Non c’è Regione che tenga. Dalla Lombardia allo sceriffo De Luca la fine di un sistema istituzionale che ha fatto perdere vent’anni all’Italia.
Non c’è Regione che tenga. Il Lazio da questa settimana prenota i sessantenni per il vaccino. La Lombardia comincia a prenotare i settantenni. Eppure il Pirellone incassa l’assegno più pesante del servizio pubblico sanitario (20 miliardi l’anno) e ha goduto dei ricchi trasferimenti del turismo sanitario.
Dal lanciafiamme in poi De Luca ha fatto sempre come voleva. Sulle scuole come sulle chiusure. Ma fa finta di dimenticarsi che questo giornale gli chiede da due anni di rivolgersi alla Corte costituzionale con gli altri Presidenti di Regioni meridionali perché non è tollerabile che un cittadino emiliano-romagnolo riceva 84,4 euro di investimenti pubblici per la sanità e un cittadino campano o pugliese poco più di venti
di Roberto Napoletano, Direttore del Quotidiano del Sud – l’Altravoce dell’Italia
Il Lazio da questa settimana prenota i sessantenni per il vaccino. La Lombardia comincia a prenotare i settantenni. Dieci anni esatti separano una Regione che ha la capitale d’Italia e ha visto la sua spesa sanitaria falcidiata nella lunga stagione dei commissariamenti da quella che ha la capitale economica, incassa l’assegno più pesante del servizio pubblico sanitario (20 miliardi l’anno) e ha goduto dei ricchi trasferimenti del turismo sanitario interno a favore di un sistema privato foraggiato dall’intervento pubblico come in nessun’altra regione.
Qui c’è l’inizio e la fine di un sistema sanitario regionale frammentato che non sa riconoscere le sue priorità che sono la medicina sul territorio e gli ospedali pubblici. Il Presidente della “Repubblica autonoma” della Campania, lo sceriffo Vincenzo De Luca, annuncia che non partecipa più alla Conferenza “Regioni-Stato” e tuona: priorità agli anziani, ma subito dopo precedenza alle categorie economiche, precedenza a chi lavora alle Poste e negli enti locali, alle commesse nei centri commerciali, e nelle isole finiti gli anziani si procede con tutte le categorie fino alla diffusione capillare delle vaccinazioni”.