Incontro sulla sicurezza alla Fp per il contratto, Fsp Polizia:
“Grave l’assenza della parte politica al confronto, che riteniamo segno di scarsa attenzione”
“Esprimiamo assoluta insoddisfazione per l’incontro con la Funzione Pubblica per il rinnovo del contratto dove, con nostro estremo rammarico, la parte ‘politica’ non ha ritenuto di doversi presentare.”
Lo dice Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, nel giorno dell’incontro con il Dipartimento della Funzione e le rappresentanze del Comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, in tema di rinnovo del contratto, cui non ha presenziato alcun esponente del Governo.
“Il ministro Brunetta ha annunciato un futuro incontro politico fra i ministri competenti al quale, intanto, non siamo ‘stati invitati’, ma comunque è fin troppo ovvio che il confronto politico deve avvenire prima delle riunioni tecniche, in cui è l’indirizzo del Governo che deve essere messo in atto. Riteniamo questo comportamento molto grave laddove, invece, la discussione con le Rappresentanze del Comparto avrebbe richiesto certamente la presenza della massima esponente governativa in materia, avendo una valenza esattamente tutta ‘politica’. Non può passare inosservato il fatto che la scelta si traduca, nei fatti, nella manifestazione di una evidente mancanza di attenzione e di rispetto nei confronti di centinaia di migliaia di appartenenti alle Forze dell’ordine”.
“Una riunione ‘tecnica’ – aggiunge Mazzetti -, giustificata dal fatto che un precedente incontro con la parte politica si era tenuto in passato, senza considerare però che, nel frattempo, è cambiato l’intero Governo. Lamentiamo da sempre il fatto che, più in generale, la mancata audizione delle rappresentanze del Comparto prima dell’approvazione del Def significa, in pratica, escludere ab origine qualsivoglia possibilità di apportare concretamente il nostro contributo su questioni fondamentali per gli innumerevoli lavoratori in divisa di questo Paese. Ma la circostanza che si è verificata oggi è ancor più criticabile, poiché parte dal presupposto che basti semplicemente calarci dall’alto decisioni e provvedimenti a cose fatte, senza neppure avere il buon gusto di manifestarci il reale approccio politico rispetto al mondo che rappresentiamo.
La discussione odierna non doveva essere un mero conto ragionieristico di cifre e numeri, comunque insoddisfacenti, ma avrebbe richiesto proprio un confronto a proposito dell’orientamento politico su questioni di massima importanza”.