Questa mattina a Cagliari, l’USB Federazione del Sociale della Sardegna, col Cagliari Social Forum, i Cobas Scuola, il Movimento Nonviolento Sardegna e il movimento della Decrescita Felice, si sono ritrovati davanti alla Prefettura per chiedere la riattivazione delle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo.
L’azione dimostrativa è scattata dopo l’ennesimo naufragio con oltre 130 esseri umani annegati che si aggiungono alle altre migliaia di morti nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere le coste italiane.
Tra le altre richieste, un maggiore coordinamento con tutti gli operatori di soccorso, la fine dei rimpatri verso porti non sicuri e la creazione di un meccanismo di sbarco sicuro e l‘immediata applicazione dei decreti legge 34 e 130 e la regolarizzazione di chi è in possesso di tutti i requisiti richiesti dalle norme vigenti.Dopo nove mesi dall’entrata in vigore del decreto Bellanova e dopo tre mesi dall’approvazione del decreto Lamorgese centinaia di migliaia di lavoratori che hanno presentato la documentazione richiesta sono ancora irregolari.
Più Una legge del Dicembre 2020, che permette la ripresentazione delle domande di permesso di soggiorno, rimane ancora oggi inosservata e inapplicata dagli organi dello Stato. Oltre 200.000 lavoratori (esattamente 207.542), dopo aver versato al posto dei datori di lavoro oltre 600 euro a testa (per un totale di quasi 125 milioni finiti nelle casse dello Stato), si ritrovano ancora nella stessa condizione ante-decreti.
Una delegazione di manifestanti è stata incontrata dal Prefetto Dott. Gianfranco Tomao.
La delegazione ha consegnato un documento ed ha descritto i motivi della protesta e il prefetto si è impegnato a rappresentare al Governo ed al Ministro dell’Interno le motivazioni della protesta.
Al presidio hanno preso parte una settantina di persone molto partecipative tant’è che si sono susseguiti numerosissimi interventi tra i quali due accorati discorsi di due giovani senegalesi e letture di brani e poesie attinenti il tema dell’immigrazione in tutti i suoi aspetti sociali, etici ed economici.
Il presidio è terminato al grido di “TORNIAMO UMANI BASTA STRAGI” e col proposito di darsi appuntamento per altre manifestazioni a breve per continuare a denunciare le ingiustizie, le stragi di innocenti e conquistare i diritti negati.