In attesa della ripartenza del teatro anche in Sardegna, Playing Shakespeare è una nuova “frontiera” aperta da Cada Die Teatro.
Un progetto nato all’interno del laboratorio Il Mestiere dell’Attore della Scuola di Arti Sceniche della compagnia cagliaritana, da alcuni anni dedicato a William Shakespeare, condotto dall’attore e regista Alessandro Lay e ora fruibile sul sito ufficiale di cdt (http://www.cadadieteatro.com/2021/04/09/13432/).
Una trilogia iniziata nel 2017 con Otello e proseguita – il lavoro è partito nell’anno successivo e portato avanti nel 2019/20 – con Amleto e Giulietta e Romeo, “che avremmo dovuto portare in scena – sottolinea e spiega Lay – poi si sono chiuse le porte delle case, dei teatri, e siamo entrati in guerra, nei nostri ‘bunker on line’ con i suoi suoni distorti, le sue schermate bloccate, troppo chiare o troppo scure… In attesa di rivederci dal vivo in ‘3 Dimensioni’, giocate insieme a noi con le anteprime del lavoro ‘a distanza’ che abbiamo portato avanti per un anno”.Alessandro Lay, ideatore e regista del gioco (suono: Matteo Sanna; realizzazione web: Francesca Pani; montaggio video: Giovanni Schirru) ha lavorato nel laboratorio con due gruppi differenti di allievi, di età variegata, dai 20 ai 75 anni (Ambra Angelini, Giada Angioni, Giovanni Corda, Livio Duce, Paolo Fenocchio, Doriano Ferrari, Maria Francesca Floris, Eleonora Fois, William Lenti, Cristina Loi, Giuseppina Mannai, Rita Martinelli, Mattia Medda, Marta Melis, Manuela Meloni, Patrizia Mura, Milena Olla, Mathia Orrù, Barbara Piras, Pino Piselli, Pierandrea Raccis, Daniela Scotto, Edoardo Zonza).
Si entra nel gioco scespiriano e da uno “specchio magico” risuonano le parole recitate da Lay.
E’ l’inizio di Playing Shakespeare: “Suonare il contrabbasso, la chitarra, suonare la batteria. Fare teatro, recitare un brano, una poesia. Giocare al pallone, giocare a carte, giocare… In inglese si usa un unico verbo: to play.
L’inglese era anche la lingua madre di Shakespeare.
Shakespeare che da anni esploriamo, indaghiamo, e tradiamo e ri-tradiamo riscrivendolo per cucircelo addosso, affinché parli ancora non DEL presente, attività noiosissima e un poco perversa assolta benissimo dai talk-show, ma AL presente: tradurre Shakespeare in una lingua viva ancora adesso, con cui giocare fuori dagli schemi delle celebrazioni da museo.
Fuori dagli schemi volevamo stare e dentro gli schermi abbiamo continuato a giocare, cocciuti, oramai da un anno, 12 mesi, 365 giorni, uno più, uno meno: tante figurine tutte piatte dentro 15 pollici e qualcosa, senza personaggi o ruoli assegnati, siamo tutte e tutti Giuliette e Amleto e Romeo.
Volevamo mostrarvi che gioco abbiamo giocato in questo ultimo anno, in questi 12 mesi, in questi 365 giorni passati dentro gli schermi: vi mostriamo un pezzetto del gioco senza trucco e senza inganno, così come lo abbiamo giocato noi, bidimensionali e in bassa fedeltà totale, senza altro che i nostri computer, telefoni e/o tablet con noi dentro come tanti francobolli. Giocate con noi?”.
Compaiono due porte: “J&R – Storia di due giovani amanti” – “Due famiglie, Capuleti e Montecchi, che hanno in mano Verona e che ‘mandano a morte’ due giovanissimi pur di non rinunciare all’odio atavico che le divide”, spiega ancora Alessandro Lay – e “Un Amleto di troppo”, che parte dalle parole del Prologo. Andando “Avanti”, ancora un gioco di porte con “J&R – Anteprima”, un montaggio del lavoro di laboratorio svolto su una piattaforma digitale, e gli “Extra”, una serie di interviste fatte agli allievi della Scuola di Arti Sceniche, che restituiscono il cammino percorso durante il laboratorio sulle due tragedie scespiriane. I testi del grande Bardo di Stratford on Avon si fondono con quelli di Giovanni Testori e Heiner Muller “rimixati” da Alessandro Lay, autore anch’egli di parti testuali.
Il link a Playing Shakespeare: http://www.cadadieteatro.com/2021/04/09/13432/