I Sindaci del Recovery Sud protestano affinché il Governo destini al Mezzogiorno più risorse rispetto a quelle già stabilite. Per alcuni di essi quelli da stanziare sono solo briciole e a poco servono per rilanciare l’economia del Meridione d’Italia e, soprattutto, per dar vita a quel processo di trasformazione che, da anni, i cittadini del Sud attendono.
La mia paura è che, come quasi spesso accade, i soldi finiscano nelle mani sbagliate, esattamente come sta accadendo per il reddito di cittadinanza che, molto spesso, è finito, nientemeno, nelle tasche di qualche mafioso.
Desidero precisare che sono un meridionale ed anche meridionalista, il quale, però, nutre poca fiducia nell’operato dei politici che amministrano i territori del Sud Italia.
C’è da chiedersi perché i soldi stanziati per il Mezzogiorno, quasi sempre, non sono arrivati alla destinazione prefissata.
Il popolo meridionale, quello abbandonato, umiliato, povero, perché i soldi a lui destinati non arrivano a causa di qualche “Cumpari Turiddu”, in questa nuova circostanza epocale, tesa al suo benessere, deve scendere in piazza e rivendicare il proprio diritto di essere il reale destinatario dei soldi del Recovery Fund.
Il Recovery Fund è un’ importante ed unica occasione per i giovani che vogliono fare impresa nel Sud Italia e creare occupazione e ricchezza. Pertanto, non possiamo permettere che qualche furbetto faccia tabula rasa dei soldi che esso prevede, come è sempre accaduto.
Bisogna creare un Movimento di cittadini che controlli l’operato dei politici nazionali e locali affinché si evitino sprechi e furti.
La Questione Meridionale – lo ripetiamo ancora – si risolve solo se i cittadini saranno artefici, in prima persona, del processo di cambiamento democratico.
Furbetti, malavitosi e politici collusi troveranno, questa volta, il muro eretto dal popolo, che non sarà più sottomesso ai poteri economici del Nord e, ancor più, al potere delle mafie del Sud.