Quest’ultimo consente ai docenti di continuare a svolgere il loro mestiere e ai ragazzi di apprendere e imparare attraverso uno schermo.
Il distanziamento fisico è stato una misura di sicurezza immediata per far fronte alla situazione epidemiologica che da un anno stiamo vivendo sulla nostra pelle. Ma non sempre ha avuto riscontri positivi ed efficaci.
Il problema principale della Dad è la mancata partecipazione dei ragazzi o, ancora peggio, dei bambini alla lezione, il loro mancato confronto con i propri simili e, inevitabilmente, una demarcazione netta che dispone sui due piatti della bilancia chi è più fortunato e chi lo è meno.
Infatti, non sempre una famiglia dispone di tanti PC quanti figli possiede e non sempre si ha la possibilità di avere una linea internet che permette una connessione stabile e sicura.
A Cagliari, in particolar modo, davanti a una disastrosa situazione, la procuratrice capo A. C. ha deciso di intervenire. Si è mossa cercando di comprendere i numeri di quanti hanno abbandonato e la percentuale delle irregolari frequentazioni.
Impressionanti gli esiti. Numeri che vedono costretti non solo i dirigenti e i docenti ma anche, e soprattutto, i tutori dei ragazzi a intervenire in questa linea. I servizi sociali sono stati chiamati in causa per esaminare i singoli e specifici casi, intervenendo qualora la situazione fosse davvero irreparabile autonomamente.
La più grande sconfitta della nostra società è stata quella di aver permesso ai ragazzi di sentirsi da soli, in una condizione d’impossibilità nel continuare e andare avanti.
La scuola non è solo insegnamento; la scuola è energia, dinamismo, movimento, gruppo, coalizione. La scuola è socialità.
Il nuovo decreto, che entrerà in vigore a partire dal prossimo lunedì, pone come importanza primaria il ritorno e quindi la presenza dei ragazzi e bambini nelle aule.
Lucia Locci