Ricordiamo fra tutte la terribile tragedia avvenuta il 3 dicembre del 1984, a Bhopal (India), in cui a causa dell’esplosione della fabbrica di pesticidi della Union Carbide perirono 2 500 persone con, negli anni successivi, altri 20 000 morti. Nel 2010 sono stati riconosciuti responsabili dell’accaduto, per negligenza, otto ex-dirigenti indiani della UCIL, con pene irrisorie (circa due anni di detenzione).
Molte categorie infatti non vedono riconosciute le forme più elementari di presidio e conservazione della salute mentre esercitano la propria professione; tanti sono costretti nelle campagne, nelle miniere o nei cantieri a subire condizioni di vita indegne e inaccettabili, in condizioni di parziale o totale schiavitù.
Il fenomeno del caporalato, presente sia nel Sud che nel Centro – Nord d’Italia, incide ancora pesantemente in alcuni settori dell’economia come quello dell’agricoltura dei trasporti, della logistica, dell’edilizia, dei servizi di consegna e assistenza). Nonostante alcuni documenti e norme introdotti recentemente per contrastare il fenomeno (legge 199/2016; il piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo e al caporalato 2020-2022 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali; legge 17 luglio 2020, n. 77 (art. 103)) la situazione rimane ancora preoccupante e seria. Persiste nel nostro Paese ancora un forte legame tra imprese, reti di migranti e organizzazioni criminali che incide pesantemente anche sulla sicurezza e salute sul lavoro.
Oggi a regolamentare in Italia il tema è il decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81- testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Malgrado la regolamentazione i valori relativi agli infortuni, morti e malattie professionali rimangono elevati, anche se ridimensionati probabilmente come conseguenza dell’epidemia del Covid 19, che ha fortemente inciso su tante attività occupazionali.
Le denunce di infortunio nel primo bimestre del 2021 sono state 82.634, in diminuzione di circa 14mila casi (-14,4%) rispetto alle 96.549 riscontrate dall’INAIL nello stesso periodo relativo al 2020; anche le morti sul lavoro sono leggermente diminuite, passando da 108 a 104; stesso andamento in diminuzione registrano le denunce delle malattie professionali, toccando quota 7.801, oltre 2.700 in meno rispetto al periodo considerato.
Tuttavia oltre ad aspetti dissonanti così macroscopici, individuiamo tipologie di malversazione più sottili e subdole che vanno ascritte al mobbing e comunque a un non corretto rapporto di prestazione d’opera.
L’introduzione dello smart working ha offerto alcune facilitazioni, ma ha anche comportato potenziali rischi per la SSL, inclusi difficoltà psicosociali, la violenza, le molestie e violazione della privacy.
Quest’anno l’ILO focalizza la finalità di tale giornata mondiale sulla valorizzazione degli elementi di un sistema di SSL, sulla scorta di quanto stabilito dalla Convenzione OIL sul quadro promozionale per la salute e la sicurezza sul lavoro, 2006 (n. 187).
Il CNDDU propone il progetto “Sentinelle sulla sicurezza e sulla salute sul lavoro” da svilupparsi attraverso brevi interviste (da declinare in forma di video o schede informative) somministrabili ai propri famigliari e conoscenti per comprendere il grado di sicurezza percepito all’interno dei vari settori occupazionali. Gli elaborati una volta aggregati potranno, con le relative autorizzazioni, essere inviati al CNDDU (email: [email protected])
“La protezione dei lavoratori, delle loro famiglie e dell’intera collettività può essere assicurata solo attraverso la messa in campo di misure per la salute e sicurezza sul lavoro che permettano di dare continuità al lavoro e di garantire la sopravvivenza economica” (Guy Ryder, Direttore Generale dell’OIL, 2021)