L’Europa apre all’utilizzo delle risorse del Recovery fund nella lotta contro il tumore.
Le associazioni dei pazienti chiedono al Governo italiano di allinearsi con il Piano Oncologico Europeo.
Prevenzione, programmi di screening, diagnosi e trattamento, qualità di vita dei pazienti oncologici e oncoematologici:
sono i quattro pilastri del “Piano Europeo di lotta contro il Cancro”, recentemente varato dall’Unione Europea, che sarà sostenuto dai fondi del nuovo programma EU4Health e incrementato da ulteriori fondi europei: tra questi, la UE invita gli Stati membri a ricorrere anche al Next Generation EU, meglio conosciuto come “Recovery fund”, per sostenere la lotta al cancro e la ricerca scientifica.Il Piano Oncologico Europeo, unitamente al piano SAMIRA, quest’ultimo volto a garantire ai cittadini europei l’accesso a tecnologie mediche radiologiche e nucleari di alta qualità, rappresentano una vera e propria ‘chiamata alle armi’ di tutti gli Stati membri per contrastare i tumori solidi e del sangue, investendo risorse e mettendo in campo azioni organiche e strutturate che puntano, attraverso la cooperazione internazionale, a eliminare le disuguaglianze in termini di accesso alla conoscenza, prevenzione, diagnosi e cura della malattia.
In questo scenario, il Gruppo di Associazioni pazienti oncologici e oncoematologici “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” chiede al Governo italiano di recepire prontamente le indicazioni del Piano Europeo di lotta contro il Cancro e del Piano SAMIRA, declinandole in un Piano Oncologico Nazionale strutturato, allineandosi alle azioni e agli obiettivi fissati dall’Unione Europea. A rappresentare le istanze del Gruppo presso le Istituzioni è l’Intergruppo parlamentare “Insieme per un impegno contro il cancro”, la cui rappresentante On. Vanessa Cattoi è prima firmataria di una Mozione presentata alla Camera dei Deputati.
«Le Associazioni di pazienti oncologici e oncoematologici non possono che accogliere con un plauso il primo Piano Europeo di lotta contro il Cancro – dichiara Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna Onlus e coordinatrice del Gruppo – che istituzionalizza un impegno internazionale e coordinato per affrontare tutto lo spettro dell’universo tumore, dagli interventi ambientali sui fattori di rischio fino al benessere e il reinserimento sociale e lavorativo dei sopravviventi. È fondamentale che il nostro Paese si faccia trovare subito pronto a sostenere il Piano Oncologico Europeo, verificando se e come utilizzare parte del Recovery fund per realizzarne gli obiettivi, e tendendo all’uniformità sul territorio nazionale della presa in carico e cura dei pazienti e dell’accesso a programmi di screening, trattamenti e dotazioni tecnologiche innovativi. Ringraziamo l’Onorevole Vanessa Cattoi e i membri dell’Intergruppo parlamentare per aver portato ancora una volta le nostre istanze all’attenzione del Governo».
«Il Piano Europeo contro il Cancro è una grande opportunità per capire lo stato dell’arte della presa in carico dei pazienti oncologici e, di conseguenza, anche di migliorare i processi nel nostro Paese sia a livello nazionale che regionale – commenta l’Onorevole Vanessa Cattoi – In questa prospettiva il Piano Europeo contro il Cancro presenta aspetti innovativi inerenti, ad esempio, alla digitalizzazione che possono legarsi agli attuali processi di riforma dell’offerta sanitaria attraverso gli strumenti messi a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si tratta dunque di un progetto molto ampio che richiederà una corretta declinazione nazionale e la presenza in fase di discussione di tutti i portatori di interesse e, in particolare, delle Associazioni pazienti».
Tra i punti chiave portati all’attenzione del Governo dai firmatari della Mozione: il coinvolgimento nel Piano Oncologico Nazionale, oltre che di Ministero della Salute e Regioni, del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e del Ministero della transizione ecologica; la messa a punto di indicatori precisi per valutare le performance regionali; la presa in carico dei pazienti metastatici; la ricerca clinica sui farmaci oncologici innovativi e sulle nuove tecnologie, anche al fine di attrarre investimenti presso le eccellenze scientifiche del nostro Paese; l’attuazione della Rete nazionale dei registri tumori e dei sistemi di sorveglianza, attraverso un corretto conferimento dei dati regionali in unico e funzionale database nazionale; l’istituzione di servizi di psiconcologia in ogni unità complessa di oncologia procedendo, il prima possibile, al riconoscimento della psiconcologia come professione sanitaria; un regolare utilizzo dei Patient Reported Outcomes per cogliere il punto di vista fisico, mentale e sociale del paziente su un trattamento o una tecnologia sanitaria; la messa in campo di iniziative per la conservazione del posto di lavoro e per un pieno reinserimento al lavoro dei pazienti oncologici.