Il grifone torna a popolare la Sardegna grazie al progetto dell’Università di Sassari, messo in atto anche con la collaborazione dei pastori.
Il progetto “Life Under Griffon Wings” è partito nel 2015 grazie ai fondi europei e, visto il successo, è stato rifinanziato.
E’ iniziata 5 anni fa la lotta per la sopravvivenza del grifone sardo, termine scientifico Gyps fulvus (antrùxu in sardo), uccello rapace carnivoro appartenente alla famiglia degli Accipitridi.
Oggi grazie al progetto questa rara specie di avvoltoio, essenziale per la salvaguardia della biodiversità dell’Isola, è stata messa nelle condizioni di riprodursi e prosperare in Sardegna, allontanando il rischio di estinzione della specie.
Negli ultimi cinque anni i grifoni sono raddoppiati in Sardegna: ora se ne contano tra i 230 e i 250, con un aumento delle coppie territoriali (passate da 35 a 57) e degli involi dei nuovi nati.
Avvelenati e Cacciati
Le principali minacce alla sopravvivenza dei grifoni sono i bocconi avvelenati, lasciati dagli allevatori per neutralizzare i predatori del loro bestiame(volpi, corvi) e i cacciatori.
Per porre fine al primo fenomeno è stato costituito in Sardegna il primo Nucleo cinofilo antiveleno composto da agenti del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale degli Ispettorati di Sassari e Oristano, da quattro cani addestrati dal Dipartimento di Medicina Veterinaria e da conduttori della Croce Gialla di Ploaghe.
Per risolvere il problema dell’approvvigionamento del cibo è stata creata la prima rete di carnai aziendali in Italia, nei quali i pastori possono portare carcasse dai loro allevamenti e, dopo il controllo veterinario, lasciarli come cibo per i grifoni.
I carnai si trovano a Pozzomaggiore, Villanova Monteleone e all’interno del Parco di Porto Conte.
La creazione di questi centri garantisce, quindi, il rispetto delle esigenze ecologiche della specie, permettendo allo stesso tempo agli avvoltoi di fornire i servizi ecosistemici che da millenni hanno caratterizzato il loro rapporto mutualistico con l’uomo.
Poi si è passati al programma di ripopolamento, che ha portato alla messa in libertà monitorata di 63 grifoni: 58 provenienti dalla Spagna e 5 allevati nello Zoo Artis di Amsterdam.
Il ripopolamento è stato effettuato nell’area Bosa-Alghero.
La zona è stata scelta dai grifoni perché molto impervia, adatta quindi alla costruzione del proprio nido in inaccessibili zone rocciose, con nicchie e piattaforme.
È stato inoltre rinforzato il Centro di recupero di Bonassai dell’Agenzia Forestas, con grandi voliere per la cura e la riabilitazione degli avvoltoi.
Infine sono stati predisposti i Codici etici della Fotografia Naturalistica e dell’Escursionismo, attrezzati i “Sentieri del Grifone” a Porto Conte e Monte Minerva, lanciate diverse campagne di sensibilizzazione e aperti due Infopoint a Prigionette e Bosa, quest’ultimo gestito direttamente dal Comune.
Gli ottimi risultati del progetto sono stati presentati al Dipartimento di Medicina Veterinaria di Sassari, col quale è stato pianificato l’intervento insieme ad Ente Foreste e al Comune di Bosa, con un budget di circa un milione e 700mila euro, di cui un milione cofinanziati da Life, il programma europeo dedicato all’ambiente.
Proprio per dare continuità all’azione è stato finanziato sempre nell’ambito del Programma Europeo per l’ambiente e l’azione per il clima (LIFE 2014-2020) il progetto Life Safe For Vultures.
Con questo nuovo progetto l’Agenzia Regionale Forestas, insieme ai partner di UNI.Sassari, CFVA, Enel-Distribuzione e la Vulture Conservation Foundation mirano non solo a consolidare i risultati raggiunti nella costa Bosa-Alghero, ma soprattutto a riportare il Grifone in tutta la Sardegna seguendo lo stesso metodo.
IL GRIFONE
Al contrario di quanto si possa pensare i grifoni non sono avvoltoi pericolosi per gli altri animali, visto che sono sprovvisti di artigli affilati per afferrare le prede. Non cacciano e inoltre sono un perfetto strumento di smaltimento di carcasse.
Segni distintivi di questo grande avvoltoio sono:
- la colorazione marrone chiaro tendente al beige negli adulti e marrone scuro negli esemplari immaturi con la testa e il collo “nudi”, ricoperti da un corto piumino lanoso di facile pulizia ornato alla base da un collarino di penne lanose biancastre negli adulti e penne lanciformi marroni nei giovani,
- il becco forte e uncinato, di colore corno chiaro nell’adulto e nerastro nel giovane,
- le zampe robuste, dotate di unghioni lunghi, ma non adatti alla cattura di prede vive,
- le ali lunghe e larghe, con un’apertura normalmente tra i 240 e i 280 cm,
- la coda corta e squadrata con una lunghezza totale del corpo di 100-110 cm e un peso che oscilla tra i 7 e 12 chilogrammi.
Gloria Cadeddu