Prosegue il viaggio alla scoperta delle eccellenze sarde con l’olio di olivastro, che già gli antichi popoli del Mediterraneo usavano per scopi medicinali, cosmetici e religiosi. In questo articolo ne approfondiremo le proprietà e i potenziali benefici per la salute.
Olio di olivastro: l’identikit
Quando si pensa a un olio sopraffino è impossibile che l’olio extravergine di oliva non sia in cima alla lista. Questo vale anche e soprattutto per la Sardegna, in cui si producono oli a marchio DOP da numerose varietà coltivate, quali Bosana, Semidana, Tonda di Cagliari e Nera di Villacidro.
Ma anche dalle varietà spontanee (gli olivastri) si possono ottenere oli di buona qualità. Lo sanno bene i piccoli produttori oleari dell’Ogliastra – il cui nome potrebbe derivare dagli olivastri di cui è ricca – come Domenico Melis, che, qualche anno fa, è stato protagonista di un simposio per parlare delle caratteristiche nutrizionali e salutistiche di questi oli grazie all’intervento del Prof. Sebastiano Banni dell’Università di Cagliari.
Ma quali sono le loro caratteristiche nutrizionali? Uno studio, pubblicato di recente sulla rivista MDPI applied sciences, ne ha valutato la composizione. Scopriamone di più!
Composizione e proprietà
La ricerca, che ha preso in esame gli oli spremuti dagli olivastri di tre località portoghesi, ha evidenziato una stretta somiglianza con il classico olio extravergine di oliva.
Grassi monoinsaturi o MUFA
Esattamente come quest’ultimo, infatti, l’olio di olivastro è ricco di grassi monoinsaturi o MUFA (71,9-73%) che, diversamente dai grassi saturi o SFA (16,9-18,2%), non influiscono negativamente sulla salute delle arterie, al contrario possiedono effetti protettivi.
I grassi monoinsaturi e in particolare l’acido oleico, che nell’olio di olivastro è presente per il 68,9-70,6%, infatti aiutano a mantenere pulite ed elastiche le arterie, favorendo un adeguato apporto di sangue al cuore e al cervello.
Perciò contribuiscono ad abbassare il rischio di malattie cardio- e cerebrovascolari, coadiuvati dalle altre sostanze presenti nell’olio di olivastro. Si tratta degli steroli vegetali, della vitamina E e dei polifenoli.
Steroli vegetali
Gli steroli vegetali e in particolare il β-sitosterolo, che è il più abbondante, contribuiscono a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo perché ne riducono l’assimilazione.
Le quantità presenti negli oli esaminati superano la soglia minima legale di 1.000 mg/kg e ne attestano l’ottima qualità.
Vitamina E e polifenoli
La vitamina E e i polifenoli proteggono le cellule e le LDL (il “colesterolo cattivo”) dai radicali liberi. Così contrastano la formazione delle placche di colesterolo e il conseguente ispessimento delle arterie (aterosclerosi) che aumenta il rischio d’infarto e ictus.
Le quantità rilevate negli oli portoghesi sono alte:
- 392,5-467,6 mg/kg di vitamina E, soprattutto nella forma più attiva di α-tocoferolo;
- 602,7-751,9 mg/kg di polifenoli, in gran parte secoiridoidi, che conferiscono all’olio di olivastro e di oliva extravergine il caratteristico sapore pungente e amarognolo.
I potenziali benefici dell’olio di olivastro
Grazie alle proprietà antiossidanti e alla capacità di normalizzare i livelli di colesterolo e altri grassi nel sangue, dunque, è possibile che l’olio di olivastro, nel contesto di uno stile di vita sano, possa favorire il mantenimento di arterie integre e funzionali.
La ricerca
A supporto di questa ipotesi vi è uno studio, che ha coinvolto 40 volontari sani, dal quale è emerso un miglioramento del profilo lipidico nei 20 soggetti che hanno inserito l’olio di olivastro nella dieta (23 grammi al giorno) rispetto agli altri 20.
A distanza di un mese, infatti, le analisi hanno rivelato:
- una riduzione significativa di colesterolo totale (-12,3%), colesterolo LDL (-24,39%) e trigliceridi (-24,8%);
- un aumento significativo delle HDL o “colesterolo buono” (+17,94%).
Vedremo se studi su larga scala confermeranno questi risultati!
Come usare l’olio di olivastro in cucina?
Essendo molto simile all’olio extravergine di oliva, è l’ideale per condire a crudo contorni e antipasti; la cottura, infatti, lo impoverisce di antiossidanti.
D’altro canto, usarlo per il soffritto, può favorire l’assimilazione delle sostanze presenti in aglio, cipolla, carote e pomodori, ad azione antiossidante e antiproliferativa.
Analogamente agli oli vergini ed extravergini di oliva, infine, anch’esso è sconsigliato per friggere (qui trovate il motivo).
Quali sono le dosi giornaliere consigliate?
Le stesse dell’olio extravergine di oliva. In accordo con le linee guida mediterranee, 3-5 cucchiai di olio di olivastro al giorno.
Jessica Zanza