fregi di derivazione liberty, anch’essi in laterizi rossi.
CAGLIARI TRA OTTOCENTO E NOVECENTO
Cagliari vive trasformazioni profonde, nell’organizzazione sociale, nell’economia, nella fisionomia della città. Prendono maggior vigore tendenze già in atto da tempo, in particolare la riduzione di ruolo della nobiltà e un sempre più deciso protagonismo del mondo delle professioni, dei commerci, delle imprese.
La borghesia rafforza la presa sulla città e, anche fisicamente, la trasforma.
Perde centralità il quartiere di Castello, fino ad allora roccaforte del potere politico, e la città mostra di volersi aprire al mondo, trasferendo in pianura, verso il mare, i centri di comando. Significativo e simbolico, in questo senso, è il trasferimento della sede del Municipio dalla Piazza Palazzo alla nuova via Roma. In pochi decenni il profilo del nuovo centro cittadino cambia volto. Vengono abbattute le mura che circondavano il quartiere della Marina, e con esse le catapecchie e le costruzioni di scarsissimo valore architettonico che vi erano addossate.
Prende avvio, al loro posto, favorita da precise norme urbanistiche e da incentivi, la realizzazione degli eleganti palazzi che, con i loro portici, caratterizzano la nuova Via Roma.
Interventi altrettanto importanti investono il Largo Carlo Felice. La costruzione del Palazzo, completata tra il 1899 e il 1901, è un esempio tra i più rilevanti di questo nuovo corso.
LA CRIPTA DI SANT’AGOSTINO
Palazzo Accardo protegge al suo interno un luogo assai rilevante per la storia della cristianità. Dall’androne del palazzo al numero 12 del Largo Carlo Felice è infatti possibile, scendendo per una scala a chiocciola, accedere alla cripta sotterranea che per oltre due secoli, dal 504 al 722, ha ospitato le spoglie di uno dei più illustri Padri della Chiesa: Sant’Agostino di Ippona. Il teologo Antonio Livi lo ha ricordato nei suoi scritti come “il massimo pensatore cristiano del primo millennio e certamente anche uno dei più grandi geni dell’umanità in assoluto” Nel 722, per proteggerli dalle scorrerie dei saraceni e per volere del re longobardo Liutprando, i suoi resti furono traslati a Pavia, dove tuttora sono custoditi. Sant’Agostino ha lasciato un vasto corpus di opere, le più note delle quali sono le “Confessioni” e “La città di Dio”.