La Resistenza è all’ordine del giorno
Questo 25 aprile, come ogni anno, ricorderemo e renderemo omaggio alla vittoriosa Resistenza al nazifascismo condotta dai Partigiani, dagli operai e dai contadini guidati dal Partito Comunista d’Italia.
La Resistenza del 1943-45 ha rappresentato il punto più alto raggiunto dalla lotta di classe nel nostro paese. Da essa, nonostante il tradimento revisionista, continuiamo a trarre innumerevoli lezioni.
Il problema di fondo posto dalla Resistenza, quello del rovesciamento dei rapporti sociali, continua ad essere un problema posto e da risolvere.
Quest’anno il 25 aprile giunge dopo un lungo periodo di sofferenza e sacrifici per i lavoratori e le masse popolari. Durante quest’ultimo anno la resistenza degli operai, dei lavoratori sfruttati, dei giovani, delle donne, contro gli attacchi della borghesia non è mai cessata.
Vi è resistenza attiva in ogni regione, in ogni città, in ogni categoria.
È resistenza alle politiche criminali dei governi borghesi che scaricano sui lavoratori e le masse popolari il peso della crisi, della pandemia, del debito, per salvare un sistema di cui beneficia una minoranza di parassiti.
È resistenza all’aumento dello sfruttamento in fabbrica e nei posti di lavoro, ai licenziamenti e al ricatto occupazionale per imporre salari da fame.
Resistenza al precariato e alla disoccupazione.
Resistenza alla repressione antioperaia e antisindacale.
Resistenza alla trasformazione reazionaria dello Stato e della società, alla soppressione delle libertà e dei diritti dei lavoratori.
Resistenza alla militarizzazione della vita sociale, alla violenza dello Stato borghese.
Resistenza a una sanità per i ricchi, a una scuola di classe.
Resistenza alla devastazione ambientale.
Resistenza all’oppressione e alla discriminazione che grava sulle donne lavoratrici e degli strati popolari.
Ed è resistenza crescente a un governo dell’oligarchia finanziaria imposto con una manovra di Palazzo.
Tutte queste forme di resistenza si basano sulla lotta e sulla solidarietà di classe. Tutti i movimenti di resistenza dei lavoratori e delle masse popolari, delle loro organizzazioni, contro l’offensiva borghese, sono legittimi e da sostenere.
Le contraddizioni intrinseche del capitalismo fanno sì che questi movimenti di resistenza sono destinati ad ampliarsi e radicalizzarsi.
Per farla finita con questo sistema bisogna unire, organizzare e sviluppare le resistenze, infondendo loro un carattere rivoluzionario.
Impariamo dalla Resistenza del 1943-45!
Oggi come ieri, per organizzare e dirigere la resistenza di classe verso la liberazione sociale, è necessario ricostruire il Partito comunista, fattore fondamentale del processo rivoluzionario.
Per i comunisti, per gli operai avanzati, non basta volere il Partito. Bisogna portare avanti i compiti corrispondenti ed essere conseguenti. Oggi ciò significa costruire l’Organizzazione comunista preparatoria del Partito.
Uniamoci, organizziamoci, lottiamo insieme!
Firmato
Piattaforma Comunista per il Partito Comunista del proletariato d’Italia, [email protected]
Il Collettivo Comunista (marxista-leninista) di Nuoro, [email protected]